761 MCCCCCIII, e Liou; solicita la (aie si scuodi. Item, sono zonti C oratori neapolitani, con 50 cavali, venuti per pregar il re li minuissa la oferta e promessa di ducali 100 milia, dicendo promesse più dii suo poter, e si crede obtenirano; e ti am voriano la exentione, come eb-beno a tempo di re Carlo. Item, uno orator pisano è stato da lui, a pregar pregi il re per lhoro, che non tornino sotto fiorentini. Et esso orator disse non voleva, non havendo ordine di la Signoria nostra. Li rispose la Signoria li ordineria. Item, à inteso, che il re à solicita il ducha Valentino mandi le zente in Reame, e lui si scusa voler prima compir di caziar li Orsini; et Roan è la sua tramontana. 340 * Dii dito, di XI, ivi. Eri sera tornò il re, stato cinque zorni fuori ; et l’orator ave nostre, di 27, in materia di muodi di Valentino, e di le robe di nostri merchadanti a Sinigaja, el di la moier dii signor Bortolo d’ Alviano etc. ; fo dal re ; li disse il tutto. Soa majestà rise, dicendo: La moier di l’Alviano élla bella ? Poi disse non havia promesso, ni voi prometer a la Signoria per il duca Valentino, perchè sa l'à mal animo e voria tuor dii vostro; et l’orator disse, el feva mediante la reputation di le zente di soa majestà. Il re disse: Si ’1 farà matterie, la Signoria e lui sarano bastanti a farlo star indrio ; et che soa majestà per picóle cause non comenza, ma quando co-menza va drio etc. ; ni altro disse, crede sia per la la indignation à contra Orsini etc. Poi l’orator justificó la Signoria zercha li mulli cargi di danari, numero 6, fo mandati a’ sguizari, non era il vero; disse il re siamo certissimi etc. Item, il re manda “2000 sguizari in Reame soto monsignor di Persi, fraddlo di monsignor di Aiegra, et etiam il marchexe di Sa-tuza et il marchese di Final con lanze 150. Item, il re anderà a Lion, e sarà la prima seplimana di quaresima. Dii dito, di 13. Come il re fa andar in Reame, per la via di Zenoa, le zente, videlicet monsignor di Persi, con 1500 sguizari et 1500 normandi, et manda il marchese di Saluzo e il marchese de Final. Et per li stadi arà 6000 scudi più di l’anno passato, e li maraschalchi, a chi sta a scuoder tal exation, si duol, dicendo il resto non poi etc., pur si averà; e dice per far 1’ armada per il Regno. Item, il re atende a far, che Pisa ritorni sotto fiorentini, e dice per caxon dii ducha Valentino, qual li scrisse si abstengi di Siena e pur à fato; et à ordinà il marchexe di Mantoa li mandi 100 homeni d’arme, 200 cavali li-zieri et etiam vi vadi in persona, come capetanio di fiorentini; e à scrit.o a Milan, a monsignor di Oliamoli, bisognando li mandi ajuto di zenle. Item,, esso febbraio. 762 orator ricevete nostre letere zercha li danni fati a Molla ; sarà con il re etc. Da Milan, dii secretar io, di 20. Come il non-tio di missier Zuan Bentivoy, che fo licentiato, partisse in termine di hore do, par che poi esso gover-nador lo fese restar. Item, fiorentini solicita el gran maislro preditto, a far che Pisa torni solo lhoro; et esso governador par dichi non è tempo, perchè si dariano a Spagna pisani. In colegio fu fato cavalier uno citadin vicentino, nominato missier Manfrin........Era con lui sier Alberto Badoer e sier Piero Marzello, et acompa-gnato con le trombe. Fo parlato di la expedition di domino.......da Gonzaga, fo fiol dii signor Redolfo, morto al Taro, al qual fo dato provision ducati X al mexe, et fina hora non 1’ à ’uta, è stato col conte di Pitiano capo di colomello etc., et hic inde dita, si verà al pregadi. Veneno alcuni merchadanti di Soria, a dimandar si perlongi la muda di le nave, compie per luto marzo, vanno in Soria, atenlo per li tempi non hanno potuto andar; bisogna pregadi. Da poi disnar, per esser domenega di carlevar, non fo nulla. Non voglio restar di scriver,che in questo anno fo fato assa’ noze, e maxime in questo carlevar, e dato dote da ducati 6 in 8 milia il zorzo, adeo in X pera di noze è stà speso ducati 100 milia, eh’ è gran cossa, et dote che fa e desfa una caxa. A dì 27 fevrer. In colegio. Vene l’orator dii 341 papa, legato, per cosse particular, zercha beneficij e trate di tormento per colfo, per le terre dii ducha di Romagna, che trarà dii ferarese. Vene l’orator di Franza, dicendo aver letere, che non le crede, de Napoli dii vice re, che in Reame è stà levà una zanza per spagnoli, la Signoria è in acordo con Spagna etc. Or il principe li disse havevamo questo medemo nui, e più, per suo aviso, di danni ne havia fato spagnoli etc. Et per colegio statini fo expedilo letere a Napoli, al vice re, consolo e al governador di Trani e altre terre, che non era vero di alcuna liga fata con Spagna, imo semo in gran ob-servantia con la christianissima majestà. E perché ha-veamo auto letere di Trani, che francesi convicina ben con le terre nostre, fo scrito in Franza a l’orator, reiigracij la christianissima majestà cdn bone parole et expedite le letere. Et per colegio fo mandà sier Zacaria Contarini, el cavalier, savio a terra ferma, da l’orator yspano, che era amallato di gote, do-lendossi di tal cosse fa spagnoli contra nui, come ne scrive Trane; il sumario dirò di soto. Si dolse assai, dicendo scriveria in bona forma facesse restituir.