MCCCCCII, NOVEMBRE. 488 222 Copia de una /etera di Cypro. Narra la origine, andamenti et successi di Sophì, e di la secta sophiana, et quello è per far contro furchi. Serenissime princeps et excellcntìssime domine, domine colendissime. E1 gran tumulto, che da le parte de Persia nova-mente à soprazonto contra el perfido turcho, con inestimabel potentia e numero de armali, quanto sij per conferir a la christiana republicha, tenente Tarme in mano, la sublimità vostra, per sua sapientia, molto ben intende; età zò quella, con ogni particu-lar noticia saper possi le cosse, che in questo Levante producono i tempi presenti, quantunque gli superior mesi gli tochassemo qualche nova del signor Sophis, pur ad horra, havendo nui copiosamente voluto intender, da do armeni, Iteri de qui venuti, partiti de la Persia, la origine et ogni felice impresa, deliberato havemo significar a la inclita serenità vostra. Come, volendo vendicar Sophis la morte dii padre suo, che già fu roto et in bataglia morto da Usson Cassan con 4,0 milia persone, desideroso redunar tutti li sophini, che per la Turchia se ritrovavano andar errando, maxime inteso la pessima compagnia che a quelli leva el turcho, partilose prima da la patria sua, chiamata Herdavil, lontana da Tauris zornate XII, se redusse presso Arzigiano, terra de Usson Cassan, con persone solum numero 100, pacificamente. El qual impetrò da quel signor salvo conduto, come amico e parente per la madre sua, che era sorella de Usson Cassan, simulando expectar alcune sue gente, per tender a la ruina del turcho, per molte injurie da lui ricevute, in modo, che in spacio de giorni 15 ricolse da persone 16 milia, con le qual intrò per forza ne la terra d’Arsignano, tagliando a pezi picoli e grandi. E, tra le altre cosse de memoria degne, in despretio de la fede machometana fece intrar molti cavalli ne le moschee turchesche, et ligar cani come in stala; poi tute volse (in a li fundamenti ruinare. Un tempio veramente de’ cristiani, el qual era stato altre volte mezo ruinato da’ turchi, fecelo reconziar et adornar con ogni solenne apparato. De lì partito, tuta via ' crescendo le forze sue, se transferite con lo esercito ne la provincia de Syrvan, separata dal dominio de Usson Cassan, dove li vene conira, con gran campo, el signor, chiamato Syrvan Sebei, el qual subito nel facto d’arme fu superato et tagliato a pezi con gran parte de le sue gente. Il che facto, se ne intrò viclo- rioso ne la cita de Syrvan, abundantissima di sede, el altre merze, e qui preso el dominio; et stetemesi tre. Doppo vene a Charabade, cità de Usson Cassan, la qual, vedendo non poter resister a T impeto de Sophis, si rese. L’antedicto Sophis, volendo proseguir la victoria, mentre che havea tempo, zonse con el campo a Soltani, ove grandissima rota dete ai fì-glij de Usson Cassan, che li venero contra, de li qual fu morto uno in bataglia, con 25 milia persone, e i altri tre fratelli, presi vivi, feceli strangolar; unde 222* poi quelli de Tauris, vedendo esser impossibel repugnar a tanta potentia, deliberorno darse senza combater a Soph'is. El qual, havuto Tauris, stete molti giorni in la quiete in dicto loco; e, non parendogli haver facto alcuna opera degna, se non espugnava luto el stado de Usson Cassan, mosse lo exercito suo a Luigia, terra grossa, distante da Tauris giornate tre, qual bave d’acordo; et doppo descese a Passi, che è T ultima terra de Usson Cassan. Per il che, havendo con le sue forze subiugato tuto ’1 dominio e zenle del prefato Usson Cassan, assetate ino le cosse sue el stabilite, la madre del signor Sophis, la qual continuamente siegue in campo el fi-gliol suo, acompagnata da molle schiave, inlese che ’1 turco havea retenulo et malmenato luti li sophini, de consentimento de Sophis li passati mesi mandò ambasador al turcho, che dovesse lassar in libertà i « soi subditi; et ultra questo, ancor lui dovesse ponersi in testa la bareta rossa, come fan© luti del suo dominio, altramente ge faria cognoscer quanto sij la victoriosa potentia del suo figlio. Di che dicto turcho ha retenuto T orator sophino a Constantinopoli. El qual, dubitandosi grandemente che Sophis non descenda ne la Natòlia a’ danni soi, ha preparato grosso esercito in Angori, el qual steva cussi; et havea facto intender ai signoroti de la Petra, che do-vesseno prender T arme in mano et unirse con le Ihor zente in Angori. Ma li! antedicti signori non hanno dato obedientia alcuna al dicto turcho e stano cusì suspesi. Segondo che dicono tal armeni, Sophis non stima alcuna cossa el turcho, sì per le forze che T ha, che dicono haver da persone 90 milia armate et ben in ponto, senza el gran seguito che a la zornala, spontaneamente, senza alcun premio, sopra-zonse, come per la virtù di soi, che in bataglia per la llior fede non cognoscono paura. Dicono, diclo Sophis esser potentissimo de danari et arzenlo; qual ha con si Ire sorte de stipendiati : la prima, pedoni, che sono el presidio de la sua persona ; secunda, lio-meni armati, su cavalli grossi, ben in ordine; e de Iute queste armature se hanno forniti de quelle de Usson