311 MCCCCCII, SETTEMBRE. 312 Poi scorando al Monte Santo, dove è castelli 40, so-lum Ilioro è signori, lochi fructiferi di ogni bene e christianissimi e favoriti dii Carabodan. Parlidi de li, scoresemo in l’isola di Negroponte e asaltamo uno castello nominato Loreo, e brasato li borgi. Ve-neno acanto a Negroponte mia XV, non danizando persona alcuna, per la sua christianissima fede; in summa ha pigliato il zeneral, tra fusto, barze eschi-razi, numero 23. Piero di Bavarin signatus. A dì 9 septembrio. In do quarantie fo dannato sier Piero Sanudo, quondam sier Domenego, fo sy-nico in Levante, menato per sier Antonio Condol-mer, sier Marco Loredan e sier Gasparo Malipiero, provedadori sora i conti ; videìicet, che ’1 pagi certa quantità di danari, come par, per li soy conti, non aver speso tanto, sì come sarà conosuto per essi 3 savij, e la mità più per pena ; e Piani lutti) quello essi savij cognoserano ditto sier Piero habbi tolto ad altri per indireto. Senza altro conscio fo posto, di proceder 40, di no 17, non sinceri 8; et pocho inanellò, che non fusse publichà in gran conseio. Tanien, dirò cussi, el non havia l'alo mal tanto, che non si havesse potuto conzar, ma lui si anegò in un goto di aqua. Li fo venduto in Rialto le so possession di Lignago ecaxe; et lui disperato si parli e andò a slar con li (ioli a Mantoa, a lezer in theologia, per esser doctissimo, dove I’ è al presente. Duoimi per la caxada, mi piace per il suo mal governo. A dì X ditto. In pregadi fo posto, per sier Lu-nardo Grimani, savio dii conscio, e li savij ai orde-)ii, 3 galie al viazo di Fiandra, a tulo viazo, che za do mude non è andate, con don di ducati 4500 per una, di certi danari, ut in parte. El venuto a incantarle, la Signoria non trovono patron, per caxon, che queste galie che si aspeta haveauo grande partido, e li avanzava rata, e queste non hariauo auto parlido di specie, per le nove di Coloqut e per non ne esser in la terra. Iterimi in pregadi li fo emulo ducati 500 di don per una, e, incantade, non trovò patroni. In questo zorno, hessendo stà per il coleio electi li proveditori di cotimo, primo di Damasco, sier Zuan Bembo, quondam sier Zorzi, sier Alvise Malipiero, quondam sier Stefano, proeurator, e sier Piero Zen, quondam sier Calarii), el cavalier; et di Alexandria sier Marco Antonio Loredan, quondam sier Zorzi, e.........., e fo posto parte in pregadi, che potesseno venir in pregadi questi da esser elecli per coleio, non melando balota. Or ozi fo provisto di dislalehar el colimo di Damasco tanto debito, e fu posto parie, per li savij di coleio e dilli provedi- tori. Quelli di Damasco difendeva il suo colimo e quelli di Alexandria il suo; et il colinto di Damasco è debito ducati 160 milia a usura. Or fo posto parte, in la qual intrò sier Anzolo Trivixan, el consier, che ancora le specie per ilo anni pagi, videìicet le ale-xandrine, ducati 3 per collo, et quelle di Barato ducali uno per collo, e Iute robe vien di la Romania e collo pagi una per 100; e tutti questi danari si mandi, per le galie, a Baralo, a disfalchar il cotimo, con sier Bortolo Contarmi, elelo consolo de lì. A dì XI. A Verona fo zostrado a do manni, 1 predo ducati 100, in una borssa; vadagnò el palio Rizin da Asola, homo d’arme dii conte di Pitiano. Era rectori sier Bernardo Bembo, dotor et cavalier, e sier Zuan Mozenigo camerlengo ; sier Piero Alvise Barbaro et Jo, Marin Sanudo, qual do zorni da poi compiti, et sier Jacomo Alberto fo mio successor, et vene a Veniexia per l’Adexe. Or pocho da poi fu fato a Brexa eliam una zoslra, et prima fu fata be-lissima a Padoa; non perhò quella di Padoa fo a spexe di la camera, nè quella di Brexa, che lo persone particular, ma Verona sì. In questi zorni el ducila Valentino à compagnato il re a Zenoa; et soa majestà partì per Pranza, e lui ave licentia di ritornar, e vene per Po. Andò a Faenza, e non volse andar a Ferara da la sorda. Et il marchexe di Mantoa era a Gonzaga, sora Po, quando el passava ; non volse smontar, ma in nave si partono;- e dicitur, si Irata matrimonio dii fiol dii marchexe in la fiola di esso ducha, qual à do anni, nata di madama di Librcl, eli’ è in Pranza. Or dito ducha andò per le valle nel stato suo. Etiam el ducha di Ferara ritornoe a Ferara stato dal re. La rota di 1’ Adexe, fata sul Polcsene di lluigo, le’ gran danno, come ho scripto, e tuta via si reparava. Quotidie vi era zelile et inzegneri, e sier Daniel Dandolo, podestà di la Badia, si operoe, ma ben li burchij ancora non potevano navichar, perchè non era presa. A dì 14. La peste comenzò a Veniexia, a San Cassai) in ruga di Barileri. Fo mandato alcuni a la-zareto, fo serale le vie e fato provisione debite, e altri, sanili, mandati a lazareto novo. A dì 12. Zonse qui sier Francesco Coniarmi, quondam sier Luca, da Constali linopoli, dove era sialo____anni continui; parli a dì 4 avosto. Fo uno di rescatadi con la tuia, qual rimase in Constantinopoli per suo fazende, e stava in caxa a presso il serajo dii signor, in la qual veniva homeni de diverse na-tion a lanfaruzo. E, parlilo de lì, vene, con nave agontana, in Puia e poi qui. Narra di quel Solfi, re