31 MCCCCCI, MAGGIO. 32 A dì primo mago. Fo pregadi, et, parlandose di danari, sier Bortolo da Mosto, savio ai ordeni, andò in renga; e sier Marco Zorzi, savio a terra ferma, cassier, li rispose, excusandosi etc. J}i oratori nostri in Alemagna. Si ave, il re li havia mandato a dirli andasseno, che li daria au-dientia. Dii generai, di 17. Come si partiva di Corfù per andar ad incontrar le galie di .viazi. Manda uno riporto, par le galie nostre di Alexandria siano scorse in Cypro. Fu posto parte di scrivere al reziinento di Cypro zercha le cosse dii caraman. In questi zorni, per la Signoria nostra, fu fato una termenation, che sier Antonio Cocho, fo a le cazude, qual, per il suo officio, do anni da poi compilo, poi venir ini pregadi, e atento el fusse intromesso per certa causa, et oondanato ut in parte, ta-men li manchava a compir alcuni mexi di vegnir in pregadi, perhò hora per li consieri fo terminato potesse venir, et cussi vene.; ma fu mala stampa. A dì do. Eri fo preso, alcuni ladri, quali andavano robando chiesie in questa terra ; et eri, hessen-do pregadi suso, la quarantia si reduse e sier Bene-to Sanudo e compagni, avogadori di comun, messene di retenir alcuni e colegiarli. Zonse do oratori di Candia, sier Andrea Mudazo et sier Beneto Barbarigo, ebeno poi audientia ; ne-scio la causa. Veneno oratori di Poliza, tra i qual il conte Zua-ne, et voleano consarvatiòn di privilegij e altre cosse. Da Cremona, per letere di sier Polo Barbo e sier Domenego Bolani. Come in la cassa di la cruciata trovono solimi ducati 6 e uno bisson vivo ; segno hanno mal animo. A dì 3. Si ave la nova, notada di sopra, di l’a-cordo di missier Zuan Bentivoy col ducha Valentino ; li dà Castel Bolognese, et era stà niezan di l’a-cordo Paulo Orsini. Da Pado'a. Se intese el Cardinal Zen pezorava assai, et ivi era li soi parenti, sier Thomà Zen, ma non intra'va in camera, sier Piero Zen, quondam sier Catarin, el cavalier e altri, ai qual fo fato comandamento per li cai di X, non dovesseno più in-trarvi in camera ; e dito Cardinal stava a cha’ Pixani in Toreselle. Erano rectori a Padoa sier Lunardo Mozenigo e sier Nicolò Foscarini, qualli scriveauo, dii suo star, spesso a li cai di X. A dì 4. Fo pregadi. Parlò sier Marco Zorzi, savio a terra ferma, cassier, justificandosi non haver danari, e il gran bisogno. Li rispose sier Anzolo Cabrici, savio ai ordeni. Fu posto e preso, suspender li pagamenti di le camere per tutto avosto, per dar tre page a le zente d’arme etc. Di Franga, di 27, da Digium. Come erano seguite trieve col re di romani per tuto avosto ; et a Lion si aspeta li oratori di ditto re e de li electori de l’imperio; e l’armada era in bordine, arà milia persone. Di zorno in zorno si aspeta el vescovo di Venosa, legato dii papa, vien con danari per far armada. A dì 5. In colegio. Fo sier Tomà Zen, el cavalier, con li capi di X, in materia dii Cardinal, qual è amalato e non stà ben ; pur se ave era miorato. Ha com lui do camerieri, el piasentin, el bolognese, lo episcopo di Cataro e lo episcopo di San Fantin, e li • soi parenti sier Fantin et sier Piero Zen c non altri. A dì 6 mago. Fiorentini designoe tre oratori in I Franza, con gran autorità di far acordi con il re, come faria il loro consejo; e dirli che, hessendo recomandati, non patissa, che ’1 ducha Valentino li debbi molestar, e protestar che aceptino Piero di Medici in casa, altramente la meterà a sacho. Da Bavena, di 4. Come si conferma lo acordo dii ducha e Bologna. Item, ozi, zercha sera, capitò lì uno Francesco, fradel naturai dii signor Astor, olim di Faenza, qual è stà licentialo dal ducila, et ha 4 cavali ; eri matina parti per Ferara. El signor Astor è pur a presso il ducha. Item, à nova, che monsignor di Aiegra, con la compagnia sua, è partito di campo, e andalo verso Lombardia ; et il conte Bernardin di Marzano è zonto lì a Ravena, per me-dicharsi, per esser stà ferito in Faenza de uno pasa-dor in la gamba; etiam ha el mal franzoso. El signor Vitelozo al loco de Medexina prese el fradelo de ditto conte Bernardin, nominato Piero, e feze discoparlo; poi con uno saxo al collo lo fece butar nel fosso dii castello. Da poi disnar fo pregadi per sier Ilironimo Ca-pelo, olim, provedador per le camere, con autorità di avogador. Fonno numero 180 a conseio. Volse menar un Jacomo dal Saraxin, da Verona, oponen-doli, che hessendo sier Nicolò Trivixan, el procura-tor, capetanio di Verona, fece mercado con lui di gran quantità di arme, per le monition fu fate tunc in ditta terra di novo, le qual non vai il precio fonno pagate, e maxime le curàzine, che era per T amontar di ducati'5 o ver 6 milia, dicendo si haveano inteso insieme; e però volse cazar li parenti di ditto sier Nicolò Trivixan, el procurator, il qual andò a