447 MCCCfcCll, NOVEMBRE. 448 xe; saria boli, la Signoria provedesse, che ’1 podestà sotto scrivesse a ditte spexe etc. Da Sibinico, di sier Piero Marcello, conte e capetanio, di 23 octiibrio. Come 30 rnartolossi erano corsi de lì e preso X anime, perhù se IL provedi di qualche stratioto a custodia lhoro. I)a Zara, di rcctori. La peste non à fato altro danno di quello scrisse; ù uno altro in la Ierra, hanno provisto e mandato fuori; voria danari o for-menti per sovenirli. À scrito a le galie non vengi. Vene sier Francesco da Leze, provedador sopra le camere, narando la sua exatione, et voria ritornar fuori. Risposto si conseieria. Da poi disnar fo colegio. Si reduse el principe e consieri, in materia di danari e modo di far pagar li debitori, el maxime, perchè questa matina era sta uditi sier llironiuio Zorzi, el cavalfer, e compagni, non poter far la exation ; e li boni non voleno pagar le decime; non à scosso ducati 4000 etc. Tutti desse l’opinion sua; Jo aricordai, dii subsidio, fusse scripto per le terre; et tutti laudò la mia opinion etc. Et fici far le letere, el mandarle a li rectori. .Di Ferara, dii vicedomino, di 12. Come, a di X, il conte Lodovico di la Mirandola era partito con homeni d’arme 25; et si divulga, vien 250 lanze franzese et 4000 fanti. Et di tal numero za ne son passati (iOO ; et il signor à provisto, acciò non fazino danno, la comunità lazi cinque burchij, con vituaric, vadi drio diti fanti per Po, e vendi a chi li dà danari, senza perhò contrasto; la comunità si duol. Item, di Bologna manda uno aviso, che par l’acordo sia fato, ma missier Zuane tieri secreto. È ritornà li noncij stati dal cardinal, ma non hanno voluto referiscono nè a li XVI, nè al confalonier ; et il prothonotario è tornato a Ymola ; il populo si duol di questo. Item, a Ferara il ducha Valentino à mandato a trovar danari a interesso, mediante madona Lugre eia. Missier Zuan Lucha li ha servito, gratis, di ducati 1500, et uno altro di 1Q00; et più non ne ha potuto catar; qt li 1000 è trovali con interesso. Quanto al danno sequilo a Volargne, dirà al signor, farà etc. Da II avena, dì 12, horc 13. Per spie, stale a veder le mostre, partì eri da Ymola, come mer-core el duca le la monstra di 100 lanze francese, in un prato a presso Solarolo. El capo è monsignor di Montason; el dì sequente li de’ danari; e in questi era 40 lanze, ben in ordine. Et in Ymola le la mostra 308 provisionati, capetanio Maloresso, di quali il forzo è fiorentini e pistoresi, e dato danari, a ra-son di carlini 36 per homo, e mandati alozar a Ca- stel Bolognese. In Ymola è Frac basso; e dito è capo dii colonello dii ducha. Le arlilarie de Ymola con- • dute a Forlì, excepto uno canon et una colombrina ; e le condute, 5 falconeti, 4 meze colubrine, 4 canoni grossi et 3 collubrine; et che dito duca havia man- 205 ‘ dato Zuan de Monte de San Martin, francese, et Marcello Albarin, genthilhomo rumai), a la volta di Milano o vèr Pavia, per far 300 schiopetieri a cavallo; e si diceva, Inni dito ducha doveva andar alozar a Cesena, c faria aviar le gente d’arme a quella volta. Da Bologna ilice il messo, per bocha di Mancino, non è certeza di lo acordo, ma uno secretano di missier Zuane, nominato Filippo, è za zorni, X, a presso il ducha ; e jovedì dovea andar il liol di missier Zuane. È le gente distribuite per li alozamenti ; e Malizino e Ramazoto rimasti con 40 fanti per uno, e doveva intrar nel bastion di San Michiel in bosco; e il fratello dii marchexe di Mantoa era in Bologna. Item, trovò a la volta di Cosandolo, sopra Argenta mia 4, el signor Lodovico di la Mirandola con gente d’arme, si dicea era 400 cavali; et Argenta trovò un burchio di fanti alemani, numero 50; e dicea ne veniva di altri. Item, per uno homo d’arme di missier Jaeomazo, parli beri sera da Cesena, referisse, eri le gente dii ducha di Urbino corseno fin ad un casteluzo, nominato Monjusto, su quel di Cesena, lontan mia 8, fato bulino de presoni e animali; per modo tutti quelli contadi erano in fuga; e li soldati di Cesena erano reduti ne la murata et era gran tumulto di contadini che fugivano. Di Cretico, date a Gua de la Giara, a dì X octubrio. Come l’archiducha principe, di Spagna, l’à voluto con lui, sì come sier Domenego Pisani, orator, à referito; et è restato. La sua mora non è dannosa; e scrive questa per monsignor de Lassao, intrinseco dii principe. La regina cercha con ogni mezo retenirlo, e halo per hora licentiato andar in Aragon, a tuor il juramento di quel regno etc. Di V archi ducha Philipo a la Signoria nostra. Zercha sia lasalo con lui, el, la lectura di Padoa non si perdi etc. ; et è data Alcalà a dì X octubrio. Solo scrila: Philippus, princeps Hispamarimi, archìdux Austria, dux Burgundia, Barbanti ce, comes Flandrice, Tirolis etc., consanguineus ve-ster. Et la mansion è : illustrissimo et excellentis-simo principi, domino Leoìiardo Lauretano, duci Venetiarum, amico et consanguineo nostro carissimo. Et eri vene dite letere, le qual, per il coleio, fo terminato responderii, et dir eramo con- * tenti a soa requisition far questo. A dì lo novembrio. In colegio. Vene F orator