285 MCCCCCIJ. LUGLIO. erano i» obsidione, deliberando de morir più presto da valente homo lui et li soi, che aspelar la per-zeda de Javza e de le vilualie, et zuratosi tuti insieme non se abandonar lino a la fine, et confessandose 135 1’ uno a l’altro li suo’ pechati, ut eorum moris est, ussireno fuora quelli, primo invochato tre volle el nome de Jesu Christo, alta vocé investirno li turchi, et tanta lo la virtù et impeto de li nostri, che turchi se messeno in fuga e comenzorono dividerse, chi a una parte e chi a l’altra ; et quelli ungari, che erano con le vitualie, se unirono con el capctanio suo, quale, temendo che non fosse fato algun presone, ma che tutti fosseno tagliati a pezi, et ita processit per spacio de milia X italiani, sempre insequendoli et amazandoli; adeo che gran parte de essi turchi, quando forono a certi monti asperi, lassorono li cavali et assesseno dicti monti quanto più lezieri possono; per il che è sta fato grandissimo botino de cavali e vestimenti, et hanno pigliato li stendardi lhoro. Hanno fato etiam presoni cercha 400, dei quali ne sono 37 capi, vestiti con sube d’oro et di seda, ornati de molti arzenti, quali dovevano ossei' mandati a la majestà regia a Buda. Et ancor, quando esso nontio con ditte letere credential fu expedito, nostri christiani seguivano li inimici. Dice insuper esso noncio, che, a judieio suo, potevano esser sta morti de turchi più de mille; sì che nel campo tur-chesco era sta una belissima et fiorita zente. Item, che in Jayza era sta posto da carra 1500, tra vini e grani e carne ; adeo che non se potea intrar ne la terra. Zonze étiam, che Schander bassa era lontari de lì mia zercha 25 italiane. Scriveno etiam dicti oratori, che de li in Buda per tal felice successo e vitoria erano sta fate grande demostration de ale-greze, con fuogi, sonnar de campane et schioppi de artelarie, cosse inconsueto a far in quele parte. In questi giorni, a dì... luio, è da saper, fo dato principio ad aprir al conseio di pregadi la praticha di la pace si tratava col turcho, per via di Charze-goli bassa, intervenendo sicr Andrea Oriti, venuto da Constantinopoli ; etiam por via di Hongaria. La qual praticha fin borra era sta tenuta noi conseio di X, con gran zonta et gran striture. Et cussi fo loto al pregadi una slretissima credenza, non si aprisse la bocha fuori a parlar di tal paxe. Et comcnzono a tra-tar tal materie in pregadi. Et tutta la terra era piena, che si tratava pace, maxime non vedando si armava; et che 4 dì continui era sta pregadi fino al tardi et 0 dicevano. 135 ‘ A dì 16 luio. Nel conseio di prega ìi, atento che el viazo di Damasco andava in mina, et quel cotimoè debito ducati____milia a usura; adeo è necessario, o remediar che si possi usar ditto viazo, o ver quello lassar, per le manzarie ne vien late, el per li arzenti, peze 52, ne fo tolte per forza dal signor di Damasco, et che deniegano ducati G000, dati per sier Zuan Mocenigo, consolo nostro 14!)(i, al nadrazes, et fo senza scritura, e lui li niega; et acciò si otegni dal soldan, non cora più usura, per danno dii piper za tanti anni, el per altre assa'cosse; perhù fu preso parte di elezer, per scurtinio, uno orator nostro al signor soldan, con ducati 200 al moxe per spexe, meni 12 famegij e il secretano col suo fameio, et porti li presenti consueti; tutto perirò a spexe di cotimo, a di 1!); et fo electo sier Piero Balbi, fo savio dii conseio, quondam sicr Al-vixe ; et refudò. Poi fo eleto, a dì 28, sier Piero Duodo, fo savio dii conseio, quondam sier Lucha ; e refudò. Et a di 2 avosto fo demum electo sier Be-neto Sanudo, fo avogador di comun, quondam sier Mathio, e stato consolo a Damasco e praticho in tal paese; et aceptò. El li scurtinij tutti sarano qui solo posti,*videlicet di solo. A dì 17. In pregadi fo electo orator al re di romani, in loco di sier Zacaria Contarini, el cavalier, sicr Beneto Sanudo, fo avogador, quondam sier Ma-tio ; qual subito refudoe. Item, a dì 14, atento sier Sabastian Zustignan, el cavalier, orator nostro in Ilongaria, fusse sta electo podestà et capetanio in Cao d’Istria za più mexi, et sier Piero Querini, era lì, voleva horramai repa-triar; perirò fu preso parte, di elezer, per scurtinio, uno provedador in Cao d’Istria, qual lazi 1’ oficio di podestà et capetanio, et stagi fino vera il Zustignan. Et rimase sier Piero Marcelo, fo di pregadi, quondam sier Filippo, el qual aceptò e andò. E à ’1 salario, come si fusse rector eleto per il mazor conseio. A dì 20 dito. Electi tre savij sora le vendede, sier Zuan Erizo, sicr Francesco Donado, quondam sier Bernardo, et sier Zorzi Emo, fo savio a terra ferma, el qual si scusò per 1’ oficio sora le aque. In questi zorni fo preso, in quarantia, di retenir, a petizion di avogadori di comun, sier Zuan Francesco Zustignan, di sier Beneto, per munegin a le Verzene, intervenendo uno fio fo di Zuan Frescobaldi ; et fo condanà solo la Tolela etc. Da Roma vene letere. Come in quelli zorni era morto il Cardinal di Modena, olim datario, e lassato in contadi ducati 20 milia, li qualli el papa li have. In questo mexe la Signoria nostra fé compreda di formenli di Sicilia, con sier Stefano Contarini,