403 JÌCCCCCH, DICEMBRE. 494 seno informar e dimandar a’ indiani ; li risposeno, da poi li primi, fono cazati di Coloeut, non esser zonti più aleun navilio de li elicti in India ; tamen alcuni dixeno aver inteso, molti navilij de Portogai, posti a quol viazo, erano pericolati in camino. Item, el paese è in gran extremo ; el soklan, dubitando non poter durar, sta -con gran guardia, nè mai se parte di castello; e con vie de fedoli mette taia a tutti mori hanno qualche facilità, e tuoi quell’hanno al mondo, per poter con el denaro suslentarsi, nè vai mori se scondino e fuzino ; e non ha rispeto desfar el paese e la mercadantia, che ’1 là ogni inaudita e publica manzaria. E per tenir in expectation mamaluchi, per honestar le manzarie, monslra voler far campo contra Soffi de Azemia, tamen non apar alcun effecto. Etiam si dicea, volea mandar conira arabi di la Mecha, qual haveano combatù la caravana di la Soria, e quella del luto quasi presa, e combattilo etiam quella de l’Egipto, e preso li tre quarti, tamen non è per far altro, per esserli venuto uno orator de quelli signori di la Mecha, al qual ha fato bona ciera e vestito ; e cussi farà. Da Sibinieo, di sier Diero Marcello, conte e eapètanio, di X. Come a li zorni passati erano corssi li vicebani di Tellina, con cavali 400, solo Rogo in Bosina, et, brusato el borgo, menono via assa’ animali et 50 anime, e ritornò. S’inscontrono in 40 pedoni martolossi, qual haviano fato preda su quel di Hongaria, sopra la Catina, e ricuperò la preda, e parte presi e laiati a pezi di ditti marlolos-si. De lo exercito hongarico dii ducha Zuan Corvino e il signor Embrich, par erano cavalchati a Livaz, per restaurar quel loco, qual era stà brusato per turchi, e per socorer Jayza, nè sono cavalchati con tanto numero di zente, quanto se divulgava etc. Item, scrive di Mathio da Zara, è lì con la compagnia, ben in bordine, si provedi, al iter etc. Da poi disnar fu gran conseio. Fu posto, per li consieri, una parte, le cosse di daeij, cussi come andavano a li 12 savij, vengi al coleio dii serenissimo, consicri, cai di 40, savij di una man e di l’altra, e li goyernadori. Or ditta parte ave : 14 non sinceri, 311 di no, 498 di la parte ; et fu presa. La copia sarà posta qui avanti, perchè stentai averla, perhò non è notà al loco suo, ma 15 zorni da poi. 5 Dii rnexc di dezembrio 1502. A dì primo dezembrio. Introno tre consieri di là da canal, sier Cosma Pasqualigo, sier Pier5 Contarmi e sier Piero Balbi ; cai di 40, sier Andrea Pettnarin sier Andrea da Mulla, sier Francesco Marcello. Da Ravena, di rectori, di 28, hore 15. Come per messi, ha, ozi il ducha è levato e andato verso Forlì ; e le aque.à fato gran danni. La biava è cara, a Ymola vai il formento uno ducato la corba ; pur si sa la preparation di assa’ torze, et altro non z’ è. Da Rassan; di sier Hironimo Valier, pode-. stà et capetanio. Di la gran discordia è tra el con-testabele e caporali di la Sellala, e si provedi; è in gran pericolo. Da Verona, di sier Zuan Mocenigo, capetanio. Zercha le page in Peschiera e Rovere, qualli non voi esser a page 8. Item, sier Bachalario Zen, el cavalier, castclan, scrive etiam; fo mandate a li capi di X. Fo lcto le lelere scrive sier Andrea Griti a Cbar-zego bassà, qual si manda Francesco di Rizi, e prima fo mandà Batista Sereni ; e prega mandi e dagi le letere al nostro secretano, e rimandi la risposta. Etiam fo scrito a Mustafà bei, sanzacho di la Valo-na, le mandi, e dagi uno nontio con questo Francesco di Rizi, vadi a la Porta. Fo expedito la moier dii conte Zorzi Zernovich, da cha’ Enzo, commessa a 1’ bordine nostro, et da -toli prò mine ducati 24. Da poi disnar fo pregadi. Fo posto alcune (aie di Verona, de chi fìchò fuogo in la canzelaria dii capetanio, e uno fo amazà. Fo posto, per nui ai ordeni, in luogo di sier Zuan Bafo, patron in Alexandria, è amalato, sia messo sier Francesco Memo, quondam sier Zorzi. Ave tuto il conseio. Di Capo d’Istria, di sier Piero Marcello, provedador. Gomme manda .una letera abuta di Damian di Tarsia, castclan a Castel Nuovo. Lo avisa, fanti alemani passar per andar in Reame etc. Di Traù, di sier Dolfin Venier, conte, di •-? novembrio. Come, poi la incursion di morlachi, subditi dii re di Hongaria, sotoposti a li vicebani e conti di Corbavia, che fo la ruina di quel paese, mandò uno ambasador al viceban, qual ritornò et nulla ha fato. La risposta, gli dispiace il caso se-quito, e non è stà di suo consentimento, e nel paese non si trovava. E niuna provision a la restitutron di animali feno, tamen la preda è stà partita in tre parte, una a Cosule, viceban, l’altra al duca Zuatie de Coragia, la 3.a a li malfactori. Et aricorda, nel teritorio di Sibinieo se atrova possessione e case de quelli di Corbavia etc. Item, dubitano di turchi e