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MCCCCCUI, CENNAJO.
      <la Canosa vene fin ;i la (¡amara 200 cavali francesi, i ({Lialli, per T aqua grossa, non pòlo passar; unde si dice di spagnoli esser stà morti 30 homeni <!’ arme, presi 14, di quali si dice esser uno nepote dii gran capetanio, el magnifico portolano, el contàdor, a nostro modo camerléngo, el capetanio di l’artila-rie, Thodaro Paliogo, capo di stratioli, et 4 altri zentilhomcni, cavalieri; di francesi morii 12 homeni d’arme, presi 10, di quali si dice esser do di conto, et tolto-2001) pecore et è sta menate a Barleta. Item, à ricevuto nostre letere al capetanio yspano mandi uno homo in (Mia per aver la Irata, e cussi mandò uno homo esso capetanio con le letere.
          Et la comunità scrive di li bisogni di biave, poi, per una altra, replicha li danni li Ialino spagnoli e li conta, ma francesi li fa pur miglior compagnia.
        Di Otranto, di sìer Fantin Malipiero, go-vernador. Zercha quelle fanterie, poi Leze li fa mala Compagnia, non vieti lì a fa doana come soleva; et lo scrito sopra zio etc.
        Di Mola, di sier Hironimo Navaier, gover-nador, dì 17 novembrio. Come mandò la galia, il sopracomilo era di Pulignan, a Brandii», mia 00 de lì, e Traili è lontan mia 40; e scrive la condition di la galia e quello li bisogna ; e di le maislratize, in tulle quelle terre, da Otranto fino lì, è calafati X, marangoni 5 suficienli. Item, li spagnoli e francesi 281' li molestano, e depredano et menali via li animali e non li rendono. El ozi alcuni soldati di la compagnia dii signor loanni, barba dii marchexe di Bitonte, volse tuor il mantelo a uno citadino, sul tenimento di Mola, discargò una balestra e passò da uno canto a l’altro con uno verentou, et è morto ; et questo è stà francesi; fano provisione; scrive a li capi etc. Item, il vice re, liavia comandato vastadori per tutte le terre de lì, bora li ha licentiadi con taia di carlini 30 per uno, e va con lo ex ere ito a le stanzie a Minervina. 11 gran capetanio si à molto fortificado fuora di la terra di Barleta ; tre nepoti dii signor Prospero e Fabricio Colona se hanno parlito da lui e vano a la volta dii ducha Valentino con 200 persone. Item, quella doana di Molla è mollo povera etc.
       Da Napoli di Romania, di sier Domcnego Corner, castellali al scoio. Aricorda si provedi a quel castello, e de homeni di Candia, eh’ è fidati.
        Dii capetanio generai, vechie, da Santa Maura. Lauda sier Francesco Pasqualigo, stato patron di uno barzoto, e vieti a disarmar, et uno Pa-squal Violai, etiam patron, qual è zonti.
        Da Napoli, clil consolo, Lunardo Anseimi, di 7 zener. Come era lì la nova dii relenir et apichar
de Vitelozo et Levoroto per il ducha Valentino. Monsignor di Obignì si dice esser unito con li principi; spagnoli, aspetano ajuto sì di Cicilia, come di la stia armata.
   Da Spalato, di sier Zuan Antonio Dandolo, provedador, di 7 dezcnibrio. Come ricevete stcra
300	formento da donar a quelli nobeli e patrimoniali di Poliza. e cussi 1’ andò in Almissa, dove si reduse 400 poli/.ani, e li fé intender il don li facea la Signoria. E li nobeli volea la mità, e li patrimoniali non la volea dar, se non uno quinto, digando : Seti 40 caxeenui 500; unde el non volse partir dito formento. Et eri fé venir molti primi di Poliza, zercha 50, a Spalato e li usò alcune parole, et adatò la cossa ; e à dato uno terzo a li nobeli, do terzi a li patrimoniali, videlìcet a li nobeli do stara per uno, a li patrimoniali uno, e a chi </* e chi una quarta e tutti si contentò. E li persuase elezese uno nobele spalatin per suo governo, a dar raxon, chiamato conte, e va-di Ire volle a l’anno in Poliza, come si leva al tempo di sier Marin Moro. Li promisse, domenega chiamar el so consejo e in quello elezerlo. Item, a dì 25, incantò, per uno anno, la intra’ di la villa de Mirza de’ ditti, tolta in la Signoria nostra, e trovò lire 335 di pizoli a l’anno. Di tal operare per colegio fo laudato.
    Fo balotà donar ducati 25 a quel presentò l’o-pera al doxe in soa laude; et fu preso. Ave 16 de sì, et 5 di no.
    Da poi disnar fo conseio di X, con zonta di danari et colegio, e fo disobligà l’interzar di dacij e mità dii neto et ubligato le decime; sì che si arà danari per la barza e galie.
    Vene letere di Bongaria et di Brandizo ; il suma-rio di le qual sarano notade qui avanti etc. '
   Di llongaria, de li oratori, date a Buda, a 282 dì 5 zener. Come non è restadi di solici tar la missioni di 1’ orator a Constantinopoli ; et che il reverendo varadinense li à ditto, bisogna aspetar ritorni il messo fo mandato a Constantinopoli; et che ’1 dia venir insieme con l’orator turco, perhò sta tanto a venir; et che la pace si reputasse fata. Et, per la via di Transilvana, è de lì a Constantinopoli mia 230 hongari, videlicet 1150 italiani, ma per la via di Andernopoli e più. Et a dì 23 riceveteno nostre letere di X, che li solicita la mission di 1’ orator etc.
Dal re, per le leste, non hanno potuto haver au-dientia, se non cri ; et li disse di capitoli la Signoria li aprobava et erano per sigilarli ; et che soa ma-jestà expedissa 1’ orator; e il resto di danari, poi che non volcano per letere di cambio, che li se manderà a Segna. 11 re rispose li piaceva, si meteria hor-