613 dii re di romani, vien per le Irieve, per anni Ire, con Spagna, tamcn a questo el pontifice è contrario, e 1’ orator suo le diseonza etc. Item, il re va 8 lige lontan a’soliti spassi, et lui orator li anderà drio, licei sia sinistri lozamenti etc. Intrò conseio di X, per tuor libertà di lezer una letera, Co scrita, per quel conseio, a dì 22 dezembrio, ' in Pranza, lamentandossi di andamenti dii ducba Valentino, et che ’1 minaza ai lochi nostri, perhò soa majestà ordcni a li soi capetauij habino riguardo a le cosse nostre etc. Et cussi dita letera fo lela al pregadi, con gran credenze ; et cussi le letere dri-zate al consejo di X, ut, patét in eis. Fu posto, per lhoro savij, scriver a Roma, a l’orator, che e.torti il papa, atento li nostri beni-ficij verso soa santità e il ducha, non voglij Car danno a Pitiano, locho dii nostro governador, per esser nostro ricomandalo et in protesone etc. Parlò sier Zorzi Emo, dicendo si dovea scriver più gaiar-damente e Car provision, calar danari etc. ; et sier Antonio Trun, savio dii conseio, li rispose. Ave -20 di no ; e Cu presa. Fu posto, ut supra, scriver a l’orator nostro in Franza, dolendosi dii papa contra di nui, e di quello la il ducha Valentino, e voi Car a Pitiano ; e si manda la letera abuta di l’orator nostro a Roma ; et etìani come il ducha messe a sacho alcuni castelli di l’arcivescovo di Ravena, sotto perhò altro teritorio eie., una letera in optima forma. E sier Antonio Trun, savio dii consejo, voleva dir altro mal dii papa etc., e aprir et parloe, tamcn si tolse zoso. E la letera ave 6 di no. Fu posto, per lhoro, ut supra, videlicet sier Antonio Trun, savio dii consejo, solo, mandar a Ra-vena el signor Bortolo Alviano e ’1 capetanio di le Cantane, 300 cavali lizieri, 1500 provisionati et orzi ; e a l’incontro li altri savij mandar a Ravena 300 cavali lizieri, et quel numero di provisionati parerà al colegio. Or andò le parte : 3 non sinceri, 21 di no, 60 di savij, 82 dii Trun; et 0 Cu preso, linde, volendo el principe parlar, sier Pollo Barbo c sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, savij ilei consejo, messe de indusiar. 11 principe parlò ; dannò as-sa’ la parte dii Trun, dicendo era causa de meterne a la guerra; et tandem, d’acordo, tutti terminoiio indusiar. Noto, etiam fo preso di scriver a Roma, a l’o-rator, dichi a 1’ oratore fiorentino, mandando soi signori oratori de qui, sarano ben visti. 276 Fu posto, per lhoro, certa parte optima, di lenir conto, da primo zcikt in drio, per le camere e per gennajo. 614 li razOnali particular, dii credito di la limitalion, scansazion e redution ; e cussi a l’incontro di mandati, suh poema eie. Ave lutto il conscio. Fu posto, per sier Trojan Bolani, sier Francesco Morexini, sier Zuan Alvise Venier, savij ai ordeni, che le merchadantie, trate di la galia di Alexandria, stracarga, vadi in Istria, a risego di l’avaria di le merCadantie è su dita galia. Ave.....di sì, 1..... di no; el Co preso di no, perché con elelo era jnjusta, Jo 0 utilissima. Fu posto, peri savij di terra lerma e lhoro ai ordeni, dar a certo medico ciroyco, a Napoli di Romania va a star, provision, ut palei, a 4 page a l’anno; e sier Antonio Trun e Jo, ftlarin Sanudo, me-tessemo habi di' li provisionati vacanti; et andò le parte: 29 la soa, 55 la nostra ; e questa Cu presa. • A dì 14 zener. In colegio. Veneno oratori di Triviso, et de li castelli in conlraditorio, per la Piave, dove la dia andar, et d’acordo licentiati, videlicet si manderà do zentilhomeni col podestà, qualli exequissa dille sententie fate; et cussi Cono contenti. Veneno do oratori di Casal Mazor; Paxe........ et Lunardo Chioza, a congratularsi di la creation dii principe, et portar il resto dii subsidio, eh’ é ducati 100; Cono aceptati con aliegra riera, et di alcune cosse voleano Co comessi a terra terma. Vene l’orator di Franza, col qual Co eomunichato la letera scrila a Roma, e quella si scrive in Franza per Pitiano etc. Disse scriverla etiam lui ; el si scrivesse, che il conte di Pitiano e 1’ Alviano, non se à impazato in queste cosse etc. Fo balolà mandar ducati 5000 al provedador di l’armar, per el disarmar le galie, et 2000 ducali per Uironimo Bivilaqua, scrivali a l’armamento, in Ystria, a dar parie a la nave Calba e barzoti sono in Istria e vengino qui averano il resto. Dii capetanio dii colfo, date a la V(ilona, a dì 11, in galia. Narra il mandar a Durazo Zuan Batista Sereni, con le letere di missier Andrea Orili, che vanno a la Porla; e manda la lelera à scrito a quel sanzacho etc. ; e dice che a Durazo turchi hano lato quel castello alto uno passo, et hanno leva man ; el la bona compagnia li ha dimostra turchi etc. Di sier Beneto Sanudo, orator, va al sol-dan, date in galia, a presso la Valona, a dì 11. Dii suo navigar e trovar la galia curzolana, su la qual monta. Item, a la Valona si la lavorar e conzar 11 galie et 8 Custe, et a la Vajusa 20 galie ; e che il bassà di la Valona, o ver sanzacho, era andà a piacer verso el Butintrò, perchè, potendo, lo ’I toria; c cussi quel di Durazo voria tuor Ajexjo. Mceccciir,