— 64 - vero del nuovo stato di cose : indietro non si tornava più ; ma andare avanti bisognava. Metterebbe il conto di richiamare almeno un momento alcuni nomi degli albanesi che ebbero parte notevole o principale negli avvenimenti del primo periodo della rivoluzione giovane turca, dal luglio 1908 fino ai moti dell’aprile 1909 che furono necessarii ai Giovani Turchi per architettare lo stato d’assedio e soffocare colla forza le altre razze dell’impero. Bastino pochi cenni. 11 movimento pro-costituzione, che doveva poi condurre alla deposizione di Abdul Hamid, è incominciato proprio in Albania, a Ferisovitc, con ventimila albanesi che avevano a capo Nedjib bej Draga, deputato albanese di Istip. Ed il movimento si è esteso poi a Monastir, Uskiib, Resna, che si trovano in Albania. E tra i capi della rivoluzione giovane-turca erano, per esempio, Niazi bej, albanese da Monastir, Ejub Sabri Djemal effendi e molti altri. E si sappia, infine, che quegli che nella rivoluzione di marzo del 1909 presentò al tremante Abdul Hamid l’atto di deposizione, era un albanese: un generale Toptam da Tirana, comandante della guardia. E quando gli eroi della sesta giornata si affollarono alle greppie di Costantinopoli per riscuotere il premio di pretesi eroismi che niun seppe nei giorni dell’oppressione, l’Albania poteva presentare un suo profugo autentico della prima ora in Ismail Kemal bej, che scontava con prolungato esilio l’entusiastica adesione sua ne’ tempi della prima e seconda camera ottomana (1876-’77) al regime costituzionale cui Midhat pascia doveva dare il nome e la testa. 11 governo giovane turco lasciò molto accortamente ritornare dovunque i vecchi capi relegati od impiegati altrove