84/ mccccciii. marzo. 848 zeno a la zornata gran quantità ; hanno tolto fuora dii castello di Milan boche 50 d’artilarie, per condur con si in campo. Item, hanno destinuto el castelan di Lodi, et mandato a Milano; et monsignor di Chia-mon et missier Zuan Jacomo Triulzi han mandato le sue moglie a Vigevene. Item, francesi hanno comandato a lo episcopo Palavisino e al fratello, e al conte Filippo Boromeo, che vadano in campo. Item, sguizari hanno fato 100 navilij, tra cepate e nave, per meterli in lago di Como et altrove ; et hanno con si molte boche di artilarie oltra il suo consueto. Item, lo episcopo di Vales a scrito a Milano, voler esser a ogni modo inimico di Franza, et ajutar sguizari contra di lhoro a guerra mortai. Item, la guarda di Franza, che era a Chiavena, è stà presa con 50 italiani in cercha, e tutti morti. Item, sguizari à mandato a dimandar a missier Zuan Jacomo Triulzi le artilarie ha nel suo castello; el qual ge à mandato a risponder, de consentimento di francesi, che le sono rote, et subito secretamente ha mandato a farle romper. In questa matina, in quarantia criminal, me au-etore, per il piedar di sier Hironimo Capello e compagni, avogadori di comun, fo dato taialire 1500, a chi à spegazà certa riga in su li libri di la canzelaria, in nna parte in materia di diala fati, videlicet: eam conducere Venecias etc. Da poi disnar fo consejo di X, con zonta di co-legio e di danari, et fo trovato in presiedo ducati 5000, per pagar letere di cambio. A dì XXV mar so. Fo el zorno di Nostra Dona e pioza. El principe, vestito di bianco, fo a messa in chiesia, con li oratori, papa e Ferara, Franza non fu, era corozato. Da poi disnar etiam vene a la pre-dicha ; prediche» quel di San Zane Polo. Fono solum li oratori, ut supra, ni Franza ni Spagna. Da Milan, dii secretano, di 20. Come li sguizari, da 6 in 8 milia, eri se intese, che, credendo francesi dovesseno discender per la vai di Lucarno, stavano a guarda di la murada, ma veneno per monti, et lì a la murada formo a le man, e fo morti, chi dice 30, chi dice 50 francesi, e altri dicono 500. E il gran canzelier, che è a Milan, li ha dito haver letere dal gran maistro, dice aver, per do di la compagnia di monsignor di Lignì, che fono ultimi parti-no di la murada, che francesi hanno recupera l’artilarie et fino li archibusi, et conduti in la roclia di 380 * Lucarno. Poi essi sguizari veneno a Lucarno, et eb-beno la terra ; la roclia si tien per francesi et è forte; e si dice, ditti sguizari non hanno vituarie ; francesi li manda a l’incontro ogni lhoro forzo. Item, di la cava iterum si fa a Lodi, per divertir l’aqua di Adda, à parlato a dominò Claudio de Ays, al qual è stà commesso tal cossa, qual subito scrisse'soprastasse. A dì 26 marzo, domenega. In colegio. Vene sier Sabastian Zustignarr, el cavalier, venuto orator di Hongaria eri, dove è stato tre anni et uno mexe. Havia una cadena grossa d’ oro al collo, uno becheto d’ oro ligado soto il brazo, e vesta di alto e basso cremexin a manege dogai, et comenzò la sua relatio-ne, ma pocho disse, che vene l’orator di Spagna, et fo rimesso a referir poi in pregadi. Vene l’orator di Spagna, pregando si scrivesse al nostro governador a Trani di certe querelle fate, come li scrive il suo capetanio, perchè questa Signoria voi esser neutral, perhò etc. ; e fu cussi fato, ma più volea certo francese, preso a Rubo, è scampato de li. Veneno sier Antonio Sanudo e sier Hironimo Trivixan, stati provedadori sopra la Piave, et il Sanudo referi quanto haveano visto, et la sententia fata poiaTrevixo, dove dia andar la Piave, laudala da’trivisani e da quelli dii territorio, ut patet; fònno laudati. Da poi disnar fo gran conseio. Fu fato tandem capetanio di le galie di Barbaria sier Andrea Moce-nigo, quondam sier Lorenzo, qual più ebbe altro oficio, ma molto praticho merchadante a ditto viazo. Et poi la sera veneno letere di le poste, et il colegio, parte reduto, andono in camera dii principe a lezerle, qual son queste : Da Bergamo, di sier Mar in Zomi, dotor, e sier Fiero Marcello, rectori, date a dì 23. Mandano letere di uno Ardizon di Catani, scrive, di 21, da Vallevo, vicino a Valtolina, a suo fratello Amadio, coajutor in canzelaria dii podestà di Bergamo. Item, una letera scrive Piero Antonio Visdon, date a Ar-cho, a di 19, a una madona Dorathea, madona dii conte Trusardo di Calepio. Come Io re promete a essi foraussiti di Milan ritornarli in caxa; et a di 14 zonze lì uno orator di li tre cantoni di sguizari, con letere che li invitavano ad andar in campo, dicendoli ariano letere di salvo conduto per le terre di la Signoria nostra, a passar e andar in campo. Da Crema et Brexa. Come, in execution dimandati, vederano inquerir li successi di sguizari etc. Item Crema, di 23, avisa come milanesi hanno fato far 4 ponti ; et che sguizari e todeschi non è riominati in le terre di milanesi. Item come, di Geradada et lì intorno, vano fanti a Milan per conzarsi con milanesi; si dice li asoldano, per vardar le sue caxe; et