247 MCCCCCIi MARZO. 248 honorifice la sora fu acompagnato quasi da tutta la terra, sino al burchielo con torze per cadauno, et li frati di San Bernardino, et fo mandato a Venecia a sepilir. Et la note achadete, che, hessendo la cassa di la cruciata in chiesia di San Bernardin, e li frati venuti a compagnar il corpo a la burchiela, intrò un laro in la chiesia, fé un buso a la capsa, e robò certi danari; et poi, al matutino levati, i frati trovono danari por terra ; e fo dito trovono etiam li ladri e li lassono andar. La matina veneno a dir questo a sier Zorzi Corner, el cavalier, capetanio el vice podestà, el qual scrisse a la Signoria nostra di questo ; unde nel senato fo dato gran taia e publichato; et nulla fo trovato, nè inteso. È da creder, come disse li frati, pochi danari manchoe ; tamen la fama era, che ’1 podestà havesse mandato in la cassa ducati 100, come con effecto credo mandasse; et Jo ge li diti in gran pressa, richiesto avanti poche hore che ’1 morisse, a uno Zuan Marco, suo zoveno, ducati zercha 100, li veniva di soi salarij et utilità; e fo ditto, tutti ordinò butar in la cassa. Et il zorno poi, forno col capetanio aprir la cassa, et trovato in tutto zercha ducati 150 e non più. A dì 30 ditto. Nel conseio di X, hessendo stà mandato di qui, per li retori di Cremona, domino Lunardo Maloorpo, el cavalier, citadin cremonese, e iato cavalier per la Signoria nostra, fo preso, che ’1 dito, a dì 5 aprii sia apichado per la golla in mezo le do coione, e confiscado i soi beni in la camera, et Pollo Ponzon, suo compagno, sia bandito di terre e luogi, con taia di ducali 1000; el qual si ha via absentado, e si dice era a Mantoa. Et questo, perchè havoano fato conjuration contra la Signoria nostra, intervenendo li sanseverineschi, et voleano amazar li nostri retori e luor Cremona in si, e aver socorsso dii marchexe. 116 * In questi zorni, a Santa Malgarita, la note, por for-luna granila di vento, cazete parte di muri di la chiesia. Item, el fiol fo di Zuan Frescobaldi, fiorentino stava a Venecia, Ialite por ducati 16 milia dia dar, e andò a Fcrara ; fonilo retonuti do soi fradeli. Da Milan, per ¡etere di Vicenzo Guidoto, secretario nostro. Se intese, come quele parte di gelfS e gebelini orano sublevade, e in chiesia di Santo Ambrosio ne erano reduli più di 400 armati per parte; tamen le cosse fonno conze, et domino Francesco Bernardin Visconte si adoperò in conzarle. Et a Milan era pur il morbo. Et perchè 1’ era neccessario meter le zenfe nostre in bordine, hessendo stà electo colatemi zene- ral nostro domino Zuan Filippo Aureliano da Ra-vena, fo preso in pregadi di elezer uno nostro patri-cio, andar per le terre nostre e far la mostra su le stale de li cavali, et etiam vedino le forteze etc. E cussi in coleio fo electo sier Vicenzo Valier, quondam sier Piero, fo provedador sora i stratioti a Pisa, el qual subito fo expedito. Andoe a Ravena, dentimi passò a Ruigo sul Polesene, vene a Verona e andò seguendo ; et stete mexi.....fuori insieme col colateral. A dì 28 marzo. Fo preso parte a gran conseio, di dar la castelanaria di Este, in la qual è ai presente sier Carlo Corner, quondam sier Marco, castelan, che, poi compito, sia concesso in vita a uno fiol fo di sier Francesco da Mosto, quondam sier Andrea, el qual fo preso da’ turchi conbatendo, hessendo sopra-comito; e fu presa. Item, in questi zorni, hessendo venuto a Venecia uno orator de l’olacho, zoè Stefano Carabodan, fo in coleio, per il principe, fato cavalier et vestito d’oro. A la fin di questo mexe si partì di questa terra li quatro oratori francesi stati in Alemagna, i qualli fono qui honorifice ribevuti, e alozono a chaxa dii marchexe, a spexe di la Signoria nostra. Fonno in coleio; veteno quel si poi veder; steteno tre zorni, poi ritornono a Verona; et per tutte le terre nostre fonno honorati. E da lhoro a Verona intisi, che erano andati a Venecia, per temporizar di aver letere dii suo re ; e in conclusione, che tra il re lhoro e Maximiano non è bona intelligentia, e non li haver voluto dar le investiture di Milan promessoli; e dicevano mal di Maximiano. Fono electi li savij dii coleio a la fin di questo, et rimase savio dii conseio, nuovo, da molti con titolo, sier Lunardo Grimani, è di terra ferma, sier Marin Zorzi, dotor, è ambasador a Roma, è rimasto una altra volta ; et rimase de una balota di sier Andrea Oriti, venuto da Constantinopoli. Scripsi di sopra di la venula di sier Andrea Gri-ti; e la terra diceva era venuto con pralicha di pace, tamen non fu vero, ma la praticha era di tratar trieve per via dii re di Hongaria. Or per lui se intese, el turcho haver fato edito, che chi nominava Exeth, profeta, fusso morto. In questo mexe fo mandato provedador a Traù, 117 electo........., sier Hironimo Querini, quondam sier Andrea, in luogo di sier Pollo Malipiero, conte, era morto, con ducati 30 al mexe, fino vadi altro successor. Nota, a dì 5 marzo fu fato, per coleio, rasonato