CAPITOLO III. LA PREPARAZIONE DELLE COSCIENZE Alla vita civile l’Albania si era affacciata appena un istante dopo sì lungo medioevo di predominii stranieri per opera di Venezia e sua, sull’alba del sec. XV il cui crepuscolo della sera doveva vederla riattuffata nel gorgo della barbarie turca. Due volte sta per ampliare almeno fino al piccolo principato od alla lega il concetto politico tribale, nella decadenza dell’egemonia macedone avanti l’era cristiana ed un millennio e mezzo di poi durante l’estrema agonia dell’impero bizantino sotto i Paleologhi; ed ambedue le volte sopravviene a spezzare l’incipiente moto di concentrazione nazionale una più poderosa marea di conquistatori, romani ed ottomani, nei quali esso si confonde quasi senza lasciar traccia di se. Qui la tragedia di una razza che ha donato gli elementi migliori, i soldati, i pensatori, gli uomini di stato, i santi, a tutti i suoi dominatori slavi e latini, greci e turchi e che reclama finalmente i suoi figli, poveri e maltrattati, per educarli da sè; che tende a