709 MCCCCC1U, FEBBRAIO. 710 a dir, aversi dolio la marchesana aver nega la biava e paia, e perhò lui, come servilor di la Signoria, con la qual voria esser, li à scrito aria modo di servir di assa’ stera di biave di cavallo, e voria esser con la Signoria nostra ; perhò manda de qui domino Agustín Maria da Becharia etc. Da C'rema, di 23 zener, portate per Alexio, insegner. Come sono stati con Vinturin, inzegner, a la cava si fa, e-hanno trova vera zoso uno revelin, qual è a preposito di la Signoria nostra averlo, etiam ne torri assa’ teren nostro, come li prefati a bocha narerà il tutto, perhò non si extende in scriver. Da Bavena, di 6. Come, auto nostre letere, che il signor Bortolo d’ Alviano vengi via a la Signoria, per li respeli in quelle, ge lo hanno ditto, qual ozi e doman expedirá di veder, e subito vera ; e in questo mezo potrà zonzer Zuan Paulo Bnjone et lo episcopo di Castello, che li aspeta. Dem, esso ca-petanio, perchè tra esso signor Bortolo, il Carazolo, capetanio di le fantarie, et Zuan Paulo Manfron era qualche odio, li fè cena e tutti si abrazono, et tra Iboro non feno diferentia alcuna di presidentia etc. Da Boma, di primo. Come era nova, il ducha Valentino esser Aqua Pendente indisposto di fluxo, unde il papa li ha mandato domino Bernardo episcopo di Venosa, suo medico, tamen molti non la crede, ma che ’1 voi restar, perhò si à fato di amalato, pur fin 3 zorni si aspeta; è sta prepari le stanzie in Roma. Item, è ritorni Gratin, fo in Pranza a dirli de’ Orssini, e si dice i riporti, il re aver auto a grato et piacerli, tamen si judicha sia l’oppo-sito. E pur in Civita di Cbiete, per le parte, è séquito qualche rumor etc. Dii ditto, di 2. Come, hessendo con 1’ orator yspano in capella, li dimandò si era vero di la pace tra li soi reali e il roy. Disse di no ; e che ’I roy si iacea reputai ion con di l’andata l’archiducha, qual è zovene ; e sa el sari su le arme. Item, il breve, fo mandato per la moglie di l’Alviano, el corier clic lo portò, videlicet messo, si fece da corier, alitcr saria sta retenuto ; et il signor Lodovico Alviano par li habi mandi a dir, el ducha voi andar a li soi castel- li, perhò el voria levar San Marco. Dii dito, di 2, hore 2 di note. Come ricevete nostre letere, in recomandation di la moglie di l’Alviano e dii fratello. Item, il cardinal San Severi» et li oratori francesi è stati dal papa, a dirli che il ' ducha li poi bastar, e non vadi più driedo, che li converi proveder, perchè l’è tanto le querelle etc. Item, ricomandò Zuan Zordan Orssini, e ehe non li sia di noja ; et che al Cardinal Ascanio li sia reso etc. A questo el papa contentò darli la yicecan-zelaria, ma non l’utiliti, non lazando la residentia, unde il suo messo aceptò la vicpcanzclaria, rcmelen-dossi, dii resto, a la diliberation dii re di Pranza. Dii ditto, di 3. Come fo dal papa ; ora li oratori francesi e il Cardinal Severin. Or il papa vene in la camera dii papaga’ con una letera in man, et disse al nostro oralor: Lezete; eh’è una letera li scrive il ducila, cercha la moglie di 1’ Alviano, la copia di la qual sari qui posta. Poi disse a l’orator, qual Tro-zo li aricordò, e lui non volea dir, fenzando eie., pur disse, ne vieti ditto, la Signoria voi far conira il du-cha, e coti le zente va a Ravena, i praticha in San Leo e vuol inlrar nel stato di Urbin ; la faria mal, chi ofende il duella ne ofende nui e la Chiesia, la sa volemo aver inlelligentia con lei, il ducha li è ftol eie. L’orator li rispose sapientissime, bisognava le opere dii ducha corespondesse a le parole etc. Item, in dite letere sopra scrite par el medico ritornasse a Roma, et il ducha è varilo e non ha più mal ; et il Cardinal San Severin e li oratori francesi voleano uno salvo conduto per il signor Zuan Zordan Orsini, è a Vicovaro, di poter venir a Brazano. Il papa disse non è in suo poter per esser il ducha con lo exercito etc. Dii ditto, di 4. Come il Cardinal San Severino è andi fuori ; i di fama andar per 4 zorni a chaza, ma si dice è andato dal ducha a dirli, per nome dii roy, non siegui più oltra, e per Zuan Zordan Orssini, perhò che ’1 ducha par habi mandato a Cere, loco suo, a dir voi alozamento etc. Da Napoli, dii consolo, di 28. Come le cosse di Calabria prospera ; si dice francesi hanno auto Regio, per averlo a bandoni spagnoli, sì di zente conte di altro, ma non si crede, per esser il passo di Cicilia ; et li spagnoli in Puia hanno roto la doana di le pecore ; è sii ordini il restante si debi redur a le montagne. Si dice sono gionte in Cicilia barze 40 di spagnoli, porta con si 400 homeni d’arme, G00 zaneti, 3000 galegi, e con le galie di Barbaria si i mandi danari al capetanio ; et clic il re di Spagna è a Barzelóna, e la raina sorda a Saragosa de Ragona, per lenir corte e aver danari per l’impresa. A Yschia si sta di bona voja ; e uno orator yspano, auto danari di Roma, con uno brigantino, per yia di Teraeina, è passato de lì. Item, lì a Napoli è sii posto a charena la nave, chiamata di la regina, di bote 2000, per li ligni de Yschia, ma si dubita di foco per quella e per le altre, e perhò è sta fato un bando, come è sera non si possa ir al muollo.