59 MCCCCCI, GIUGNO. CO elio di focho, vìdelicet 12 ili grosse, lo altre mezane, el resto halote e polvere. Li capi sono : el baly De-can, monsignor De Cruchu, monsignor De Lupe; bellissima gente a pe’ e a cavalo; pagano insino al sole. Vanno moderati, el lunidi veneno alozar a la villa a Terra Rosa e a Trisana, el marti a Serzana, Arcula, Lameglia et Castel Novo, ozi vano a Massa et Charara, et continua con lhoro l’artilarie;. e drieto li vien 500 lanze; e ogni dì arivano 100 a Pontremolo. El primo è monsignor de la Palisa, el segondo monsignor de Samprè, el 3.° monsignor de Usom, el 4.° el conte di Chajazo, missier Galeazo Palavisino e alcuni altri; vano iu pressa, non stanno più di una sera per Iodio; vano per scontrarse su le terre di fiorentini. Monsignor di Obignì, capeta-nio zeneral, starà qualche dì per rifrescharse. Li oratori luchesi sono venuti insino a Serzana, e dicono, Valentino è a campo a Piombino; e tutti vanno a l’impresa di Napoli, non ostante che luchesi, e altri, stanno con suspeto; e si dice, a Lucha laserano uno governador e cussi a Pisa e Siena ; e, si fiorentini non si ajutarà con gran numero di danari, sarano in malli termini. E li zenovesì di san Zorzi ogni dì mandano bon numero di gente in Corsicha ; vi debbe esser horamai zercha 4000 persone. A Zenoa si armano le 4 nave. Di (> zugno poi scrive, comme ogni di sono passate di molte compagnie, e senza lhoro capi hanno fato e fanno gran danni. Per la slrata drita tutte le le terre sono abandonate ; conservano le roche, tutto il resto è in preda ; e li primi fonno anzoli, ma li segondi è stati diavoli. Ozi fornirano di passare, tutti fuze le compagnie sono passate. Li capi nominati di sopra vengono iu conpagnia dii ducha di Namors, capetanio e governador di tutta questa armata, li quali se fermano Ira il fiorentin e luchese, insino gionga ditto ducha. Sono più di 200 lanze, oltra li primi, et 2000 fanti, conduti dal capetanio Odet. In Fiorenza è gran discordia ; stimasse starano qualche setimana in Toschana ; a Fiorenza non si fa provi-sion alcuna di dinari ; per la discordia è podio ordine; di Piero di Medici non se ne parla, francesi dice: Si Piero harà danari, sarà rimesso, altramente non ; el qual è a Roma. Pistoia ha rinovato la discordia, Pansatichi hanno morto di Canzelicri, ben che siano dentro. Pisani se stanno; ogniuno cercha di ajutarsi. Lo orator di Valentino è tornato di Zenoa, quale era andato per far armare certe galee, e voleva altre provisione, non ha obtenuto cossa alcuna; più tosto si dice, à ’uto comandamento unirse con l’armata francese, e lassar l’impresa di Piombino, e già à messo a Santo Bibona, ne la Mariema ; si dice esser opera di Vitelozo. Li Orsini sperano rehavere lutto lo stato che parte tien Colonesi; e, per gente vien di Pranza, si ha, lo apontamento esser fato tra 10 imperator e il re ; e soa majestà reslituisse tutta la Borgogna a lo archidueha, el qual è stà cridà principe di Spagna, e promele il re christianissimo non molestar Cicilia. Da Ravena, dì ultimo mazo, zonte a dì do 27 zugno. Come monsignor di Obignì era a un Iodio, nominato San Nicolò, sul bolognese, lontan da Ymola mia X, con cavali 200, fanti 4000. Podio lontan erano lanze 300 di francesi ; et la matina do-veano esser a Castel Bolognese, poi a dì do a Faenza, poi verso Castrocaro, e passar in Toschana, per . conzonzersi con el ducha, qual è, tra Siena e Fiorenza, a Pogibonzi, per seguir l’impresa di Napoli. • 11 resto di le zente galiche tenirano la via verso Pon-Iremolo con l’artilarie; et monsignor di Obignì à con se 4 passavolanti e una. carela di polvere. Poi, per letere di 4, si ave, a dì do passò propinquo a Faenza fanti 4000, e andono a lozar a San Piero in Archo e a Vilanova da Farli. Interim ussite fuora di Faenza el Cardinal di Salerno, governador, con bella comitiva, e andò contra monsignor di Obignì; e, fate vicissim le salutatone, ditto capetanio galicho si messe a destris dii Cardinal, e a cavalo introno in Faenza, numero 150 cavali con admiratione di tutti. Li lo fato le spexe per la comunità; e al campo fo mandà vituarie, di le qual, hessendo stà dubio chi dovesse farle, o il signor o la comunità, fo terminato, per il Cardinal, che la comunità le facesse; di la qual termination non rima-seno faventini ben contenti. Poi a dì 3 zonzeno a Villafrancha di Forlì lanze 150 francese, quale ha-veano fato la via di Lugo; e a presso queste alozò altre lanze, non si sa il numero, perchè azonzeno a parte a parte per le vituarie; e se atende di le altre, e tieneno la via di le prime. Passono questi dì verso Castrocaro e la rocha di San Cassano, e passano le alpe di San Beneto, disendeno sul piano di Fiorenza suso la riva di Arno ; ed de lì vanno a Siena, quam-vis alcuni dicono fanno la via di Arezo e Cortona, perchè ditto monsignor di Obignì alias feze dita via. Queste zente non è ben in ordine di arme e cavali; fanno molti danni per camino; dove vanno pai-babbi tempestato. In Faenza si atende a la fortifica-tione dii bastion a l’incontro di la rocha, e le zente dii ducha a custodia ivi alozano. Da Roma, di 23. Comme in quel dì, a borre 27 *