255 MCCCCCil, APRILE. 25(5 e à tollo 8 homeni et 5 amazono de do bardi1 erano lì in porto. Da poi, a dì 20, ussì pur di 1’ Arta fuste A et uno bregantin, e tolse del Pachasu homeni 300, non havendo respeto che ’I zeneral se atrovava a Corfù con 3 galie ; si che la isola del Pacasu si poi dir è (fosfata. Item, di lì a Corfù era zonto la galia Loredana, soracomito sier Zacharia, con nave di Soria, Bernarda, Contarina, e la Ruziera è rimasta po-120 * elio adrieto; dieno andar a Napoli di Romania. Item, vene do caravele, cargano valonie a presso Patrasi, dicono, el signor turcho lia ’uto mal de piera ; tarnen preparava 1’armada, ma non per ussir, salvo se Camalli non ussiva come corsaro. E si dice, era sublevato uno Siech All! in Persia, qual predicha contra la fede diMahometho, dicendo quella non esser bona, et ha gran sèguito de populo ; e havea scrito versso Constantinopoli, che se dovesse retrar di la sua fede tenivano. E il signor turcho, visto tal letere, havea fato morir tutti quelli che ’1 seguitava che poteva liaver ne le man. E questa nova a molti pareva fusse fabula, pur era la verità. Item, el zeneral è lì a Corfú, con 3 galie mal in bordine, e sier Zuan Zautani, provedador, è andato a Cataro con 3 galie, le altre chi in qua, e chi in in là, ma la massa ancor non se la. Item, in Candia è morto Michiel Musuri etc. Da poi vene letere, a di 11, da Corfù, dii zeneral, date a dì 16 marzo. Scrive aver avisi, dovea ussir di Negroponte 60 vele turche e vegnir a Napoli et Malvasia ; el che ’1 turcho aparechiava exer-cito contra Hongaria. A dì 23. Li tumulti e novità di Cremona fin questo dì à tenuto la terra in faticha, che spesso è slà conseio di X con gran zonta. El, oltra i apicadi a Cremona e qui, fu etiam posti in bando e a confili alcuni, e altri retenuti, e fato proclama : chi voi vender le possession e partirsi de lì, sia in so libertà, aliter, trovadi sospeti, serano confischadi; e hanno scoperti alcuni tedi di caxe di gebelini sospeti ; altri ebbeno provisión per il conseio di X etc. A dì 27. Se bave letere da Constantinopoli, de 7 marzo, et non se intese, el signor turcho fazi novità alguna, o sta su qualche praticha de pace ; perirò in questa terra non si feva altra provisión di armar. È fama, che 500 turchi, in Constantinopoli, volevano seguir il novo profeta di Persia ; e il signor turcho per cinque dì fé tenir le porte serade de Constantinopoli, a zio niuno se partisse, e temeva mollo de novità, per il seguito grande à ditto profeta et obedientia. E se dice, à con lui da persone 150 milia, che, mancho assai, é gran cossa. In questo tempo el papa, tandem conze le cosse dii testamento dii Cardinal Zen, fu eontenlo seguir quanto promisse di far, di armar 20 galie conira turchi. Di le qual terminò armarne 5 in questa terra ; perhò la Signoria le armi di li danari dii Zen a suo conto et si dezi li sopracomiti. Et fece suo ca-petanio e comissario domino Jacomo de cha’ de Pi-xaro, quondam sier Lunardo, episcopo di Baffo, era prima maistro di caxa dii Cardinal Grimani. Et fono in coleio electi li sopracomiti, perhò a compiasentia di esso legalo che li elexe, videlicet : sier Antonio da Pexaro, quondam sier Francesco, sier Nicolò Dandolo, quondam sier Francesco, sier Almorò Pi-xani, quondam sier Ilironimo, e sier Silvestro Trun, quondam sier Mafio......Et se armano ancora il resto, fin numero de 20, in Puja, in Ancona, dove fu soracomito domino Francesco Cynthio, numero do, et a Zenoà tre : tamen solum in tutto ... fo armà per conto dii papa ; el la Signoria doveva dar li corpi di le galie fornide. In questi giorni, monsignor di Obignì, che andò a Napoli, per veder de quietar le diferentie di le terre di Puia e Calabria con spagnoli, ritornoe per andar in Franza; passò per Cremona, e da quelli redori fu honorifìce riceuto. Item, cremonesi elexeno 12 oratori nobeli et do populari, per alegrarse di la creation dii doxe ; et dieno venir con promessa di ducati 10 milia a la Signoria, per armar contra il turcho; ma tra llioro circha tal eledione di oratori vene assa’ discordia, e perhò tal venuta fo posta in longo. Et la Signoria nostra terminò, nel conseio di X, volendo tenir Cremona, far fortissimo el castello, maxime da la banda di Milan, adeo ogni dì si lavoravano; et per tutta Geradada fu contribuido a tal spexa, sì de clia-rizi come guastatori ; et si cavava i fossi con più di mille para di buo’ al zorno. Item, sier Domenego Bolani usò una bella stratagemma; prima fé proclamar, tutti chi havesse arme se dovesseno dar in nota, sub piena rebelionis, et, date, poi fe’ un’ altra prodama, tutte le apresentaseno ; et cussi con gran obedientia fonno a essi rectori apresentate, dico a sier Domenego Bolani, capetanio, perché sier Polo Pixani, el cavalier, podestà, tunc era amalato gravemente. In questo mezo el fiol di re Fedrico, era in Taranto, licet la terra si lenisse per spagnoli, lui leniva la rocha, si partì, per andar in Franza dal padre ; e li fo dito per spagnoli : In via vostro padre è morto. E lui disse : In ogni modo voio andar in Franza, a veder, si ha ordenado alcuna cossa di questa rocha. E, partilo da’ spagnoli, con il qual fenno trieva, temen-