701 MCCCCCIII, FEBBKAJO. cavali, qual, alento prese el Cardinal Ascanìo, lo a tempo di Lodi 500 provisionati etc., prima voria una possession, l’ha sul cremasco, fusse exempte, o ver tanxe di cavalli etc. ; e li savij dissello l’opinion Ihoro, et nihil conclusimi. Fo scrito a Brexa a Jacomin di Val Trompia, contestabele, fazi provisionati, li dagi un ducato per uno e li mandi qui per Ravena. Da poi disnar fo gran conseio, fato consier di Santa f, in luogo di sier Lucha Zen, non è intrado, sier Polo Antonio Miani, cao di X. Da Ravena, eli 3, hore 2 di note. Come, per do messi, venuti di campo dii ducha, parti da le Chiane a di “25 dii passato, poi dimorò a Perosa tino a dì 30, per le inondation di le aque, dice ¡1 ducha ò a Sartian, e che non stava più di un zorno in uno locho. Et in campo era gran carestia ; et a riporta uno pan, qual lo mandò a la Signoria; et vai 4 uno grosso fiorentino, eli’ è soldi 7 ; e si dicea Siena ha-vea rebellà, e che Pandolfo e Zuan Paulo Bajon erano ussiti e andati versso Lucha. Item, a dì 3 ditto, hore 23, zonse lì a Ravena el signor Bortolo d’Alvia-no, con 5 cavali, venuto di Bologna, e trovono essi rectori per la terra a preparar alozamenti per il ca-petanio di le fantarie ; e li disse era venuto di volontà di la Signoria nostra, e aspectava domenega venisse lì Pandolfo e lo episcopo di Castello. Item, è zonto alcuni prò Visionati etc., et hano mandato domino Lazzaro Grasso a Ravena a proveder a quelle cosse. È da saper, come in questa terra è il refugio e reduto di signori scazati dal ducha Valentino, vide-licet il ducha Guido Ubaldo di Urbin, sta in Cana-reio, a cha’ Malombra, e à ducati 100 al mexe di la Signoria nostra, et vi è so mojer. Item, il signor Pandollb Malatesta di Arimino, sta a la Zuecha. Item, el vescovo di Castello, sta col ducha di Urbin. Item, el signor Zuane Sforza di Pexaro, vene qui, poi an-doe a star a Mantoa, tamen si maridò qui in la fia di sier Malbio Tiepolo, come ho scripto per avanti etc. 314 A dì 6 fevrer. In colegio. Non fo letera di conto, solum di Cao d’Istria. Replicha quanto scrisse di fanti zonti, numero 100; et si aspetano altri mille etc., come scrisse; et è di 3. Dii capetanio di le galie di Alexandria, sier Sabastian Moro, date a Puola, do letere. Manda il cargo, aver di cassa ducati 70 milia, et in cassa ducali 20 milia olirà le merchadantie etc. Da poi disnar el principe, con la Signoria, dè audientia ; e li savij altri, secondo lhoro ordine, aldi-teno chi li è stà comesso. . Da Romena, di 4, a hore 3 di note. Come, per uno messo, parti a dì 29 de Lucha, et è stà spo-jà in campo dii ducha, dice, che a dì 29 Pandolfo e Zuan Paulo Bajon, con zercha 300 cavali, erano in* Irati in Lucha, e senesi tratavano acordo col ducha, e luehesi erano in gran pericolo e spavento, e che quelli di Piombin havea corsso su quel di Siena e fato botino de animali. Item, Fan e Pexaro hanno multiplichà le guarde; e molti merchadanti bergamaschi comenzano a trazer le sue robe e condurle a Ravena; e sì dice, la Signoria voi romper al ducha ; e in Rimano è triudà le custodie et le chiave a le porte. Item, el signor Bortolo d'Alviano è lì a Ravena; fa preparar uno alozamento per lui. Item, è zonto de lì e! nepote dii capetanio di le fantarie con alcuni provisionati ; et hanno nova, che quelli di San Leo sono ussiti e corssi a li castelli circonvicini in Monte Feltro, et hanno fato botin de animali. Item, dimandano paie, scrive el bisogno di quelle, et esserne zonte da Ruigo ; et dice quante ne voi al dì per le tre condute, videlicet Manfron, Carlo Se-cho et Filippo Albanese, ut in litteris. Da mar, vene letere dii generai. 11 sumario di le qual scriverò al zorno di doman, perchè cussi fonno lete in colegio. A di 7 fevrer. In colegio. Vene quatro oratori di la comunità di Trevixo, cercha la commissione si ha a dar a quelli deputati su la Piave, videlicet che exequino le sententie etc. ; et cussi poi, per il colegio, fo ordinato far la commissione a li preditti. Vene il secretario di l’orator di Franza, dicendo aver auto letere di Roma, di monsignor di Renes, orator dii roy, di 20, come ha di monsignor di Obi-gtiì, eh’ è a presso Rezo, eh’ è una grossa terra in Calabria, et preso don Ugo di Cardona ; sì che in Calabria più non si vede se non francesi, et spagnoli sono fugati e roti. Et il principe disse aver auto piacer di tal communichation, ralegrandossi assai. Vene il ducha di Urbino, ajutato da sier Valerio Marcello e sier Pollo Contarmi, per aver le gote, et ringratiò la Signoria di la provision datoli, et che il’ avia bisogno, oferendossi etc. Il principe li usò bone parole, et che la Signoria volentieri li havia fato questo. Vene uno nepote di Pandolfo Petruzi di Siene, nominato Petruzi giovenc, e stravestito. Era con lui Piero di Bibiena, el qual té lezer una letera li scrive il conte, da Gedi, di 4, lo avisa la venuta di questo nepote. Et Pandolfo è in Lucha, con 130 cavali; ha lassà in Siena la guarda, e li caporali è di soi ; et ussito per amor di la patria, ma tuta via che ’1 vo-glij tornar sta a lui, c in Siena é la moglie e nepoti ;