415 MCCCCCII, NOVEMBRE, 41V non havea letere di Trozo, qual andò a Siena ; e che à nove, Fan à tolto 8 dì di tempo a rendersi, pe-rhò soto la Cliiesia veleno esser, dicendo: Rieoman-dè’el dueha a la Signoria. Item, li dimandò, si era vero le voce si diceva di la pace fata col turcho, e sopra questo fe’ assa’ coloquij. E 1’ orator rispose, ma la conclusion dii papa fo, la Signoria non la doveva far. Del ditto, di 2,9. Come il papa ave letere di Trozo; si dice per Roma non han auto risposta bona da li confederati; e li papali non stanno aliegri e maxime Jacomo di Santa f. Et li oratori francesi è sta chiama dal papa, con i qualli si a dolto di socorsi dii roy esser tardi. Si divulga, Trozo è andato in Franza, etiam il duella incognito venuto a Roma. Fiorentini è solicità i socorsi, e à mandar a Roma 1’ orator, fratello dii confalonier, ma par mandino uno secretano. Si dice, Vitelozo è a cavallo e cussi il dueha di Urbin ; et pre’ Lucha, orator cesareo, è partito de li. Di Hongaria, dì oratori, in zifra, date a Buda, a dì 20. Gomme hanno voluto haver audientia dal Cardinal; la schivava, pur eri serra l’hebe. Li disse, il legato procurava con tra la pace con il re, dicendo, facendola, ara pericoli e vergogna, e non la facendo, honor e reputation; et, zer-cha il mandar nontio, bisognava esser con el conseio di nobeli. Pur partì l’orator di Rado, vayvoda, con risposta; e a dì 15 gionse il nontio dii palatino, stato a Constantinopoli, e portò quel medemo: il turco voler far trieve per anni 7 c più, si ’1 viveri, perchè voi riposar questo pocho tempo à a viver, c mande- 192 ria il re uno orator a Belgrado e lui turco à Sender-vach; et che il turco voria far pace con li altri chri-stiani, excepto cha con venitiani; e la pace con So-phis non è fata. Et nostri volse saper le condition di la risposta mandata. Disse il Cardinal, bisogna prima deliberar per il conseio. Essi oratori solicitò a mandar il nontio ; ait : È una statua marmorea. Item, dii conte Josa nulla si dice, ma lino 5 di s’intenderà qualcossa. Il regno è in penuria di danari ; il theso-rier si duol, li danari nostri stagi tanto, e volse farsi servir de ducati 2000, con letere di cambio, per dar a Zuan Corvino; ne trovono 1000 solli. Item, li oratori di Baviera e Brandihurg sono partiti, e cussi partirà li oratori francesi, et englesi, e li francesi ve-neno con la raina, per esser mal tratati. Item, a le noze non è stati oratori di Polonia,'per dissession dii dueha Sigismondo, al qual il re voria, il re di Polonia, so fradello, li renonciase il duellato di Li-thuania. Da Ravena, di 31, hore 4 di note. Comme, per spie parti eri da Furlì, a hore 19, su la piaza, per il nodaro di la comunità, di comandamento dii ducila, a son di trombe, fo publichà una letera, seri -vea il dueha a quella comunità, che, a consolation di quel populo, feva intender, Orssini, Bajoni e Vitele-schi esser reduti a la obedientia dii papa e fati soi stipendiali, nel numero de li altri, che vengono con-tra le terre rebellate a esso dueha; et ozi Paulo Orsini passò per Forlì per tempo, e disnò a Cesena ; va a la volta di la Marcila. De li ditti, di primo, a hore 14. Di uno llioro messo, vien di Castel San Piero, alozò in casa di Ra-mazoto, contestabile, partì eri a hore 22. Manda a dir esso contestabile, et cussi il Malizino, missier Zuane Bentivoy esser acordà col dueha e riman nel stato; è sta astreto a consentir a l’acordo; e il dueha è per recuperar il preso e cazar il dueha di Urbin. Le gente bolognese sta pur lì, e sabato fo dà danari a li fanti, videlicet de Manzino e Ramazolo. Item, per persona venuta de Ymola, si ha, ivi si dicea di la pace fata con Orsini, Vitelli e bolognesi; e uno Alexandro Spanochia, è thesorier dii dueha, disse: Quando si publicherà l’acordo, ogniuno si maraveie-rà; e le lanze francese, alozate su quel di Bagnaca-vallo e Lugo, per esser acomodate de alozamenti, recusavano moversi e voleno un’altra paga; li fo promessa; et, soprazonte altre zente, eri passò al Fossà Ziniol, et promessoli dar danari, cavalchono versso Castel Bolognese e Faenza, e ivi dia far la massa. Domenega gionse Frachasso in Ymola, e la sua conduta è in dite gente. Da Cesena, per uno partì eri sera, Paulo Orsini nel passar disse, l’andava a remover quelle gente in la Marcha da le otlese dii duella, e far intender al dueha di Urbin, dovesse sgombrar el suo stato; pur quelle gente non si ab-steneno procieder a li danni ; e a Cesena è stà aperto molte fosse e si cargava assa’ grano, per condurlo a Ymola, di comandamento dii dueha. A dì tre novembrio. In colegio. Vene l’orator di Ferara, cercha alcune zoie dii signor, havia Piero d’Alban in pegno, e li consoli voi procieder; fo man-dà a suspender a ditti consoli. De Sibinicho, di sier Piero Marcello, conte et capetanio. Cercha li danni fati a quelli di Traù per li morlaehi ; li vicebanni si scusano. Da Rodi, di sier Domenego Dolfm, orator, 19-date a dì 6 octubrio. Come, ozi 3.° zorno, le ga-lie di la religion, per certo luogo li fu fato qui, a l’incontro dii canal, al Fisco, passono de li, per veder si era persona publiea, che de qui volesse passar.