21)7 MCCCCCII, AGOSTO. 208 questi erano a la siala dii re. Poi era 400 sguizari, vestili a la sua divisa, di séta rossa e zala, et havea tutti le bombarde, zoè pestarole ; e ancor»seguitava 400 arzieri, driedo el re, vestiti con sagioni a la soa divisa, zoè tutti recbamadi de oro e de ar-zento, con un porcho spin in peto e una corona in zima e altre cosse assai. El signor Lodovico è in Pranza, in uno castello se domanda Lis San Zorzi, con gran guarda, ma ha do lige de sboro, e poi andar a la chaza, ma non va senza la guarda, e se diceva era in libertà ; son zanze tutte. El Cardinal Ascanio è con la raina a una terra se domanda Gar-nopoli ; ma li nostri oratori, vien di Pranza, dice di veduta averlo lassa in Franza. Item, questi sono alcuni baroni se ritrova con il re : primo, monsignor di la Trimolia, monsignor di Ravastem, fo capetanio di P armada, monsignor di Dunar ; questi tre è più nominati e sono zermani del re. Da poi è monsignor di Chiamon, lo qual se domanda lo gran maistro di Franza, et è nipote dii Cardinal Roan ; poi lo gran maraschalcho di Franza, el qual se dimanda monsignor di Giaè, e monsignor di Namors, el qual era vice re in Napoli, monsignor di Lignì, lo qual prese el Moro, monsignor de la Zarnbra, monsignor di Pienes, monsignor de Spin, monsignor d’Albì, e 140* monsignor d’Arzentone molti altri, che longo saria a scriver. 11 re era vestido con un saio d’oro a la francese, una bareta di veludo negro in testa, con un scudo d’oro in fronte. Item, in Milan è zercha 4000 cavali in tutto, zoè quelli che son venuti con il re, e certo non è più numero. E a di 13 luio se parli da Milan 500 sguizari ; si dice, vanno a la volta di Zenoa, ma non si sa certo dove vadino ; chi dice vanno a la volta dii ducha Valentino, chi di Napoli, e se ne aspeta de li altri. A Milan, el re è alozato in castello, e lo hanno fortifichà molto forte ; e tute le artilarie dii signor Lodovico le hano fato zelar di novo, con le arme dii re suso; e dì e notte non fanno se non artilarie, per fortifichar quel castello, adeo è inexpugnabile e cossa inexlimabile et .olirà misura. Francesi hanno dimandato, per nome dii re, a’ milanesi ducati 80 milia, per do anni, zoè a conto di le intrade che ’1 chava, videlicet voi da lhoro una prestanza; e tratano mal quelle caxe e donde alo-zano edam le done. Item, vidi uno capitolo di lai tenor: Nui venitiani siamo mal tractati, pezo cha zudei ; ne hanno tolto francesi le stanzie, el nostro fen e dito vilanie al nostro arnbasador. Ma par pur, che il re e il Cardinal Roan ge porta gran amor, e ge fanno gran leste, ma tutti i altri ne voi mal, e ne nmnzeria dii sangue; e hanno dato di bone basto- nate a do ili nostri famegij di stala, per voler difender el nostro fen ; ma tutti manazano de venire al gran vilazo, zoè Venetia; sì che sono una mala genia. Date in Milan, a dì primo avosto. È*da saper, con il re vene sollo. sior Hironimo Donado, dotor, orator 'nostro, et sier Bernardo Bembo, dotor et cavalier, podestà di Verona, lo tro-voe a Vegevene, dove ricevete nomine Domimi, et fece la sua oratione; et il 3.° orator stato in Franza, sier Domenego Trivixan, el cavalier, per slrachi rimase in Aste amallato; et per il conseio di pregadi li fo dato licentia venisse a ripatriar. El qual fo ditto era morto ; ma non fu vero e aye gran mal. A dì 5 avosto. La raina fo a Muran e vete far veri, poi ritornò, e vete el corpo di Santa Barbara ai Crosechieri. . A dì 6. La dita raina, et fu di sabato, andò a Santa Maria Mazor, a veder il monasterio si farà, e il tcren per il qual è sgrandilo Venecia ; poi fu a la caxa dii Vianelo in Canareio, dove era musiche di ogni sorte. Cenò lì con 35 persone, e ritornò a caxa a bore una di note. A dì 7. La raina non vene a conseio, ma ben li oratori francesi e ungarici. Fo principialo a far quelli dii conseio di X nuovi. E poi essa raina, sul tardi, andò a la Zelestria a vesporo, poi a le Verzene a udir cantar monache ; sì che ancora non è per partirssi de qui, perchè francesi non voi dar li franchi 40 milia a li ambasadori ungari sono qui, se il re non bara prima transduta la raina e consumato matrimonio ; e hongari hanno in mandalo che la non veglia in Hongaria se prima non ha li danari ; si che essa serenissima regina era di mala voia. Era sta scrito a Milan, al roy, e in Hongaria ; e lei starà qui. Ogni dì va a visitar chiesie e monasterij, e pur sta a spexe nostre; et in 8 zorni fu speso ducati 4500. Et bisognava a’ nostri serar li ochij, a zio non si perda el ben facto ; perhò che se dice : Chi beve el mar, puoi bever el fiume ; tamen a la zornata si levia la spexa, per francesi et hongari che partivano, per ritornar indriedo. Et è da saper, che a dita raina ogni dì era portato zoie, panni d’ oro, di seda e altro, e lei non comprava; si dice perchè non ba-veva danari, ergo etc. A dì 7. In gran conseio fo publichà, esser stà condanadi, nel conseio di X, a dì 3, questi:"sier Ga-leazo Zancharuol, di sier Marcilo, per aver nudato el pugnar ih bucintoro, contra el secretano dii legato dii papa, quel dì che vene la raina, hessendo la Signoria a San Baxio Catoldo ; che ’1 sia bau-