MCCCCGir, OTTOBRE. 376 . me e darne 100 a missier ZUan di Gonzaga, zenero di missier Zuane. Itevi, manda uno capitolo, di 17, di Romagna, par don Remiro e don Michiel siano sta presi su quel di Urbino da Vitelozo. Da poi disnar fo coleio, reduto il principe, con-sicri e savij, per consultar la materia di Hongaria de pace. De Sicilia, di Hirommo Donado, secretarlo nostro. Dii zonzer lì ; et come de lì è sta levato le trate di tormenti a tutti. Di Cataro, di sier Sabastian Contarmi, re-tor e provedador, vechie. Zercha li soldati e quelle fabriehe; e di uno citadino, andò dal turco, qualvolta tornar con salvo conduto; non li ha voluto far in scriptum, ma a bocha. Di Cremona, di sier Dolo Pixani, cl cava-iter, e sier Domemgo lìolani, rettori. Mandano una letera, abuta di domino Guido da Gonzaga; par sij stato col marchese di Mantoa a Milan. A dì 12 intrò in Milan, et fo in conseio con il gran maistro di Pranza, dove fo proposto di mandar 200 lanze contra Orssini, qualli erano mossi, per insligation de’ venitiani, a far tal novità, et le parole disse cl • marchese di questo. De la qual letera fu fato podio conto. A dì 21 octubrio. In coleio. Vene P orator di Pranza; mostrò letere dii roy, di 15 octubrio, e dii Cardinal ; la conclusion è, non volcno missier Zuan Bentivoy stagi in Bologna; voi, il papa meli uno legato ivi etc. Item, mostrò uno tratamento fece domino Claudio de Ais, fo a Bologna, per nome dii roy, a protestar a missier Zuane, e il successo; il populo non voi si movi e voi ajutarlo. 174. Fonilo alditi li proveditori dii sai, in materia dii debito ha il ducha di Ferara, per ducali XXI milia, et di lo acordo tramato cól fator, di dar ducati 5000, et dii resto in tempo con piezarie, ma voleno la pena di tutti etc. Non piaque al coleio. Da poi disnar fo pregadi, e vene le infrascripte letere: Di Franca, di V orator, date a Lion, a dì 12 et 14. Di rasonamenti fati col Cardinal Roan, zercha le letere veniva di Spagna, e la provision ; e dolendossi assa’ di la Signoria ; e più, ehe si mandava novo orator al re di romani, et propter quid. Da Milan, dii secretano, di 19. Di le 200 lanze vanno in ajuto di Valentino, et monsignor di Montason capo; e il gran maistro si parte di Milan, et va con zente a Parma. Di Barena, di 19, ìiore 24. Per una spia, venula de Ymola, dice come sabato, fo a dì 15, el du- cha, era al pozuol dii suo palazo, apuzato a una colo-na, con il colateral e contestabili, fé la mostra a fanti 600 paesani, contestabile Manzi no Romano, e la fe-vano a cinque a la volta, et a 400 altri fanti, pur paesani, contestabile uno, nominato Ymola. Sono armati con. pedi discoperti, brazali e lanzoti a la todesclia; et fo ordinato non cridasse: Ducha!, nè si cavasse la bareta. Item, il luni uno maistro di salla fè la mostra a fanti 600. Et vene in questo mezo tre cava-lari per stafeta, et portò letere al ducha, qual, lete, mostrò molestia; e a bore 22 fè comandamento: tutte le villo versso Bologna si redugi il suo bestiame in Ymola; et se intese, le zente dii comandator, fate a Faenza, aver auto rota a Fossimbrun, e Zuan di Saxadeìlo, capetanio di balestrieri, e quelle di Vani esser foriti, et che davano la terra di Urbin a sacho. Item, uno Rigo Todesco scrivea zente ale-mane et lombarde, e dava 4 o ver 6 carlini per uno. Dii conte di Sojano, a li prediti rectori di Bavena. Avisa la rota à ’buta le zente di Valentino; et Vitelozo esser con 500 homeni d’arine, 500 cavali lizieri, 9000 fanti; et a dì 15 gionse in campo il ducha di Gravina e Zuan Paulo Bajone. Noto, in questa matina, vene sier Nicolò Mar-zello, venuto provedador dii Zante, qual era sopra-comito, e ivi fu posto. Referì assa’ cosse ; portò il modello dii Zante; aricordò molte cosse. Fo laudato dal principe. Da poi vene letere di Spalato, di sier Zuan Antonio Dandolo, provedador. Zercha una coraria hanno fato con alcuni conti vicini, con li qual ebbe parlamento e andò a trovarli, videlicet Clisa, et hanno corso e fato danni a’ morlachi li robavano. Et in pregadi fu posto, per tutti, scriver in Ilon-garia, in conformità di le altre, solitili il mandar il nonlio. E fo presa. Item, per tutti, scriver a Zacharia di Freschi, che, si per tulo novembrio non sarà zonto nontio di Hongaria, e saltem ad summrnn fin 20 dezembrio, in Dei nomine fazi lui, et vedendo il pericolo si re-metemo in lui. Et ave 23 di no ; et fo comandato stretissima credenza di questo. Fu posto la parte, per tutti i savij, zercha quelli volcno far nave, una gran parte, e il don abuto con licentia dii conscio di X etc., ut in ea. Ave tutto il conseio, licet sier Gasparo Malipiero dicesse qualche parola, e fo conzà. A dì 22 octubrio. In colegio vene il capetanio 174* di le fanterie, dimandando licentia di andar contra questo catelan, marano, Valentino, a far le sue vendete, et voli andar a Urbin. Vede i cielli fanno gran