565 • mcccccii, perdition ili Santa .Maura si havia turbato, e perchè li era stà fato intender, che il bassa Charzego sapeva di ditta perdition, lo fè retenir. Item, el flanibularo de Constanti de Nuperima, era reduto a Nepanto in socorso di Santa Maura, è in Lepanto e non si move; e si fa vardie, ivi e per la Morea, più dii solito; et i turchi di Coron hanno noviter trato di l’isola tutta la fameia di christiani, et mandati a star nel conta’, et è rimasti ivi solum alcuni di grechi primati etc. La qual letera, per esser vechia, non fo Iota. 256 hi questo pregadi fo lelo do letere di rcctori di Ravena, di 16 novembrio et primo dezembrio, a li capi di X, in materia di Marco di Rimano, contesta-_ bile nostro, è lì a Ravena. Qual mandono una letera, li scriveva suo fradello Simon di Paxij, era orator per quella comunità di Rimano al ducha Valentino; in conclusili!} pareva el si volesse conzar con lui. Poi fo leto el processo, zoè deposition sin davanti li capi di X, e dipone lui aver zerchato acordarsi, tamen volea tuor licentia di la Signoria. Dice è fidelissimo e maridalo a Lignago, e à compra possession lì etc. Or sier Nicolò Foscarini, el cousier, e li savij a terra ferma, excepto sier Piero di Prioli, messe che ’1 dito Marco l'usse casso di stipendij nostri, nè più potesse esser contestabile, e si provedesse a dar capo a quella compagnia. Or Jo, Marin Sanudo, andai in renga, laudando il cassar, ma con modo che prima el fusse fato venir qui, e tenuta secretissima tal cassassion, e suspeso il suo ; e cussi tutto il conscio laudò, e, volendo 1’ bordine nostro meter, parse a la Signoria non possamo meter, atento Ravena è terra compresa da terra, per diliberation dii conscio di X, e tamen Ihoro messe l’opinion nostra. Poi parlò sier Polo Barbo, contra la parte; voleva non cassarlo, ma mandarlo a Gradiscila. Rispose sier Nicolò Foscarini, el consier. Or andò la parte: 6 non sinceri, 39 di no, 119 di la parte; e fu presa e comandò credenza, e scrilo statini a Ravena el facesse venir de qui. Fu posto, per li savij dii ennseio e di t rra ferma atento li movimenti dii ducha di Valenza, qual à lan-ze 800 e fanti 8000 propinqui a Ravena, che ’1 sia scripto al nostro capetanio di le fantarie, è a Gradiscila, vengi qui, e li soi provisionati mandi a Ravena, e il coleio habi libertà di far ogni provision a questo. E sier Nicolò Foscarini, el consier, messe el venisse qui, nè fusse licentiato senza il pregadi. Parlò prima sier Antonio Truin, qual non laudò far mo-vesta; pni sier Nicolò Foscarini. Li rispose per la parte sier Domenego Trivixan, el cavalier, demum sier Pollo Capello, el cavalier, che non volea mandar DICEMBRE. 566 lì dillo capetanio, qual, per l'odio ha a isso ducha, apizeria la guerra. Or sier Nicolò Foscarini ave 65, e li savij 95; e questa fu presa. Fu posto, per tutti li savij, una letera a sier Antonio da Canal, governador a Brandizo, in materia, venendo le armade di Spagna, li dagi il porto, e mandato la risposta fata a Franza, e observi il tutto, e venendo tutte do lui sij neutral. Item, non dagi il porlo di le Cadene a ninna armada. Item, si li manda provisionati e polvere, e, scrilo al zeneral li mandi 4 galie etc., ut in ea. Ave 11 di no, 158 di sì; e fu presa d’acordo. Fu posto, per tutti, scriver al capetanio zeneral di la richiesta ne ha fato Franza di tal porto, e mandi 4 galie a Brandizo, con uno di provedadori o ver qualche sopracomito al governo. Ave tutto il conscio. Fo posto, per tulli, dovendo venir qui uno orator hongaricho, qual va a Roma, che, per il tempo el starà qui, li sia fato le spexe etc. Ave 150 di l.i parie ; e fu presa. A dì 24 dezembrio. In coleio. Vene 1’ orator di 256* li pheudatarij e nobcli di la Cania, nominalo sier Anzolo Permarin, è persona dotta, qual tolse licen-tia per ripatriar. A obtenuto molli capitoli ; el dimandò una letera, che, aleuto si usava li villani dar per honoranza al retor parte di le gaiine, lievori e altre salvadesine piava, liora si tuo’ danari. Et per colegio fo scrilo non si facesse. Vene l’orator yspano, in materia di certo spaglio!, stato in armada nostra, el disse rimeteva a la Signoria il tutto; e cussi fo comesso a sier Dome-nego Malipiero, fo provedador in armada, la ronzasse. Da lìavena, di 22, et di Zara. Il sumario dirò poi qui di solo. hitrò li capi di X, el poi fo terminato far qui 400 provisionati, per Ravena, a Bortolo Bon, capetanio di cai, et Alvise Biregella, tamen non fonilo expedili, ma soìum descripti etc. Et da poi disnar el principe fo a l’ofìcio in cliic-sia. Era li do legati, videlicet Tioli e il Pexaro, e 1’ orator di Franza e Ferara; Spagna non vene per causa di Franza; e 1’ oralor di Franza volse precie-der el Pexaro, qual contrastò un podio, pur cesse e più non vene. Da Ravena, di 22, hore 24. Come, per messi cri sera venuti di Cesena, si partì al serar di la porta, dicono le zenle francese liaver auto comandamento di levarse e andar a la volta di Milano; e cussi in quella matina havia comenzato a levarsi. Poi la sera veneno altri messi, eertifkhò dillo levar. Si