MCCCCCII, DICEMBBL. e dice, le sue cosse è in pericolo. Poi dico è usanza tra pace e trieva far quello à fato il zeneral ; judicha pur non disconzerà la pace. Poi, in la letera di 3, narra, il spachi spazato per il bassa, qual eri parti con el salvo condulo, e le parole di Taut bassa, dicendo: Volè mandar, che venitiani ne milanta e befa corn me hanno fato. Conclude, vorano altro cha quello dimandava prima a far la paxe etc., ut in ea. Poi lo leto per Gasparo alcuno deposition, fate a li capi dii conseio di X, per persona parli a dì 17 noverribrio da Ragusi ; in una fo cazà i papalista. Par, come uno Nicolò di Monte Novo, nontio dii ducha Valentino, stato a la Porta, era ritornato per via di la Valona e passa in la Marcha. Qual parlò a Mustafà bei, e disse era sta dal turco a dimandarli zente da conquistar la Marcha, e li prometeva ajutarlo aver la Puia e il Reame; e il turco li ha promesso, e manda uno so fìol, e ordina a Mustafà bei slia preparato e con 1’ flrmada di la Valona e Vaiusa. Item, che non se fidi di le parole di Mustafà bei, qual è nemi-cho di venitiani. Poi, chiamato li papalisti, fo leto una altra deposition dii dito. Come è conclusa la paxe con Sophì, qual li mandò contra uno so fìol, con 60 milia persone, el qual tramò la paxe con Sophì; e cussi è lata. Item, il signor à ordinà grande armala, e manda e fato cride, tutti i calafati vengi a la Porta. Et a dì 13 novembrio zonse uno olacho a Ragusi, a dimandar calafadi per mexi 4 ; li à risposto non aver. Item, il signor à fato una crida, tutti chi à nave e altri navilij li mandi a Constantinopoli, che li voi comprar. Item, che se dice non sarà la pace con venitiani per niun modo. Item, che Mustafà bei desidera molto passar in Puia. Vene letere di Hongaria, in zifra, di 16 et 26 novembrio, qual non fo lete, et steteno a trar, e il co-leio rimase a udirle. Fu posto, per i consieri, cai di 40 e savij lhoro, a requisitimi di l’orator yspano, quel medico Joseph, zudio, porti bareta negra, domente starà de qui 1’ o-rator yspano ; et fu presa. Fu posto, per lhoro savij, scriver al secretano a Milan, scrivi a monsignor di Chiamon, nui deside- 236 remo la venuta sua de qui, et ho honoreremo; et che lui li debbi far compagnia; et ne avisa quando arà a venir, a zio etc. Ave tutto il conseio. Da Barena, di 6, liore una di note. Come in quella malina alcuni cavali grossi erano mossi da Ymola e andati versso Faenza, ma il ducha non era ancor mosso'; si dicea dovea moversi ozi o doman. Item, alcuni cavali di missier Zunn Jacomo Triulzi passò per Bologna, alozò questa note a Castel San Piero; e si dice, si aspeta bon numero di guasconi; e Arzente è stà fato preparation di custodia, acciò non fazino danno. In Cesena è stà fato preparation di alozamenti per il ducha e le zente francese; e li fanti, erano in Cesena, sono stà aviati verso Santo Archanzolo. Item, el signor Paulo Orssino è intrato in Pexaro; et in Faenza ozi è stà preparato bon numero di guastatori per far le spianade. Di Hongaria, di sier Sabastian Zustignan, el cavalier, e sier Zuan Badoer, dotor, oratori, date a Buda, a dì 16. Come solicitò la mission di P orator al turco. Fo dal Cardinal, qual disse il nontio era partito e aspetava l’hordine, perchè l’oralor dii turco dia venir a Cenderu e quel dii rea Comin grad, e poi uno e l’altro venir al suo camino. Poi essi oratori disse dii danno fato a Traù. Rispose, era stà mandato uno nontio a intender che danni etc. A di dodese 1’ oralor anglico si partì; Io acompagnono fuori etc. di la terra. De li ditti, di 26. Come hanno dimorato tanto, perchè el Cardinal ystrigoniense era a malato di le solite gote, qual mostra amico di questa Signoria ; e a dì 18 ricevete le nostre letere. Or fono dal re, era il reverendo uladinense, el thesorier e magister curice; solicitò la mission dii’oralor. Risposeno, ut supra. Poi, parlato di capitoli, fo dito assa’, tandem conclusi vivente turco ; e il re disse : Cussi come questo regno à fato pace e guera da per si con turchi, cussi ocorendo el bisogno farà ; e havemo tolto la gue. ra per causa di la Signoria, cussi volemo compiacerla a la pace. Volevano sigilasse li capitoli, lhoro con dificullà hanno tolto tempo di mandarli, tamen, si vedrà dificullà in expedir l’orator, li si-gilerano. Et fonno dal Cardinal per questo, qual è tutto amico di la Signoria nostra e favorisse la pace. Item, di danni di Traù disse, il ducha Zuan Corvino è in Verbossana ; e li soi subditi han fato il danno ; e il re voi satisfano. Item, el magnifico Josa dito ritorna con lo exercito, loro oratori disseno al re ; rispose non saper 0, dolendossi etc. Concludeno essi oratori e tien che tra il turco e il re sia za boni zorni trieva etc. Item, el Cardinal legato, discon-zava prima la paxe, hora mostri! coadjuvarla. Item, sier Sabastian Zustignan dimanda licentia, è anni tre e lì ; et al presente, per la raina, li è streto le spexe, adeo il regno tutto è in penuria grande ; dimanda perhò licentia conditionata, videlicet poi ex-pedito de lì l’orator va al turco. Item, vorebmo saper la commission data a Zacaria, perché, dimandando lhoro la commission dà al re al suo vorano, saper la nostra. Item, di la paga fo solicità dal re