MCC'CCCH, DICEMBRE. 500 (’onte Bernardin ili Frangipanni, tamen nienti“ da conto. Item, per un altra di 30, avisa, li fanti alemani in Lubiana era 500, mal in hordine ; e dii partir di la fusta, con quel nontio yspano venuti per levarli, con lemporal ; et la crida fata di dar tre raynes al mexe per uno. IH Verona, di s-ier Bernardo Bembo, dotor, cavalier, podestà. Come el conte di Pitiano li ha mandato a dirnao lar quel Michaleto, è in preson, e 10 voi far, per soi manchamenti, mal capitar, dicendo, è scrito con uno da Liscila, suo homo d’arnie; e manda la risposta fatoli. Or per coleio fo laudato, et rescrito li fazi justicia. Di Malvasia, di sier Bernardin da Riva, podestà, di 15 octubrìo. Come zonse li la nave, patron Piero Arcadi, per nome di la Signoria, e li consigliò tormento stera 1000; e à lato uno fontego, justa li mandati. E ave le monitione et li 25 provisionati, qualli ha messo per custodia di la porta di la terra da basso, et ha cassato li greci, e lassato X di diti greci per bon rispeto. Voria bombardieri, perchè uno, vene col castelan Nicolò Moriani, lo cassò, 0 sapea far ; e fo di volontà dii rezi mento di Candia ; resta solum Agustin di Lan li, che 0 vai ; voria do altri per la terra. Item, el bassà è a li confini, non ha da danizar altro dia (juel loco e Napoli; e si dice ha intendimento con certi di primi di lì; e aula la terra, eh’è debile, haria il castello. Di tuto avisa il zeneral ; lauda il fontego è stà fato lì. È anni 4 sono asediati ; hanno impegnato il tutto ; cerchano abandonar la terra ; li dà bone parole, tamen non hanno da viver. Item, voria ducati 600 tornesi, per fabricar la terra, e acciò li poveri iio-meni vadagnino e si comprino da viver. Item, quelli di lì fono fuora, zoè zercha 40 zagdari, preseno a preso la Vaticha uiio homo, serviva li turchi erano in castello, el qual etiam si trovò a la rebelion ; et examinato lo fece butar zoso di merli, come fece de 11 altri quatro ; e cussi farà di quanti li vera a mano; e le femene servivano ditti turchi le à mandà ne l’isola di Candia. Poi andò fuora alcuni pedoni di la terra, e condusseno cercha 1000 piegore, eh’ è stà la salute di poveri habitanli, ai qualli l’altro zorno li fonilo butato a terra e brusate tutte le sue vigne;. adeo sono ussiti di speranza, che li feva sofrir ogni incomodità, sperando di pace; adeo tutti dimanda licentia, per abandonar la terra. Voria fosseno sove-nuli di biave; e voria 100 pedoni, quali danizaria li. niniici. 30 Bel dito podestà et capetanio, di 16 octu- brio. Come el bassà di la Morea cegna molto a quella terra ; e il ponte e la terra è molto debile ; et intende è tractato in la terra. À scrito al zeneral, e à spazate la fusta de lì al prefato zeneral, a ciò provedi. Et, per una galia vien di Napoli, ha inteso, da Negroponle esser ussito gran numero di fuste. Portano venir lì artilarie e____, ma non è homo le sappi manezar; eli soldati italiani moreno di fame. Di Candia niun dinar hanno hauto, con il suo va sove-gnando li soldati e li soi oficiaìi. Dii zeneral di Camaldole, domino Piero Dolphin, data a Fontebon, a di 28 novembrio, latina. In materia di 1’ abacia di le Carzere, per la •diferentia di l’abate col Cardinal Grimani ; la copia di la qual, per esser latinissima, è qui soto script;». Serenissime ac illustrissime princeps, pramissa connnendatione, salve. Convenit heri me nobilis vir Johannes Marcus Boldonius, germanus venerabilis fratris nostri, ab-batis monasterii Carcerum apud Fontebonum, ut nonnulla mecum ad causam aliati*, quoe tum Roma! tum istic agi tur, pertinenti;!, conferret. Inter ceetera, quse mihi enarravi!, laudavi! pieno ore be-nignitatem celsitudinis sua1, eommeniorans, quam grate accepisset superiores litteras noslras cominen-datitias in favorenti Carcerum, el quam obnixe pa-trocinium exibuerit atque consurexerit milii, adver-sus malignantes, ac steterit mecum adversus operan-tes iniquitatem. Jussisti perquiri diligentius latentem et abditum apostatam, ac sui ordinis prodilorem, qui vel ipsa fuga sceleris et conscientise indice facile patefecit se impie egisse, atque ornili crucialu et supplicio dignum esse, quod mihi summopere cordi fuit. Ego quoque illuni, ob turpissimam et sordidis-simam eius vitam, intollerandaque flagitia, abrogan-dum beneficio, cui indigno preerat, nuper censui. Si forte correctus redeat prevaricator, et traditus in reprobum sensmn desinai tandem facere quse non conveniunt, nec taui iniquo atque obstinato animo, tam pertinaci vesania et furori, optime de se montani religionem suam insequi pergat. Pro liac tua erga nos piotate, justitia, religione, fide, princeps mitissime, debemus plurimum Inai amplitudini in-gentesque propterea agimus illi gratias. Confirmasti omnium animos, qui causam Carcerum tuentur, (alitai auctoritatis patrocinio, et brachia debilia robora-sti, ut audacter dicant cuius vis manus pugnet con-tra nos ; nec mirmn quando suminis cujusque bo-nitatis etrcommune ornniuin perfugium esse con-sueverit, ut ceptum opus pium utique et sanctum