17 I MCCCCCI, APRILE. leu ducati 4 per uno, e il provedudor li dò ducati 3. Scrive il loco di Alexio, qual è una ixola nel mezo dii fiume del Drin, che mete sul mar, in triangolo, vul/e 9 mia, a 3, mia per l'aza, et ivi se reduse zcnle, poi che Scutari fo dato al turco, e lassò Alexio ve-chio et habitono questo loco. È zerctia 200 caxe di taole, ben apopulato; e su le faze dii triangolo, dentro dii fiume, sono ditte caxe; non n’è forteza nè riparo alcuno, se non un poco di palifichata, fata per nostri, e, si ’1 fìtune non fusse sta grosso per le gran aque e pioze, i haveria fato mazor lavor. Voriano una galia o do l'uste ;.e vene li citadini e populo a lui, a dechiarirli voler esser boni servitori di la Signoria e mandano oratori di qui per continuar i suo’ capitoli. Li usoe bone parole. Sono in ixola circonda dal fiume che non si poi guazar. È scalosia : si traze gran quantità di formenti, e il turco per questa via forniva tuta l’Albania, e pegole, zere e mieli si treva da ducati 30 milia a l’anno. E la Signoria potrà trar sali di Corfù e meterli li in Alexio e fornir quelli lochi, e si chaverà la spexa di fabricharlo. Lauda il provedador Bon e quelli si laudano; ma mal dice di Zuan di Marin. E diman si leverà e anderà per la spiaza, e meterano i cavalli in terra, e li homeni li vorà dar ; poi anderà verso la bocha di la Bojana e li farà intrar do galie ; poi anderà di longo a Cataro, dove è chiamato da quel provedador, per aver Castel Novo di turchi promete averlo. Li sarà le nave armade, e le do galie sotil, Oria e catarina, e il bar-zoto, li do arsilij eonduse Schanderbecho ; poi le manderà a Durano dal capetanio di colfo, e poi li ha ordinà logli la galia Bondimiera, e con li homeni la conducili a Venexia, e in loco d’essa lassù li do arsilij, uno lì, 1’ altro anderà a Corfù. Dii dito generai, di 21 marzo, data in galia, ivi, a le sedie a presso Alexio. Come ozi era zonto Vicino, compagno di stendardo, patron di la fusla, portò le nove di la Zefalonia presa, a Venexia, stato a veder si trovava homeni verso la Valona ; e la l'usta, patron Alvise Jelili, fu quella portò la nova dii Zonchio, è persa, e dii patron nulla si sa. Etiam zonse le do galie sotil rimase a Durazo, zoè Barbo e tragurin, per condur li homeni et le tre barche scapolate. Scrive che sier Sabastian Moro e Tomà Duodo con diticultà, viste le nave, andò suso et scapolono ; e che sier Marco Orio à scrito al suo armiraio, si ritrovava lì, che li fusse mandà una vesta, calze, zu-pon, cainise e ducati X. Hera do ragusei, e quelli di le nave li hanno retenuti et 0 li bau mandato; à fato mal. E le do galie dice non aver visto per ri- 1 Diarii di M Sanuto. — Tom. IV. viera alcun homo, ma ben molli turchi a cavalo, passati di qua dal fiume. Item, come esso zeneral messe a terra 20 stratioli con li so’ cavali per lassarli lì con Schandarbecho ; e le do galie sotil tragurin e zaratin entrino in Bojana per divertir ì nimici. La bocha è mia 12; di lì voi scorer soto Scutari con bordine, li sopracommiti stagino 8 zorni a questo, poi lievi li cavali e vengi verso Cataro. E lì starà 3 o ver 4 dì e non più, e anderà al Zante per compir l’bordine auto, e forsi fino al Zonchio, per veder quel loco, e per conforto di quelli; e di ritorno anderà a la Zefalonia. Item, li do sopratomiti à ordinà, uno vadi a Traù, l’altro a Zara a interzarsi, chè li inanella 40 homeni per uno, e meni 50 o ver 60 homeni di più per uno; e li voi dar ducati 500 tra tutti do, per far ditti homeni. Starano 8 zorni, è a 7 far conzar le galie, e poi verano a Corfù ; et esso zeneral à 000 stratioti, li lasserà a Cataro. Dii dito, date in galia a presso a Cataro, a dì 25. Come a dì 22 partì da le seche di San Zuan de la Medola e avanti zorno, e scrive il navegar suo. E tre bore avanti sera sorse lì a la bocha con 5 galie; la sesta galia di sier Beneto Trun andò a Bu-doa con fortuna, e trovoe tre nave di le 6 zoè, Moro, el barzoto e Mosta, le altre 3 per fortuna scorse a Ragusi vechio, zoè la barza granda, quella dii Feli-cian, eh’ è di Donadi, e Tomà Duodo, el qual perse parte di le velie e butato la cheba fuora. Scrive le manderà tutte a disarmar; e-la galia di sier Alvise Orio, mal in bordine, la nave di Mosti, licet sia senza il patron, eh’ è Marco Renier preso da’ turchi, pur la tegnirà per mandarla in Sicilia a cargar formenti. E a dì 23 da matina si levò di la bocha e vene a la terra. Molti zenthilomeni, el camerlengo li vene contra, e il provedador non potè ussir per la soa commission; ma, messo la scala in terra, el vene a galia. Qual è sier Sabastian Contarmi ; e scrive li co-loquij abuti zercha l’impresa di Castel Novo; e che quando el scrisse non era in ditto castel 100 turchi, poi ha sentito esserne 400 oltra li 100; sì che judi-chava 0 l'aria. E visto, esso zeneral aver poeha ar-niada, determinò partirsi per Corfù. Dismontò a Cataro, e vide la terra ; è bella, e la descrive il sito ; et lauda sier Zuan Paulo Gradenigo, fo retor lì. Item, quatro homeni di Monte Negro fo conduti per il provedador su la poppe di la galia da esso zeneral. Li promisse sariano contra i nimici con 4000 homeni, e mandò letere abute di capi di Monte Negro in lingua schiava ; li fece far colation di confeti. Item, a dì 24, vete li monasterij di fuora le mura, uno per banda, zoè San Francesco e san Dotrineg >, 2