- 56 - il valore quasi di una necessità morale: Vadet è non tanto la consuetudine, quanto il dovere morale, il codice non scritto. Si direbbe che la oscura coscienza della stirpe, dilaniata nella sfera della vita politica e religiosa, si sia rifugiata entro la casa, attaccandosi disperatamente a questa perennità solenne di atteggiamenti, nella vita di tutti i giorni e nelle più elementari relazioni sociali, ai quali attribuiva veramente un significato di cerimonia religiosa. Mancava quella leva potente che è stato al riscatto di tutti gli altri popoli balcanici il sentimento confessionale che qui anzi sarebbe insorto come un’ insidia all’unità d^fla razza : era più lungo e più difficile. Quindi il fatto nazionale poteva riflettersi in sentimenti, diventare una coscienza limpida, una volontà, un programma, solamente il giorno che, di fronte alla fatalistica inerzia dei dominatori, l’urto brutale delle altre nazionalità prime risorte, le cupidigie delle potenze che vedevano nel dominio ottomano un territorio di sfruttamento da occupare all’ora giusta prescrivendo di colpo tutti i diritti sospesi delle nazionalità sommerse già nell’onda turca, non avesser fatto sentire che la casa in cui bene o male si era alloggiati da qualche secolo non era più che un albergo e poteva da un giorno all’altro mutar padrone o esser ridotta a un mucchio di macerie senza nome. Quindi nella massa la rinascita si manifestò prima sopratutto come una tenace difesa, difesa conservatrice, a volte cieca, di fronte alle razze contermini; ma si illuminò ben presto fra gli intellettuali di studio amoroso rivolto a sviluppare dalle tradizioni, dalla poesia popolare, verso funzioni più alte il mezzo espressivo nazionale, a educare il popolo nelle scuole, a prepararlo ad un’autonomia. La ripercussione del Trattato di Berlino che sforbiciava