MCCCCCIII, MARZO. 858 Di Malvasia, di 4 fevrer. Replicha quanto scrisse. Poi, a dì 2, per uno messo spazato per el vayvoda di Misitra, come li scrive aver lelere dii basst di la Morea, non debi adunar campo perdan-nizar li subditi di la Signoria, ma lievi le olese, perchè sarà pace. Lui podestà scrive non dar fede, fin non à letere di la Signoria nostra ; e non resta forti-lìi har più che ’1 poi ; e aricorda, si non si fa pace, si mandi a levar le anime inutele de lì. Da Napoli di Romania, di 2 fevrer. Come hanno auto una letera dal signor di la Morea, e manda la copia, qual è questa, tamen tutti di lì dice si trata pace col turcho, e se li dà Napoli e Malvasia, e stanno di mala voia ; e non è fermenti. Copia di la letera dii bassà di la Morea a li, retori di Napoli di Romania. Nobilissimi, gloriosissimi, sapientissimi, altissimi amici et fideli, la debita et conveniente salute. Mandemo a vostra nobilita et sìgnifichomo, come a dì 20 del presente mese, zorno Mercurii, vene altra poliza, un schiavo dii gran signor da la Porta sua, ulachi, et portò a mi comandanienlo, et scrive comandamento. Come lo ambasador de la Signoria de Veniexia viene a la signoria mia, per far pace con lhoro, cl parlassemo con lo ambasador; pocha cossa è restato in mezo. Lo ambasador di la Signoria à mandato letere a Venecia ; aspetano la letera de quel ha a vegnir. El gran signor de molti anni scrive a mi, che veda de far crida a li thirria-rali et in ogni altra persona, che nissun non olsa, de li homeni del gran signor, molestar in alcuna cossa de’ venitiani. Jo, secundo el comandamento del gran signor, ho scrito al vayvoda de Corvntho et a tutti i miei vayvodi, quanti se atrovano arente la marina, che non olsano mandar, nè a martolossi, nè zente de cavalo, a li loci vostri. Et, sicondo me scrive el comandamento del gran signor, sapia le vostre nobilità, come a la Valona, el in tutti li flam-bori, dove se atrovano vicini con li loci di la Signoria de Veniexia, ha mandato ulachi suoi con suo co-mandamento, sicondo à mandato a mi ; unde dinoto a vostre nobilita, come, da l’odierno dì, sapiati che da la parte nostra li homeni de la vostra nobilità ' non habiano alcuna fantasia. Per tanto scrivemo, le vostre nobilita vadano a li vostri subditi de darli com-biato, sicondo mi ho dato combiato da la parte mia, che non fazino danno a li loci del gran signor. L’ain-basador di la Signoria de Venecia ha mandato, da Constantinopoli, navilio armato a la Signoria per questa facenda, e sono e l’è vegnudo fin a bora, dove che ’1 sera el saverè presto. In la facenda de li vostri subditi, si è che ’1 se le vostro nobilità la toglia sopra di voi, de non lassar desfar li loci dii gran signor, secondo toglio sopra de mi li mei. Sapiamo risposta da le vostre nobilità con el presente lator porta la letera. Questa facenda è vera, come di sopra scriviamo. Die XX zener. Halì bassa, signor di la Morea et de le marine. A tergo : Gloriosissimi, sapientissimi, Immanissimi amici et fratelli provedador et castelan de Napoli. Dì Cypro, di sier Nicolò dì Prioli, luogo tenente e consieri, di 6 zener. Come per la nave Si-mitccola mandoe li presenti al soldan. Item, manda l’inventario di le robe ricuperade di la nave; e à manda fermenti a Napoli di Romania. Di Alrxio, di sier Antonio Contarmi, provedador di Albania, più letere. Dii zonzer suo li et altri successi, 1’ ultime di le qual è di 27 fevrer. Tra le altre cosse avisa, uno Duchagin esser venuto a dirli, clic il turco fa armada, e zercha inganar la Signoria con dir di far pace etc. Et tal letere non fu fato conto, pur importano. Item, esso provedador scrive aver bisogno di danari, per pagar li fanti e maistri di lavorar, e à impegnato li soi arzenti, nè ha trovato niun più fidel dii fio di Zuan di Ma-rin etc. È da saper, Marin di Greci fo mandalo di qui, retenuto per il conscio di X, et è in camera. Iìelatione di sier Sàbastian Zustignan, el ca-valier, venuto orator di Hongaria. In questo pregadi sier Sabastian Zustignan, el cavalier, ritornato Orator di Hongaria referì; fo molto longo. E comenzò a dir di la concluxion di la liga, dii solicitar la expedition,e dii tratamento di la pace col turco ; e che a dì 22 fevrer 1499 partì, insieme con sier Vetor Soranzo, a chi Dio perdoni, et zonti a Buda honorifee. A dì 5 aprii ebeno audien-tia ; fè F oratione, et propose poi in la secreta di far liga universal, et demum particular. A le qual propostone li fo risposto, soa majestà esser contento far la liga universal ; e venuto li oratori francesi, credendo aver ajulo a la conclusion, ninno ebeno, perchè haveano altra commissione dal suo re, ni etiam el legato Cardinal. Or, parlato di far la particular, e fato li capitoli, e li mandono qui. El re volse