25 MCCCCCI, APRILE. 26 ilor ¡il sai, quondam sier Siamoti ........40.108 Sier Lunardo (’rimani, io avoga- dor, quondam sier Piero . 62. 84 A dì 23 aprii. Si ave letere di Roma, di 18. Come lo episcopo di Venosa era partito, vien legato per armar galie. Etiam fa letere di Napoli ; nulla di conto; solum che quelli di l’armata yspana si erano levati a remor. 10 A dì 24 aprii. Vene in colegio l’orator di Franza con li capi di X, mandati li altri fuora; e lo letere di Ravetyi di 21, zercha le cosse di Faenza; noterò di soto. Da poi disnar el principe, fo, de more, in chiesia a vesporo. Portò la spada sier Piero Loredan, va podestà a Verona ; suo compagno sier Antonio Pi-xani, Fantocho. Et sier Sabaslian Moro, patron di la barza, di-smontò in terra. Da Ravena, di 22. Come, da 19 fin 21, non fezono quelli dii ducila altro cha bonbardar com 14 bocbe de artilarie, tra canoni, colubrine e falconeti, In faza davanti de la rocha verso el bastion, per modo che hanno tuta fracassata e ruinata e aterado el fosso con dillo ruinazo. Et eri matina el campo tutto se messe in arme per dar la bataglia ; tamen indusiono fin bore 19, et a quella bora principiò e durò fin bore 24. Le zenle dii signor Vitelozo deteno principio a ditta balaja, quale fo asprissima, sono stati morti et feriti numero grandissimo dii campo, per modo che ’1 fo forzo a quelli dii campo tirarse in-driedo. In ditta balaja è stà morto uno don Forante, spagnol, Achiles da Cesena e monsignor Dargos, francese, et altri assai. Faventini se hanno defeso ga-iardissi inamente, per modo che noni temeno le zente dii ducha Valentin, quando ben fusseno 3 volte tante, et sono ben animati e dispositi a darse più presto al diavolo cha al ducha predicto, et similiter le feme-ne, quale stano suso i repari et fanno comme i ma-scoli in lavorar quanto bisogna. Et ha, per persone state in Faenza, la ferma e constante opinion loro è di tenersi ad ogni modo. Et esso podestà di Ravena mandoe el disegno di Faenza a la Signoria nostra. A dì 25, fo el dì di San Marco. Fato precessioni per ì/ì la piaza. Portò la spada sier Domenego Trivipn, el cavalier, va podestà di Padoa ; fo suo compagno sier Piero Balbi ; e poi andono a disnar col principe, de more. Di Albania. Fo dito esser nove, il signor Schan- darbecho aver fato certa cossa a quelli contini. He»i, la galia di Liesna, sopracomito domin'o Jacopo Bar-bichij, el cavalier, si partì per armarsi. A dì 26. Vene letere dilzeneral, di 13, da Cor-fù. Come el si voleva levar e andar verso-Levante. Da poi disnar fo pregadi. Fu posto, per li bisogni di la terra, meza tansa al monte nuovo a pagar la