MGCCCC'U, NOVEMBRE. 4G8 mia, con tanto amore, quanto reihiedeva la paterna dilectione, che sempre la casa mia li ha portata. Me è parso subito darne aviso a la serenità vostra, la quale, so certo, ne piglierà quello piacere, che merita la fede et servitù mia ; et suplicho a la vostra serenità se degne recever mi et lo stato in protclione de quella serenissima Signoria, perchè tanto è patrona del stato et de la persona, quanto che servitor che hahia; et humilmenle me ricomando ala vostra serenità. Camerini, 25 octubrii 1502. Subscriptio : servitor Joannes Maria De Varano, Camerini eie. A tergo: Serenissimo principi ac illustrissimo domino meo, unico domino, Leonardo Lau-redano, duci Venetiarum, etc. Auta a di 24 novembrio. 214 Da Roma, di l’orator, vene, a! levar dii pregaci, de 13,14,15,16. La conclusione, che fo dal papa, qual disse, Vilelozo aver fato ogni cossa con fiorentini, e promessoli Pisa si volevano esser con Ini, dicendo : Fiorentini si darianoal diavolo per aver Pisa; e mandano essi fiorentini do oratori al roy. Item, l’archidiacono di Pranza, dovea andar a Fiorenza, par non vadino; et monsignor di Agrimonie li ha dito, aver auto letere dii roy, che ’1 noi) si parti di Roma; et che le trieve è fato con Spagna, per di . là, per mexi tre, per la venuta in Pranza di l’archi-duclia, che torna in Borgogna. Item, uno nontio dii conte Lodovico, liol dii conte di Piliano, è stato da lui, a dimandar qual ajuto ara a le sue cosse. Li ha risposto, le cosse sue esser sta et tenirse ricomandate, cornine cosse di la Signoria. Rispose, questo non li bastava etc. Per le altre letere par, Paulo Orsino, era a Siena, li mandasse al papa, per uno Cipriano, familiar dii ducha, li capitoli di la pace e acordo lato, solo scriti per lui e per Pandoll'o. Item, osso orator lo dal papa, a dì 15, eli disse soa santità di questo acordo, nominando robelli e traditori quelli di Camerin, havia ricevuto tanti bonefieij. Item, li disse, el ducha de Urbin intende» volersi partir dii stato; et dice, andarà a Sinigaia da soa sorella, profetessa, la qual non è in luto bona, cigliando volerla mandar a sparvier. Item, per 1’ ultima, come quel di fo concistorio; vi fu li oratori francesi, el gover-nador, missier Hadriano, e altri. 11 papa fe’ lezer le-fere dii roy, di ultimo, optime; pareva voi dar ogni ajuto al papa e suo cuxin, ducha ili Valentino; li pro- mete zeule etc.; e voi venir in persona a Roma. Item, mostrò etiarn letere a li cardinali in conso-umilia. Poi dii Cardinal Roau in conformila; udeo il papa luto fo aliogro. Poi lo’ lezer le letere di Siena, di lo acordo fato, et con li capitoli scriti per avanti solum doy ; che Vilelozo voi titolo o di governadoi* o di vicario di Civita di Castello; el di Bologna, missier Zuane sia posto nel roy sullo, qual à fata la sen-tontia; li dà in tre tcrmeni ducati.25 milia, e rimati in Bologna ; el il papa non li piace questo. Di le cosse di Reame 0 zè, solum si dice, francesi prosperano e voleno ir a campo a Barleta. A dì XXII novembrio. In colegio. Vene domino Laurenti» Suares, orator yspano, contra il qual andò cl principe fino a mezo la sulla ; e, sentalo, presentò la letera di credenza, la copia di la qual sarà qui solo scrila. Poi expose la sua imbasata, interpe-tre Gasparo di ia Vedoa, videlicet, li soi catholici reali mandava a saludar lo illustrissimo principe e questa Signoria, come quelli che desia ogni ben, et è soa alteze di la Signoria nostra, come si à visto la experientia di la soa armada data. Poi disse, che ’1 re Fedrico leniva praticha col lurcho, linde li soi reali si acordò con il re ili Pranza a tuor quel regno. E felino G capitoli : lo primo, partir la intra’ ili la doaua di le pecore per mila ; 2.°, la portion di le torre oqual per mila; lo 3.°, tute le terre aquislasse P uno più di la portimi desse a l’altro; 4.°, tutti stesse a la so signoria ; 5.°, niun facesse liga con altri senza consentimento di P altro; t>.°, che il papa 214* con censure farà a le parte non li observasse. Or an-dono insieme con francesi a conquistar ditto reame; et, aquislato, francesi non slevano a li capitoli; e voleva far trieva per 4 mexi, e li soi reali perdo mexi; ma, visto non volseno li soi reali, non volse ni per do di far trieve, e si voleva meter nel papa, e li cardinali c il re di Pranza non volse, imo francesi tolse la Capitanala, che era di li soi reali, e poi Manfordo-nia etc. TJnde li soi reali, cussi come nui havemo orator nostro de li a presso soe alteze, l’à voluto mandar lui qui, eh’è la terza volta è venuto in Italia, a star a presso questa Signoria, dicendo, li soi reali à la justicia con lhoro e la raxon. El che si dice, francesi gana muchìo e tiene poeho-, et che bisogna, a consequir lo effecto, prepararla causa, dicendo mal di Pranza. Et che franzesi havia aquistado do gran stadi in Italia e li teniva ; et a la forza loro niuna era equivalente a quella di Spagna, per esser li più potenti re dii mondo, perhò habisogna venir in guera con Spagna, acciò sia doma la so superbia. Poi disse la pace èra bona a ehi la desiava etc, i\