MCCGCC1I, DICEMBRE. 496 morlaclii, qualli voleuo iterum ritornar; e li turchi in questi dì à passato do volte la fiumara, tandem 0 ha fato a quel teritorio, per esser sta scoperti ila le guardie. Item, manda copie di letere di conti di Clissa, etiam una di imo altro, ili 28 septembrio. Item, il sumario di le letere è, gran exercito di hongari, in Bosiha, voria meter el ducha Zuan Corvino in Jayza, e far edilichar Livach, lo qual castello fo cremado la invernata passata por turchi ; e dice, è più di 20 milia persone, fra armati e gussaroni, ca-, petanio il magnifico Josa. Item, per uno vien di Rodobadia, turchi si asunava, e vano in suso in Bo-sina. Item, li vicebani dieno cavalchar, ma non sa dove etc. 225 * Da> Roma, di V orator, di 22, 23, 24, 25, 26. 11 sumario è questo. Come l’orator bulognese stè d*o zorni aver audientia, per la venuta dii cardinal Orssino. Or il cardinal fo col papa, e qui fo in justification di le so raxon, dicendo, Orssini esser causa dii stato a Valentino in Italia etc. Or T orator bolognese ave audientia, insieme col cardinal ; et par, el cardinal San Severi» ajuti Bologna, per nome dii roy; e li oratori dii roy vanno dicendo, che missier Zuane resterà in Bologna ; e si dice, il vice capetanio è a campo a Barleta. Per quella di 23, che ’1 cardinal Orsino con T orator bolognese si alterò coram pontífice ; e trama Bologna daspersi acordo. Par il ducha voy, oltra li 100 homeni d’arme et 200 cavali lizieri, li voi dar per mexi 6, etiam voi 2000 fanti, e Bologna non voi. Item, di Barleta è ussito un Pandolfo di San Severin e ito da’ francesi. Per quella di 24, come fo dal papa, qual li disse aver, la Signoria voi far cavalchar il conte di Pitiano a Ravenna, per impedir il ducha a l’impresa di Urbin. E l’orator rispose non era vero. El papa disse ben di la Signoria, e il ducha è schiavo, e si voria strenzer coti la Signoria nostra, dicendo: Scrive a quella Signoria, e pregela la non fazi. Item, le cosse di Bologna è conze ; anderà a l’impresa di Urbin, qual, li populi si darà, il ducha li promete perdonarli, ma stima più l’impresa di Chamarín ; e à mandà lo episcopo a Urbin, a tratar acordo, ma par voi l’impresa di Sinigaia. Per la letera di 25, 1’ orator bolognese è stato col papa, e à concluso lo instrumento di lo acordo, quasi con li capitoli 1501, tatnen Hermes, fio di missier Zuane, vien a Roma, e torà la fia dii signor Julio Orsini. E il papa à re-vochà li privilegij havia il cardinal Vincula ; e questo, per tuor l’impresa di Sinigaia. Item, il cardinal l’arnese à tolto licentia, per andar a la legation sua in la Marcha; et ha expedito li frati di San Sa- bastian ad vota e ubsolti ; lauda quel maistro Cherubino. Per la letera di 20, come il secretano fiorentino li parlò, e dito, il roy voi fazino 1000 lanze, dicendo : Voi tenir in Italia zente'a spexe di altri ; ma la conduta è sotto do capetanij francesi ; el mar-chexe di Mantoa, è in Pranza, il re Io tenirà ; la so conduta comenza al primo di marzo, ma torsi non ara e (ledo. Et che 1’ orator, fradello dii confalonier lhoro, destinato al papa, era expedito, licet il confalonier mostrasse esser contra la sua venuta, acciò non si suspicasse volesse, far il fratello Cardinal. Item, il Cardinal San Severin è in gran gracia col papa, et cussi Frachasso, a Ymola, a presso il ducila è il pri- • mo homo l’liabi. Da Napoli, dii consolo, di 19. Come a dì 13 zonse 4 barze, do di le qual erano grosse, ima chiamata la Regina, l’altra la Zalanta, state alcuni dì in le aque di Piombino, dove preseno uno barzoto di Spagna. Hanno portà 1000 alemani; e si dice, con le 5 galee, and erano a la volta di Barleta, ma vogliono danari, che il’ è de lì gran bisogno, hi Calabria è pur zonte zente yspane, capo don Ugo di Cardona ; e si dice è brusà Terranova e Semenara. Anzuini dicono è stati li francesi, e ragonesi dicono è stati li spagnoli. Item, si dice, a Barleta è gionto 3000 sguizari, venuti da Fiume ; e par, il vice re ritorna in Napoli. Et ne sono letere di Roma, dicono 226 F acordo si Irata tra Franza e Spagna ; et uno Fa -bricio, secretano di re Fedrico, fo mandato a Yschia dal marchese, par sij amalato. Aricorda el suo cano-nicha’ a Roma, è in leto, vechio e con gotte. Fu posto, per li savij dii conseio, sier Pièro di Prioli, savio a terra ferma, e nui ai ordeni, scriver a 1’ orator a Roma, e comunicharli la materia di la pace, come si ha per via di Hongaria, una letera ben scrita, con molte parte in quella. Et sier Alvise Malipiero contradixe, dicendo era da indusiar. Rispose sier Polo Barbo; poi parlò sier Hironimo Querini. Et il principe, consieri, cai di 40 intrò in la nostra parte ; e sier Batista Morexini, sier Hironimo Querini, sier Alvise Malipiero, sier Zorzi Pixani, do-tor, cavalier, savij a terra ferma, messeno di indusiar, fino vengi le prime letere di Hongaria. Or andò la parte:____non sinceri, una di no, 25 di l’indusia, 132 di la parte; et questa fu presa, ecomandà gran credenze. Et fo leto, di ordine di capi di X, alcune parte di quelli interompe li rengadori, sotto gravissime pene. A dì do dezembrio. In colegio. Vene l’orator yspano, facendo un gran discorsso. Che l’havia abuto