859 MCCCCCIII, MARZO. 860 far la mostra di le sue zenle a Baza, dove essi oratori andono ; licei el Soranzo stesse malissimo vi 385 volse venir, e di lì poco morite. Dove vete la mo-slra di X milia cavali, di qual ne era da 4000 armati, il resto senza arme ; et di dito numero poteva esser da 700 ragazi, il resto tutta zente e cavali boni ; e ne manchava altri dii regno a venir, perchè la matina gionse 1000 cavali di uno baron, et 600 dii disposti di Rassia ; et di 73 comitali manchava a venir 18. Or ivi non li parse di concluder li capitoli, licei aveseno libertà, ma li volseno mandar a la Signoria nostra, per sparagnar il tempo. Et a formar li capitoli ave gran faticha ; et Jurich, hora episcopo varadinense, con altri deputati disse: per Deum vos habebit responsum, quod vobis non placebit. Or zonto sier Zorzi Pixani, orator, per suo colega, conclusene la liga ; et zercha l’andar il re in persona in campo, era cossa molto dura, etiamla cossa dii re di Poiana, pur fonno conclusi ; et li brevi dii papa, ajutò poi a la expedition, et cussi il legato. Tandem, et post multa, il re terminò mandar il conte Josa, di noveinbrio, qual con X milia cavali passò ultra el Danubio, qual era agiazato, e fè gran incursion, ma pocha dipredation, perchè za per tutto si sapeva el doveva corer, tamen el brusò e vasto più paese, dia ’1 trivixan, padoan, visentin e veronese ; brusò 50 ville e poi (ornò. Or parlilo il Pixani, suo colega, vene sier Zuan Badoer, et lo laudò di la oration fece, et auto la licentia di ripatriar, la fo poi suspesa, et ordinato al Badoer andasse in Poiana dal re Alexandro, alegrarsi dii regno auto. E il re andò in Boemia; e lui sier Sabastian rimase a Buda, dove restò d conte paladin, che hora è morto, per vice re. Et vene a quel tempo uno orator dii turco per tratar pace o trieva. El Cardinal era a Ystrigonia, el di questo scrisse al legato et a lui, qual tandem, hessendo a la caza, el legato li disse aver auto tal letere, el ge dè la sua, unde li parsse, et tanto fè, che menò el legato per 8 zorni a Ystrigonia, et insieme col Cardinal partono. Et in hoc interim re-cevete letere nostre, di la venuta di sier Andrea Oriti da Constantinopoli e liberation di merchadanti, e che il turco era quasi inclinato a la pace. Et, abuto nostro ordine, con bel modo parlò al Cardinal di questo ; et cussi comenzono le pratiche etc. Item, poi a formar li ultimi capitoli à ’uto gran faticha per quel dir vivente turco ; e Jurich, o ver varadinense, sempre è sta contrario a la Signoria, ma ben tanto più l'avorevele el ystrigoniense; e licet havesse libertà prometerli fin 50 milia, tandem concluse li capitoli con ducati 30 milia vivente Turco, ut in eis etc. El a questi il legato fè variar li capitoli, adeo si alterò con lui, adeo ditto legato andò dal re, et la sera li fo mandato a caxa li capitoli, come prima. Or il messo, fo mandato per il re a Constantinopoli, è sta 3 mexi, che da Buda a Constantinopoli è solum mia 900. La causa è sta, perchè il re e li soi volea tirar a la longa, perché a tanto più danari da la Signoria nostra. E dii conte Josa, è in gran ini-mititia dii re et de tutti, per aversi mal portato ultimate, che con tanta zente è ussito. Item, che sa il turco à desiderio di la pace; e il Cardinal yslri-goniense li à ditto : Orator, di a la toa Signoria atendi a le cosse de Italia, perchè la pace si poi dir conclusa ; e li mostrò ¡etere di Rado vayvoda. Item, 385 * uno frate Alexandro, parente di Charzcgo bassà e di la moier di sier Marco Loredan, alias retenuto qui per il conseio di X, li ha dito, il turco non è homo bilieoso, è timido, et Carzego è in gran reputa-tion al presente. Item, il re, qual à anni.., tamen non disse, ma disse è bel homo, grando di persona, di dignissima geneologia, per padre e per madre ; per padre disceso da re Chazimuro di Poiana e da Ladyslao, che mori combatendo con turchi ; la madre discesa di tre imperadori ; et disse la linea di la soa geneologia ; et è anni 16 dii regno di Boemia, et 13 di Ilongaria. 11 re è devoto e religioso, e si dice nunquam habuit eoncubitum cum muli ere, vi-delicet che ’1 se intendi, e mai si adira, mai dice mal di niun, e si niun dice mal de qualche uno ait: Res f orsan non est vera. Et al ducha Lorenzo, qual fo qui al tempo di la raina, che li fo conira la sua corona, unde li tolse il stato et menalo davanti disse: Ducha Lorenzo, se’ vu quello voleva far tanto mal?, e lui li dimandò perdon, et tutti aspetava lo dovesse far mal capitar, et il re lo restituì nel stato, dicendoli : Siali più fìdel di quello sete stato. Questo re dise assa’ oration, alde Ire messe al zorno, in reliquis è come una statua, perhò parla pocho, et parlando familiarmente parta ben, ma di stato parla incompositamente ; dà audienlia a tutti; mai fè amazar niun, ma nel regno ha pocha ubedientia, et è avaro; et conclusive à pocho inzegno, e più presto homo est rectus quam rex, non è temudo e più si teme il Cardinal ystrigoniense dia il re e cussi Jurich.o ver varadiniense. E il re non à danari; e per far lo exercito, olirà i danari à toclià da la Signoria, eh’ è sta ducati 180 milia, à impegnato le soe intrade, adeo fin do mexi non averà ; et à sfreto le spexe et a la raina, a la soa corte za questo car-levar vete solum 8 polli al dì ; etiam strense le spexe a essi oratori nostri. Imo, il re à pocha ube-