215 MCCCCCl, CENNAJO. provedàdor in armada, sier Zacaria Contarmi, el ca-valicr, orator al re di romani, et sier Piero Contarmi e altri ; qualli fenno. satisfar e non fo eazadi. A dì 28 zener, in colegio. ij exatori ai 3 savij sopra il regno di Cypri. Sier Marcho Zancharuol, quondam sier Francesco. Sier Piero da Canal, fo camerlengo a Treviso, quondam sier Luca. m j •exator a li governadori, in luogo di sier Piero Contarmi. Sier Francesco da Ponte, fo castelan a Lavrana, quondam sier Zuane. Noto, a dì ultimo dito. Fo termina per la Signoria, che il masser sarà eletto di la canzelaria fazi l’ofìcio in persona, e cussi tulli i altri massari, diedro tempore sarano electi a la dita canzelaria ; et rimase Andrea Cavaza. 100 Copia di alcune letere, venute di Eiemagna, date di zener 1501, a Yspruch. A di 20 zener, la cesarea majestà, vestita de una sopraveste, meza de damasco lionato et meza de verde e biancho, con due alete per fozià, coperte de uno vello galante, giostrò corendo 4 botte ; dui ne butò il compagno, una cadeno ambedui, l’altra lui solo cadete. La sera se reduse in una sala, dove era una tavola rotonda, che intorno tenea sette arbori, a ciaschuno di qualli era uno homo armato con cimieri in testa dorati et scuti, con arme dentro dorale ; el ivi sedeteno sette homeni, richamente vestili. Dove, cenato, venero due peregrine, quale, in lodesco, persuasero quelli al combaler per una regina sua, vidua. Et cusì se redussero in una sala grande, ove era uno stechato, dove slava uno homo armato a tutte arme, aeompagnato da certi homeni salvatici, quali sonavano alcuni corni con musicha perfetissima. Et, cominziato ad combater, stetero uno pezo a le mane, che fo bello spectaculo ; al fine tutti li homeni salvatici corsero a dosso a quello solo, e, levatolo de peso, lo trasero, gioso de la sala, in el cortile, e ivi, montato uno a cavalo et tolto questui denanti, dette tre volte a cerclio al cortile; et così se finì la festa. A dì 24 ditlo, la majestà cesarea se redusse in giostra a le 24 hore a la italiana ; et per incontro hebbe il conte Bolfo de Fustimberg. 11 forzo fu a ferri molati ; e la cesarea majestà havea uno sirello, fato de cendale, a quarti rossi e bianchi e beretino, et de ponta gli era una sirena ; il vestito la medema forma, il scuto la medema impresa; et in zima l’elmo havea una sirena. Corseno una sol volta ad cavalo, e la cesarea majestà lo zito tanto longo da cavallo, quanto era la longeza de la lanza. Il prefato conte havea uno sirello di la foza di quello di la cesarea majestà ; in questo erano differenti, che in quello dii conte erano puñete due'mane in fede con una corona sopra. Et per quello dì non corseno altri, se non due giostradori, qualli a la prima volta andorno per terra. La sera da po’ cena, in salla, in uno stechato, fu condute due rezine in maschara et ivi assentate ; dove un zentilhomo del re, in foza de lanzchenich, giogo un pezo di lanza da sé ; da poi, venutone un altro, si frontorno insieme, et, relevando de bone bastonate, fra lhoro combaterono un pezo, con gran plauso e piacer de li spectatori. Facto questo, prima il conte Felice di Mitimberg, acompa-gnato da molti trombeti et uno araldo, veneno ili stechato, armato da homo d’arme, con lanzone in spalla, daga et pugnali a’ fianchi, et presa una di quelle rezine, et ballato uno ballo secho, la lassiò 100* andar da uno canto del stechato, ponendosi lui da l’altro. Poi la cesarea majestà, a la medesima guisa armata, et acompagnata da alguni homeni salvatici in forma de trombete, fece el simile con l’altra regina. Ilavevano la prefata majestà et il prefato conte di continuo a presso uno regazo, con uno stendardo in man, rosso, che tenea dentro uno grifone dorato. Poi cominciorno, prima con le lanze, poi con le da-ge et pugnali, ad con i balere, portandosi sempre am-bidui animosissimamente. Durono per uno pezo, con grandissimo piacere de li astanti ; al fine furno spartiti dal conte di Zorno, e il conte di Nasoe e il conte di Fustimberg e missier Nicolò Firmiano, che a questo effecto stavano nel stechato con una asta per homo in mane. Il che fato, ambidui, con la lhoro regina a mano, ussirno de salla. A dì 26 ditto, si fece una altra giostra, dove, fra li altri, la majestà cesarea se giostrò a ferro amolato, vestita do panno d’oro cremesino, armato a la talumana, sopra un cavalo, con barde, coperto di panno d’oro cremesimo. La sera comparse nel stechato" a combatere, come è dito di sopra, ne la medema foza, baiando e combatendo, et essendo spartita, salvo che questa sera vestita era da homo sai-