507 MCCCCCII, DICEMBRE. studiose perficiat dignalio tua. Vale, dux inclite, cui ino enixius commendo. Ex Fónlebono, die 18 novombris 1502. Manu propria: E. illustrissimi domimi tui, sorvifor, Petrus Delpiiinus, generaiis eamalducnsiujn. Serenissimo atque illustrissimo domino, domino Leonardo Lauretano, duci Vendiamo dignissimo, domino ac patrono singolari. Da poi disnar fo conscio di X, con zonta dii co-legio. 230* A dì 6 dcmnbrio, fo Fan Nicolò. E1 principe andò a messa de more in la capola de San Nicolò in palazo ; poi reduto in coleio da basso con l’orator di Pranza, al qual fo comuniehato la preposta di l’orator yspano, e letoli la risposta. Ringratiò la Signoria, pregando fusse mandata in Pranza. Poi el principe li cornunicliò la materia di la pace dii turco, et foli ldo la letera si scriveva in Pranza a l’orator. Di questo disse, agebatur de re nostra et dii re di Hongaria, et era quasi certo, quésta Signoria tra-leria cossa, clic il fin saria bon eie. Vene sior Alvise da Mulla, venuto podestà et capetanio di Crema, et referì come quella camera li dacij erano afità lire 41 milia, poi levalo li X milia di exalion, date a’ lodesani, tamen, al suo partir, afità lire Gl .milia; si che à cressù lire 20 milia a I’ anno. À sparagna ducati 250 a l’anno lui videlicet ducati 100 a uno cavalaro, si leniva col secretano a Milan, e fato, di 8 cavai,'ri è lì, vadi. ogni mese uno a star; el à leva la spexa di do porle vechie etc. Poi, il levar di la spexa di fanti di missier Bertolin da Terni subleverà assa’ quella camera, qual à di sposa lire 35 milia el fino a lire 41 milia ; resta il resto in fabriche, cavalari, spexa dii castello etc. Poi à speso nel Cardinal lloan, sohm ducati 5G, in li oratori ungarici, qualli tonno fastidiosi, e in la rama. Item, disse di la fabricha di la terra, eh’è sgrandida 750 passa ; in questo anno si compirà, se li danari di Brexa e Bergamo, deputati, fosseno mandati. Item, otenne nel conseio, con fa-ticha, opere por cavar le fosse; sì che ave 7G00 opere, hi la fabricha è stà speso per avanti da ducati 15 milia. Poi disse, di le biave, saria bon ace tur uno partido ; voleno far un deposito de some 20 milia in la terra, eh’ è stcra 40 milia, e il resto poterlo dispensar, e saria con utile di la Signoria, di la terra, e contentamento di quelli citadini. Item, di le decime dii clero, resta pochissimo a scuoder; dii eampadego, eh’è lire 9000, resta a scuoder lire 900, e tamen niun pegno è vegnudo in camera, ma fato con destreza. Aricordò il refar li molini ; con ducati 2000 si l'aria, e non si staria su l’interesso. Laudò missier Sonzin Benzon di fedeltà, e il fradello, e missier Angelo di Santo Anzolo, fìde-lissimo. Item, Lodovico Semionda, condutier nostro, qual à cavali 20, vai ducati 2000. Poi disse ben di sier Polo Pixani da Cremori, e sier Antonio Sanudo da Charavazo, qualli sono adorati. Primo, a Cremona è fata la terra marchescha; et a Charavazo di uno porzil è fato bonissima terra, e tulli adora sier Antonio Sanudo. Item, disse so fìol, era stato a Zenoa, capitò in Alexandria di la Paia, et da uno citadin, noi volse nominar, fo levà di l’hostaria, charezato, alozalo in caxa soa, et a disnar in mezo di do so nuore ; et era uno capetanio francese alozato lì per forza, etc. Item, havia altro a dir, che con più tempo diria etc. Po laudato del principe de more, commemorando molte parte tochade. Da Brexa, di sier Francesco Foscari, el ca-valier, capetanio. E stato a Godi, e conferito con il conte di Pitiano zercha il compir di Asola, di la rocha, et terminato andar super loco, ma non fa-brichar questo inverno. Item, sier Piero Capelo, podestà, scrisse zercha il dazio si afita di la merca-dantia, qual calla per certa parte etc., ut in ea. Di sier Polo Valaresso, capetanio di le ga- 231 He di Bando, di 28 novembrio, a San Piero in Gieme. Narra il suo navicar etc. Da Zara, di sier Fido Antonio Trivixan, provedador sora lo armar, di 24 et 25 novembrio. Dii suo navicar ; et, come era una fusta di corsari in colfo, fato danno, unde lui, per securtà, tolse alcuni homeni di Cherso etc. Item, per non restar a Zara, per sospeto dii morbo, si parte e va di longo, ma di le galie 0 sa. Da poi disnar non fo nulla. Et è da saper, eri vene qui, alozò al lion bianco, I’ orator di lngaltera, qual fo in Hongaria. Po mandato alcuni zentilhomeni a soa visitatione in questa matina, et ordinato farli uno presente. Et, reduto il coleio, vene letere di le poste, e li savij andono in camera il principe a lezerle, lo qual sarà qui solo; ma prima scriverò il stimano di quelle venute eri di Eiemagna. Di Eiemagna, di sier Zacaria Contarmi, el cavalier, orator, date Augusta, a dì 22. Come il re à ’teso a dar audientia in la casa di la comunità, la qual cossa prima havia ordina farlo in