— 148 - tare, coll’aggiunta tutt’al più di qualche istituto medio con carattere tecnico-professionale e normale ; ecco risorgere la necessità di una scuola complementare e superiore straniera. Qui è il posto dell’Italia, se vorrà abbandonare sempre più decisamente ogni finalità egoistica, appagandosi d'essere all’Albania l’iniziatrice generosa nel più vasto mondo umano colla speranza del solo compenso duraturo: quello che consisterà nel legare indissolubilmente a se stessa ed al proprio spirito le origini civili di essa. Pare che ci sia l’intenzione di far qualcosa. Il 1° ottobre passato si son riaperte, dopo due anni l’interruzione forzata, le fiorenti nostre scuole di Valona, di Durazzo, di Scutari, ampliandovi 1’ insegnamento dell’albanese ; oggi un’altra se ne istituisce a Tirana e trenta borse di studio sono state messe a disposizione di quei giovani albanesi che siano disposti a venire al collegio italo-albanese di San Demetrio Corone dove pure si voleva porre sopra basi meno illusorie e più efficaci tale insegnamento ; e di tutto ciò va data gran lode al Governo. Soltanto ci permettiamo di chiedere se possa davvero giovar gran che all’interesse nostro ed a quello degli studenti di trasportarli in un paesetto remoto della Calabria, anziché porli a contatto coi più vivi centri della nostra attività moderna, a Torino, a Milano, a Venezia, finche l’ideale dell’Università adria-tica (meridionale e balcanica) di Bari non possa, come è nei’voti, diventare un fatto compiuto. Le nostre scuole, dove potrebbe ottimamente allearsi alla più rigida aconfessionalità (insistendo sulla base comune) un sentimento etico largamente religioso, son state sempre preferite per il loro carattere più disinteressato, più rispettoso del carattere confessionale e nazionale degli alunni. Perfino 1 elemento ortodosso che le aveva tanto combattute riconosce