517 MCCCCC1I, DICEMBRE. ile lì havìa inteso ili le trieve si diceva esser fate con Pranza per tre anni; e la causa è stato il re di romani. con uno arziepìscopo di Barzenzona, qual è morlo, havia tramato sta cossa in Franza senza saputa di soi reali, ma certifichava non è paxe ni chiere paxe, non è trieva ni cliiere trieva, non è assetamelo ni chiere asselamento con Franza, ma voleno la guera. E in Cicilia zonse, con 1’ armada, 200 homeoi d’ arme. 200 cavali lizieri, zaneteri, et 600 fanti; et in Carthagenia è preparato armada, con 250 homeni d’arme, 300 zaneteri, et 6000 fanti ; et in Gastilia è preparati 6000 fanti a modo sguizari. Item, olirà li 35 milia ducati fonno mandati in Reame, de qui à caria, zoè letere ili cambio porlo con lui, di ducati 50 milia, et à ’uto altre di ducali 48 milia, che son ducati 98 milia. Poi disse : Illustrissimo 235 principe, in la risposta non intisi la neutralità, perchè si un re fusse in Africha, l’altro in Asia, si po-ria star neutrali, ma uno à stado in Italia e l’altro lo chiere aver, perhò questa Signoria non poi star neutral, hessendo el primo stalo in Italia; concludendo, perchè la neccessità di soi reali è presente e Ja consulta è absente, perhò pregava si rispondesse chiaro la intention di questa Signoria, perchè disse da lui, saria il miglior per soi reali venir a la paxe. Et il principe rispose generalmente, dicendo vossa-niu ogni ben e paxe fusse tra christiani. E nota, non li fo comunichà niente di la paxe dii turco. Poi esso orator dimandò uno zudio portasse barela negra, qual fo suo medico, nome Joseph ; promesso satisfarlo. Vene il secretano di Bologna, dicendo aver auto letere di Bologna, le zente di Valentino vanno a la volta di Reame; et monsignor di Chianion li à manda a missier Zuane a dimandar il passo per alcune lanze francese, va di Parma verso il Reame ; poi disse in materia di salii etc. Fo ringratiato. Vene uno secretano di la comunità di Ragusi, nome Zuan Francesco..., in materia di alcuni az;;li, qualli li presentò a la Signoria, dicendo quella comunità averli mandà qui. Poi si dolse dii capetanio dii colfo, havia fato danni a una caxa a Malitha, una isola, e poi in Ragusi tolto azali di una caxa etc. Presentò la letera di credenza; et rimesso a li savij ad expedirlo. Et sier Alvixe da Molin, cao di X, qual havia fato lezer certe cosse, mandati tutti fuora, usò alcune parole, dicendo era di proveder e consultar dar più ampia commission a Zacharia. Vene 1’ orator di Engaltera, stato in Hongaria e ritorna, qual alias lo honorato da questa Signoria. È uno doclor, prete; et fo itilerpetre sier Andrea Ba doer. Usò alcune parole piano di l’amor è tra il suo re e questa Signoria ; e versa vice il principe li usò bone parole. Poi esso orator dimandò, che uno do-ctor anglico, lezeva a Padoa, podesse elezer lui el suo bidelo; ditto si conseieria. Questo orator era acompagnato da nostri patrieij. Da Rovere, di sier.Hironimo Nani, podestà, de5. Come eri si partì el signor Bortolod’Alviano; lo lauda assai, e le fabrlche fatte; e li à commesso vadi sequendo; è stà slargà il fosso etc. Da, Sibinico, di sier Piero Marcello, conte e capetanio, di 18. Come 40 turchi eri erano corsi in quel contado, et hanno preso animali et menato via alcune anime. Item, dii ducha Zuan Corvino, li à mandato a dimandar passo di certi salii, perhò aspeta risposta di quanto à a far. Di Nicolò Gondola, di 8, date qui. À lei ere di Ragusi, di.... Par sia nova, il turco «ver fato paxe con Sofì e fa armata; e di l’olacho venuto a dimandar calafati li etc. Di creditori dii banco di Lippomani, non sotoscrita de ninno. Biasma li avogadori non voi far l’oficio suo; e lhoro non poi esser pagati etc. Per non esser sotoscrita 0 fo fato. Da Pyran, di, sier Andrea Valier, podestà, e di sier Zuan Francesco da Canal, podestà di Montona. Manda il conto di le ini rade e spexa de lì. Da Ravena, di rectori, di 6. Il sumario di la qual scriverò di solo; tamen è di pocha sustantia e mancho avisi. Da poi disnar fo pregadi, più per lezer lelerc 235* cha per altro ; et compito di lezer, el principe fè la relalione di quello havia dito 1’ orator yspano, che ne zerchava meler in guerra. Fo leto letere di Constantinopoli, di 29 sc-tembrio et 3 octubrio, drizate a sier Andrea. Griti per quel sier Lunardo Bembo, che stà in Pera, tamen fo dito per persona degna di fede. Il sumario di quella di 29 septemhrio è: il marchexe di Cotron è stà lassalo e vien a Ragusi ; e il nontio di Hongaria vene lì; et come dubita, per Santa Maura la pace non seguirà. Scrive parole usate col bassà Charzego, qual mena tal praticha ; e l’orator de So-phì fo expedi in uno zorno et dato la pace et honorato molto; sì che dubita assai; il signor à ordinato armata etc. Dete la letera dii Griti al bassà, e nomina uno Lodovico e Batista; si duol di l’anegar ili Nicolò da Rezo; e biasma il zeneral, non dovea, hessendo in la praticha, per Santa Maura disturbili' la pace; biasma Pantaleo Coresi, non venisse di longo,