363 MCCCCCII OTTOBRE. 364 istis in substantia recordatis, postca subseque-bantur. Data YmoìcB, 8 octobris. C.45SAR. Dilectissimis antianis civitatis nostra Ber-tonorii. De li diti rectori di JRavena, di 12, hore 18. Per uno messo venuto, partì a dì X da Rimano, dice ivi esser el Cardinal, e adunò il populo, dicendo haver bone nove, e lexe in publico una letera dii ducha. Come à 7000 fanti e molti cavali lizieri ; aspectava 200 homeni d’arme e boche 1!) di artila-rie, per castigar quelli jotoni di Urbino, mossi a ribelarli senza fondamento. El il roy havia scripto a Milan, fusseno mandate 700 lanze in suo favor, a l’impresa di Bologna ; sì che reaquisterà il tutto e altri lochi. E poi esso Cardinal dimandò la fede di Rimano. Item, si fortifichava la rocha e si meteva vituarie ; e quelli di Urbino corre a soi danni ; et dice, pesarini fanno novilà. Item, è sta fato una . crida : Chi poi porfar arme le porti, soto pena di re-bel ion, e aviasi verso la Marechia. Eri le porle di Faenza fonno serate ; et a Rimano li foraussiti dii signor Pandolfo, custode la terra, non sano che farsi. 11 ducha à comandato zente a la custodia di passi di la Marechia, perchè il ducha di Urbin, si dice, voi passar nel suo stato. A Ymola si aspela Frachasso con 100.... e Lucio Malvezo con 100 altri et 300 sguizari. De li diti, di 12, ìiore una di note. Per spie, partì eri di Bologna, che missier Zuane, era ambiguo a creder le novità sequite su quel di Urbino, ultimava el baslion di San Michiel in Bosco e stava di bon animo. Item, trovò al suo venir a Castel 169 Gelfo, mia 3 de Ymola, zente e artilarie andavano veiso Forlì e Cesena. Item, don Michiel, con zente maxime a piedi, era zonto a la Pergola, et fato gran crudeltà in dito loco, e andava a Fossimbruno. A Urbin sono ingrossati ; e quelli di San Marino hanno corso fino uno mio a presso Rimano ; et che a Cesena si atendeva a fortifichar la rocha. Da poi disnar fo pregadi, et, leto le letere, el principe comunichò le parole de l’oralor di Franza, e dii nontio dii ducha Valentino venuto, et quanto havia richiesto, de haver qualche letera etc., e la risposta li fé, che non bisognava. Fu posto, per lhoro savij, che, con el senato, sia dito al legato e dito nontio, la risposta li fu fata, esser slà consigliata con il senato ; e cussi se li risponde. Et ave tuto il conseio. Fu posto, per li dilli, iuvenlion di sier Polo Bar bo, procurator, che più non si faz'i avochati fiscalli ; e li avochati siano taxadi, et cussi li extraordenarij ; e non parlino, si non hanno el bolelin di aver paga la taxa ; e quando uno ofìcio vorà avochati, ti toy, e li governadori li pagi. E fu presa. Fu posto, per li consieri e lhoro, dar il possesso di l’arzivescovado di Nichosia al fio dii conte di Pi-tiano, e fo balotà do volte, a la fine fu preso. Et cussi arà il possesso. Fu posto, per tutti i savij, opinion mia, scriver a Marco Bevazan, secretano a Brandizo, e a sier Antonio da Canal, va governador de lì, che, venendo armada yspana lì in porto, lassi intrar, ma non li dagi vituarie, se non refreschamenti. Ave tuto il conseio. Fu posto per tutti, una parte, sia Irate le merze di doana in termine di zorni X sub pcena etc. E fu presa. Fu posto per (ulti, scriver al capetanio zeneral, laudarlo ; et che non li havemo scrito di la pratici« di la pace per bon ri speto; e per questo non resti di tuor l’impresa di Durazo o altrove potendo, ma non fazi incursion piede. E fu presa. Fu posto, per sier Domenego Marin, sier Marco Sanudo, savij dii conseio, sier Batista Morexini, sier Piero di Prioli, sier Andrea Loredan, savij a terra ferma, e nui ai ordeni, excepto il Bolani, e fo opinion mia, scriver a sier Piero Pasqualigo, doctor, orator in Spagna, la causa dii divedar le arme etc. a’ nontij dii gran capetanio, e si scusi col re, per mantenir la fede nostra con Franza etc. Or d’acordo indusià, perchè ditto nontio doveva venir dal doxe, ma mai più non vene. Fu posto per tutti, e a cavallo a cavallo, opinion di sier Andrea Loredan, savio a terra ferma, scriver a sier Alvise di Prioli, capetanio di legalie di Fiandra, vien in qua, vengi di fuora via di l’isola di Cicilia, per caxon di armade sarà lì etc., et, hessendo zonto a Palermo, ritorni indrio. Contradixe sier Domenego di Prioli, el 40. Rispose sier Andrea Loredan ; e fo presa de una balola. Et la malina in coleio Jo la suspisi e revochai. A dì XV octubrio. In coleio. Fo spazà alcuni capitoli di F orator di la Cania, taià oficij dati etc. Item, di li oratori di Brandizo, e spazà 1’ orator di Cataro, voi tormenti e danari per la fabricha; terminato darli ducati 400 di tanti formenti o megij. Item, fo scrito al zeneral per il rìscato dii Zan-tani ; confirmà la letera. Vene F orator di Franza, al qual fo dito la venu-