— 8 - nella propria individualità, facilmente si è confusi con la schiera di quei nazionalisti, i quali pur avendo il merito di suscitare giovanili energie, riunendole nel culto comune della patria, tendono a ridurre per stanchezza, per facile ottenebramento morale, avente tutte le apparenze dell’ ardimento e della fede, il sacro sentimento della nazione in quella forza egoistica che isola /’ essere particolare trasformando la differenza in divisione e la divisione in antagonismo. Da essi deliberatamente ci distanziamo poiché non crediamo | che il loro vangelo possa dare all’Italia la potenza di superare il proprio passato e di essere come nei secoli lontani per gli altri popoli luce di civiltà. Noi non sognamo alcun panitalianismo, malattia barbarica, ma ci adopreremo perchè il popolo nostro cooperi, sollevandosi ad una visione veramente alta ed universale della stirpe, alla costituzione degli Stati Uniti d’Europa, a quella Associazione delle patrie che permetterà agli uomini di iniziare un nuovo periodo nella storia umana. Poiché " l’ordinamento della Nazionalità non è solamente riparazione a grandi ingiustizie, conseguenza d' un concetto filosofico-storico, sostituzione del principio della volontà popolare al fatto della conquista feu-dale-monarchica, applicazione logica della nostra fede nella libertà, ma è pure il grado necessario a raggiungere 1’ Associazione, la Divisione del lavoro collettivo, la costituzione dello strumento col quale una immensa somma di forze morali, intellettuali, economiche, oggi perduta o sviata in una lotta continua inevitabile contro un ordinamento arbitrario e il mal governo che ne conseguita, potrà cooperare al miglioramento dell’intera famiglia umana e all’incremento della ricchezza comune " (1). (I) G. Mazzini.