87 MCCCCCI, LUOI-IO. 88 di sier Francesco Foscari, el cavalier, sierZorzi Emo, 10 savio a terra ferma; e refudò. Item, a di 18 fu fato podestà a Cremona, sier Hironimo Donado, dotor, fo podestà a Brexa, da sier Marco Sanudo, el consier. A dì 16. Si ave letere di Roma. Come francesi preseno San German, e fugoe le gente di re Fedri-eo, le qual, volendo redurse a Capua, non fono ace-ptate. Dii zeneral, di 26 zugno. Che havia 22 galie; et si havesse 300 homeni, interzeria il numero di 40 galie; ma pur con quelle voi andar a far cosse memorabile. Et dal Zante spazò una galia a Corfù, al baylo, che di suo comandamento dovesse meter in ferri, in castello, sier Marco Loredan, quondam sier Alvise, procurator, fo proveditor al Zonchio, insieme con Simon di Greci e Piero Pessina, contestabili, per caxon che ’1 conscio di X li rescrisse, che conira de questi el procedesse e facesse raxon. Si judicha, nel suo ritorno a Corlù li farà decapitar. Di Spagna, di sier Domenego Pixani, el cavalier, orator nostro. Scrive di progressi di l’armada dii re di Portogallo, andò in Coloqut, e di le caravele ritornate con specie; e mandò la copia di la letera ave di Lisbona, de di 20 zugno, da Zuan Francesco Afaitado, la qual, per esser longissima, sarà notada più avanti. Et queste nove, dii zonzer specie di Coloqut in Portogallo, dete mollo che pensar a quelli di questa terra ; maxime considerando, che altre 0 nave, che erano in conserva con questa caravela, si aspectava di dì in dì ; et li merchadanti dubitava assai fusse la ruina etc. A dì 24 Imo. Si ave, che le galie di Barbaria, sopra Liesna, zoò quella di sier Anzolo Malipiero, capetanio, havia investido in terra, e la galia Mora bave la sayta in l’arboro, et mandoe in questa terra a tuor uno arboro nuovo; et il capetanio à discar-gato la so galia et posta a charena lì in porto, per riconzarla. A dì 25. Si ave, che monsignor di Obignì, con 11 conte di Caiazo, havesse messo l’artilarie per bombardar Capua e levate le offese. E domente praticha-vano di far la capitulation, di darsi, salvo lo aver e le persone, alcuni capi di pedoni francesi introno in la terra, per le mine di le mura, et quella preseno e messe a sacho, con occision de persone utriusque sexus da numero l‘200; et, si non fosse intervenuto il conte di Caiazo, hariano lato pezo. Per la qual nuova, Napoli, Gaeta e tute le terre dii regno fonilo * in rumor e timor; in modo, che re Fedrico, cognos-sendo la viltà di regnicoli, convene prender altro partito dia star su le difese, come più avanti si dirà al loco suo. ' Da Syo, per letere di Joanne di Tabia, consolo nostro, di X mazo. Si ave, come de lì era gionlo, avanti eri, un gripo da Syo. Partì di Pera a di 30 aprii ; et a dì 3 fo a li castelli, videlicet mazo, dove trovò Carnali con velie XXI, in le qual sono 8 galiote da 20 in 22 banchi, le qual vuogano da l’arboro verso el fogon, do remi por bancho, e lo resto uno remo per bancho, e fuste 13 di banchi 12, 15 et 16, le qual tute vuogano uno remo per bancho. El patron dii gripo, è di Syo, pralico e fìdcle, à presentato al dito Carnali una letera di recomandation, havuta in Constantinopoli dal Bostazi bassa, zoè zar-diniero dii signor turco, la qual letera veduta, Carnali disse : Questa letera non se dreza a mi, ma a li leventi, zoè corsari, e fezege bona ciera. El qual patron fo su la pope di Carnali, dove vete uno calciano chrisliano, vechio, grando de persona, un pocogobo, nome Georgi. El qual calciano questo fevrer capitò in Pera con uno -schierazo grosso da Constantinopoli, andato da Syo in Pera; e, zonto dito catelano in Pera, fo a trovar Carnali, el qual l’à conduto dal signor, dove è stà vestito et honorato. Poi ditto Carnali con ditte velie è partito, a dì 4 de l’instante, da li castelli e andato a Tencdo, dal qual loco partì con dite velie a dì 0, e dove sia andato non se intende. Et il patron stima sia andato a Metelin,'perché à inteso, dovea passar per il canal di Syo. Et hessendo a li castelli, el ditto patron udite rasonar alcuni patroni di le fuste inira di llioro, come quella armada era stà fata a persuasion di diio catelano e dia far lo caniiu di Barbaria, poi andar a Jeviza, dove sono schiavi 1500 e più, Ira turchi, mori, judeì e altre nation, li quali lavorano el sai ; et andando l’armada ivi, cognoscendo haverà i schiavi esser lur-chi in ditta armada, lhoro proprij si subleverano e darano el castello a dita armata. Et da alcuni altri à inteso, dita armada dover andar a la volta- del cara-man, verso Cypro, eh’ è più da creder che altrove. E in dita armada poi esser da homeni 1800 in cer-cha; e hanno con loro remi longi di galia 00 in 70, per far scale; e hanno biscolòe viluaria per 7 in 8 mexì, la qual panatica esso patron à visto, in Pera, meter in la dita armata. Dove è stà retenulo dito patron con luti altri vaseli et etiam a li casteli, in fina che 1’ armata predita sia ussita di streto. Item, tenuta fin dì 17, come era zonto uuo merchadante, nome Joan de Sibilia, ciladin di Messina, vieti di verso Galipoli. Disse aver visto in Galipoli ditto calciati con Carnali, nome Georgi Andero, citadin e