MCCCCCI1, NOVEMBRE. 458 fo capetanio a Fumagosta; non lo il principe. Parlò il synicho, li fè alcune opposition, di usar con dono, darli provision a le femene, in loco di homeni, mutando nomi, e di casa soa luor provision. Ttcm, non obedir lelere di la Signoria et altre cosse, comme apar; et di solo più difusamente scriverò il tutto. Et steno fin bore do di note, et altro non fu fato. A dì 19 novembrio. In colegio. Vene il legalo per cosse particular, e certa lite di uno maislro Fe-lixe con uno cremonese. Vene l’orator di Franza, al qual lo lelo la letera scrita in Cao d’Istria, per li fanti passano, et ne avisa. Itingratiò, et pregò fusse scrito in Franza di questo; e cussi fo fato. Vene l’orator di Ferara col lator, in materia di salii, per lo acordo fato con li provedadori dii sai ; e cussi fo firma lo acordo. Vene domino Zuan Tetricho, cavalier, venuto so-racomito di Zara, armò per 0 mexi, qual fo admo-nito dii contrabando tolto dii navilio siciliano; et si scusò, non sapea le leze. Or commesso a li avoga-dori, fazi dar tutto fuora. Item, di le zurme sue fo parlato, alcuni voleva darli il (ulto, a mi parse darli il ferzo, comme li allri. Vene el fratello del dispoli di Servia, eh’ è uno papà, ha bellissima riera ; senio a presso il principe, et presentò una letera di credenza, sarà scripta qui avanti. Poi disse, interpetre domino Thodaro Paleo-logo, suo fradello si ricomandava a la Signoria, al qual havia renoncià el dispota, et volea servir a Dio; et sempre, so fradello è conira turchi, perhò voria aiuto da la Signoria. Et il principe li rispose bone parole, ma non era tempo questo inverno. E si partì, acompagnato fin da basso da li savij ai ordeni. Da Nona, di sier Piero Moro, conte, di ultimo octvbrio. Come in uno monasterio di Santa Marcello, dove era il suo corpo in gran veneratione di quella (erra, dove stà do vechie, e le altre mona- 209 * che, per il cativo aiere, stanno a Zara. Or dillo corpo è stà robato, e non si sa da chi; ha fato inquisition, perchè quel populo era in remor; dubita de alcuni soldati di Sibinico; prega la Signoria provedi ; unde, per coleio, fo scrito per tulli i lochi di Dalmatia sopra zio. Copia di la letera di credenza dii fradello dii dispoti di Iìasia. dominus, dominus frater no&ter carissimus, frater -nali amore commotus, ut frater dilectissimus, onus et commodum augumentunque et honorem nostrum semper affectans personaliter, per se faclum nostruni sufferens ipsa illustrissima et reverendissima domi-nacio sua, nostri ex parte, vestra illustrissimae et excellentissimse Dominationi illud declarabit, dele-gatione pelimus erga illustrissimam Dominationem vestram, ut dieta; sua; dominacionis tanquam lan-quam dominum et primogeniti Iratris nostris attendere et acceptare dignemini confidenter. Data in castro nostro Kulpen, septembris XXVII, anno secundo. Subscriptio, in medio litterarum : Johannes Dei gratia, regni Hassie despotus. A tergo: Illustrissimo et excellentissimo principi el domino, domino Leonardo, Dei gracia duci Venetiarum. Da pni disnar si reduse la Signoria, con li cai di X, in materia di trovar danari per Hongaria, che summainente importava. Da Ferara, dii vicedomino, di 17. Come fin quel dì erano passati da cavalli “2*200 ; si dice è per passar altri 800 cavalli, compulà li italiani in questi. Si dice, il ducha Valentino anderà con le zente versso Urbino. Item, la conduta, data per il papa a don Alfonxo, par non sortissa cffecto, perchè il duca non à voluto exborsar ducati X milia, per ponerlo in ordine, non obstante la cautione li dava il papa de restituirli. Item, manda uno aviso di le cosse di Bologna. Par letere di 15, da Bologna, dice, eri ritornò el prothonotario, con missier Remolino, da Ymola con alcuni altri, e, stati longamente con missier Zuanne, eri sera fenno Ih conclusione dì lo acordo. E questa matina è partito missier Remolino, con missier Carlo Ingrato, vanno a Roma, per concluder col papa; li altri è ritornati a Ymola. Loconfalonier e signori non ne sanno 0, e ogniun parla di questa pace. Missier Zuane è za tre dì in grande affanno e si aspeta la conclusimi di Roma. E par, fiorentini e il ducha di Ferara intrerano in segurlà di le parte ; e par. si habi a dar per lo acordo a Valentino 100 liomoni d’arme, et 500 fanti. Dove c bora le zente d’ arme non se li trova strame, e inverso Orbino non polrano star cavalli, per non vi esser strami. Missier Zuane non si cura la terra sappi lo acordo; alenile a le cosse sue. Missier Cornarano, lo qui, andò Illustrissime et exqellenlissime domine, domine colendissime. Quoniam illustrissimus et reverendissimus do-