687 M0CCCCI1I, FEBIiRAJOi ver X e più 110; e cussi il principe li disse ; et è opinion vadi mal sicuro. Da Ferara, dii vicedomino, di 29 et 30. In la prima manda avisi di 26, da Bologna, videlicet una letera dii signor Zuan Benlivoy a uno suo. Li avisa di la pace con Valentino lata, et publicata, per tre anni ; e ha lato feste etc. Item, à ’uto la bolla e l’absolution dii papa, qual l’aspeta. Item, uno altro scrive, ut supra ; et poi dice è venuto nova, Pandolfo è parlilo di Siena con 1000 fanti; e il du-cha Valentino vi doveva intrar con 1000 fanti. Poi, in la letera di 30, par il signor Bortolo d’ Alvia-no sia sta lì a Ferara, da lui vicedomino, incognito a parlarli, va a la Fossa, mia 2 de lì, et scriverà etc. Item, manda una letera abuta di missier Zuan di Gonzaga, sotoscripta: Johannes Gonzaga, marchio, republicce bononiensis armorum guberna-tor generaiis. Lo prega dagi la letera a l’Alviano, et lui è a Bologna. Item, un’ altra letera, di 29, di uno Agustin Maria di Becharia, par sia nontio di esso Alviano, è in Bologna; e li scrive di la pace fata; e che Pandolfo non è ussite ; e quello se intese fo per una statela dii signor Zuane, che vene, ma non è vero; e che Pandolfo si voi lenir in Siena, e lui à spazà uno per saper; e il ducha va col campo a Pittano; e che ’1 duca d’Urbin era partilo per mar. Item, esso vicedomino scrive aver auto ordine di paje e fenni, vederà etc. Noto, li scrivessemo, in materia dii sai, l’opinion nostra, e il signor havia torlo. Da Fiorenza, fo leto uno capitolo, di 26. Come Pandolfo, era per levarsi ili Siena, avia aulo da’fiorentini salvo conduto, di voluntà dii re di Pranza e dii ducha ; e che è restati in Siena il governo amici di Pandolfo; e il ducha vi dovea intrar. Item, lì in Fiorenza non si fa provisione, e non si vice partito di danari e provedimenti. Po expedito la commission a sier Antonio Sa-nudo e sier Hironimo Trivixan, vano sopra la di-ferentia di la Piave, et vadino a veder et riferir poi in colegio. Veneno doy, uno dii qual è prete zaratino, portò do letere di Polonia in soa recomandatione. Li titoli di le qual letere è queste : Alexander, Dei grafia rex Polonice, magnus dux Lituania?, Rtis-sice, Prussicsque etc., dominus et hceres, illustrissimo principi, domino Leonardo Lauredano, cadérti grafia duci Venetiarum etc., amico et fra-tri nostro dilecto, salutem et omnis boni incre-ìnenttim. E1 nome di chi ricomanda è Bernardin Gallello da Zara, secretano di suo fradelo, Cardi- nal. Et è data : Ex nova cìvitate tertia junii 1502, regni vero nostri anno primo. La mansione : Illustrissimo principi, domino Leonardo Lauredano, Dei grafia duci Venetiarum etc., amico et fratri nostro dilecto. Item, el Cardinal scrisse, soloscrita : Federicus, miseratione divina sane tee romance ecclesice, ti-tuli sanctce Lucice in septem soliis, prcesbiter cardinalis cracoviensis, date in Cracovia 12 octu-brio 1502, e la mansione è ut supra. E il principe li usò dolce parole, oferendosi farli ogni piacer etc. Da poi disnar fo la vizilia di Nostra Dona, e il principe andò, de more, con le solenilà, per terra a Santa Maria Formosa, con uno manto d’oro bianco, che fu bel veder. Era li oratori dii papa, Pranza e Ferara ; portò la spada sier Zorzi Corner, el cava-lier, va podestà a Padoa, con barba et vesta di ve-ludo paonazo ; et fo suo compagno sier Andrea Oriti, con barba e scartato. E poi, tornato di Santa Maria Formosa, et bona parte di zenthilomeni che lo scompagnò in scartato, fo pregadi, et leto le letere e posto certe grafie. Fo posto, per nui ai ordeni, certa parte di cha-lojeri di Strivali, ut in ea, videlicet confirma tion di chiesie. E ave tutto il conseio. » Fu posto, ut supra, che le robe venute con le galie di Barbaria e Fiandra, e ha pngà una volta i dreli, et è ritornate, non debino più pagar. E ave lutto il conseio. Fu posto, ut supra, una parte, notada per mi, di mia man, che, atento la relation di sier Piero Marzello, venuto conte di Sibinico, di 4 isole alienale a livello, ut in ea, per il processor suo, con dano, quelli dii conta’ non poi corer e salvarsi lì, che sia tal alienation tajale etc., e de ccetero se afili. Ave 8 di no. Fu posto, per tutti i savij di colegio, scriver in Hongaria, come eri una parie notata per Gasparo di la Vedoa ; e sier Antonio Trun, solo, volse la parte leta eri, notata per Zuan Piero Stella, e non era diferentia. E, senza parlar, andò le parte: 2 non sincere, 0 di no, dii Trun 49, di nui altri 126 ; e questa fu presa e comandà credenza a li 40 novi. Et, per trovar li ducati X milia da mandar in Hongaria, restò consejo di X, con la zonta di danari, e il colejo, e li ebeno in presiedo. A dì do fevrer, fo el zorno di Nostra Dona 308 di le candele. El principe fo in chiesia, de more, con li oratori, papa, Pranza et Ferara, Spagna non vi vene ; vi fu el capetanio di le fantarie ; et avanti udisseno la messa, reduto in camera dii principe,