107 MCCCCCI, SETTEMBRE. 108 chi, ben in ponto ile combalenli e artilarie ; e poi parloe dii successo di sguizari. A dì 3, venere. Fo preso in pregadi, cazado sier Anzolo Trivixan e gli altri clic hanno interesso, che tutti, che hanno posscssion sopra la gastaldia di San Donato, siano tenuti pagar dacio de vin, che de li condurano qui; atento, che, quamvis per la forma de l’incanto, havesseno comprado exempti de dacij, come terre che sono nel Dogado, non se podevano asolver quelli contra i capitoli di dacij, che non pcr-mete tal inmunità; e fo contra la promessa. A dì 6. Vene el capctanio ili Pordenon, amba-sador a la Signoria, per nome dii re di romani; et foli mandato zentilhomeni, a condurlo in colcjo. El qual dimandoe, li l'usse restituito 1’ ojo, preso, per contrubando, in Quarner, per sier Zuan Zantani, provedador di l’armada; et la cossa fo coriza et sa-tisfato. A dì 8. Per letere di Napoli, in privali mercha-danti. Si bave, esser morto a Napoli el signor Zuan Francesco, conte di Cajazo, fo fiol mazor dii signor Ruberto di San Severino, el qual era di prftni capi, per il re di Pranza, a quella impresa venuto ; tamen era homo, havia mal animo contra venitiani. Item, si ave, in questo di, lelere di sier Beneto da cha’ da Pexaro, capetanio zeneral nostro. Per le qual se intese, come, con 250 cavali di Napoli di Romania, à posto a sacho Megara e ruinato castello, muraie e caxe e trato 4000 stara, tra fermenti e orzi, preso turchi 40 e do fuste, una con li homeni, qualli tutti fonilo apichati, l’altra brusoe e una fu-zite con vergogna di l’armata. Sì che stratioti hanno la via aperta ili corer a Negroponte, che Megara im-pazava; et esso zeneral andava verso la Natalia a far qualche bon cffeclo. Et di Camalli nulla mention faceva. È da saper, che in questa terra, quello si temeva da tutti, è intervenuto, che, mercore, a dì 9, a le 17 bore, i Lippomani dii bancho sono fuziti di prexon, aperte con chiave falsse ; nè, a rechiesta di capi di creditori, fo voluto quelli mieterli in separala preson, ma erano in l’armamento. Et fo ditto, che sier Be- * nelo Sanudo, avogador, havia ordinato al capetanio, che se 20 in 30 yolte al dì volesseno esser averti, per intrar soe mojer e fioli e disnar, quello li debino averzer le porte; adeo fo reduto in consuetudine, che quando li portavano el disnar, non se contentando metcr per el buso, volevano l'usse averto le porte. Et constituto l’bordine, a bore 18, de do vardiani haveano, mandono uno dentro; e vene el disnar con tre homeni valenti. Azonse poi una torta calda, e za era aperto la prexon, e i Lippomani erano in l’andeo; e, averto la porta a colui porta la torta, ussite fuora sier Hironimo Lipomano, et, messo il mantello in capo al vardian, si dice con el corlello a la golla, tolseli la chiave di le canlinele; e cussi sier Bortolo e sier Vetor fuziteno in zipon, senza barela in capo, e montono in tre barche armade, sì ile arme come de valenti homeni, che vogavano, e con- altre barche, che li segui tono, fuziteno nel monaslerio di Santa Lena, e lì steteno, befizando li creditori; et feno bene, perchè aliter havendo a far con li capi di creditori, videìicet sii-« Pollo Contarini, da San Moisè et compagni, mai sariano ussiti; là che il tempo li conzerano. El nel consejo di pregadi, visto che seguiva in cargo a la terra, che tanti oratori fusseno designati in Franza e tulli refudaseno, fu messo parte e presa, che de prcesenti siano electi do solenni oratori, che andaseno al re di Franza, a congratularsi di l’aquisto dii regno de Napolli, et quelli poi havesseno a ritornar; demum sia electo uno terzo orator, che rimanesse poi, in loco di sier Francesco Foscari, el cavalier, eh’ è lì ordinario; et che li electi potesseno esser tolti di ogni luogo e oficio e non potesseno re-fudar, in pena di ducati 500, oltra tute altre pene. Or tolto il scurtinio, rimaseno iterimi sier Dome-nego Trivixan, el cavalier, podestà a Padoa, et sier Hironimo Donado, dotor, fo podestà a Brexa, et il terzo a rimanir fo sier Francesco Capello, el cavalier, fo ambasador alias in Franza; et cussi lutti tre, visto la intentimi di la terra, aceptono. Di sier Polo C'albo,patron di la bar za, data a dì 26 avosto, in porto di Corfù. Come, per il provedador Zajitani e baylo di Corfù, li fo ordinato, andasse a la volta de Cavo Colona, per i corsari, prendevano le nostre nave e conduceva a Cotron ; e cussi andò. E si partì a dì primo, et a dì 4 da ma-tina discoperse, per il dir di pescadori, in porto di Colron i corsari con le nave prese, zoè Soranza, carga di tavole, di Bragadini, presa tristamente, per esser sta disarmata dal governador ili quel loco, item, tre caravelle, una Pizamana, le do schiavone, venute a Cotron, per cargar formenti per Veniexia, assegurate in porto per ditto governador, poi tol-loge i navilij, danari e robe e dato taja ducati X per uno. Item, era in porto una nave de 500 bote, la qual molti ili fa fo presa sora Capo Colona da ditti corsari, zoè Chiaran e l’altro Chiavin, la qual nave era andata a Taranto, per re Fedrigo, carga di artilarie. Item, per i ditti pescadori li fo ditto, di uno zentilomo Malipiero, che poi intese era sier Zilio da