Ci)7 * MCCCCCIII, speso dii suo più di ducali 500, di qual non voi dimandar alcuna cossa, come in altri è sia l'slo. Et per concluder quel si poi sperar dii re, verso la Signoria nostra à un mal animo, e si '1 potesse voria aver le terre si ha, pertinente a l’imperio, salimi farne le investiture, pur mostra bona ciera a li nostri oratori, e fa per lui non potendo far altro; e con questo vene zoso. E dimandò perdon si havesse era-to etc. E1 principe, de more, lo laudò; e fo longa relatione. Da poi, il principe le la relatione dii frale, venuto per nome di l’Alviano, confortandosi facesse ritornar di qui ; e che ’1 ne voleva meter in guerra ; e fo leta la sua 1 etera.' Fo messo, per lutti i savij dii consejo e di terra ferma, excepto sier Pollo Capello, el cavalier, scriver una lelera a li rectori di Ravena, che digi al signor Bortolo, che visto ben il castello e le mure, vengi qui, dove conferiremo; e,che si Zuan Paulo «Bajon e lo episcopo di Castello vien 11, li si li dicha vengino a Venecia. E sier Pollo Capello, el cavalier, messe voler la letera con questo, si scrivi al zeneral, che, intesa la conclusion di la paxe, vengi con X galie a Zara, aspelando lì nostro bordine; et andò in renga in favor di la soa opinion. E imm di colegio volse re-sponderli, ma andò sier Vetor Michiel, provedador sopra le camere, biasemando tal soa opinion di far venir galie con pericolo, per esser spiaza. Andò le parte: 4 di no, 24 dii Capello, IG1 di altri savij; e questa fo presa. A dì 4 fevrer. In colegio. Vene sier Bernardin Loredari stalo synico in Cypri, dicendo aver fato molti ordeni de lì, pregando fusse continuali per pregadi ; ditto si faria. Da Pulignan, di sier Simon Capello, gover-nador, di 12 zener. Come zonlo lì trovò in porto di San Vido Prejam, eapetanio dìi re di Pranza, di 4-galie e certi brigantini, e stè alcuni zorni lì, el a uno lato dii posto preditto fè uno riparo di terra a modo forteza; li fè intender, la Signoria non voria questo, e lui si partì, et esso governador lo fè ruinar. Item, scrive di certi tormenti mandò a comprar quella comunità con la patente, e li tolti da quelli di Coversano, eh’è mia 5 de lì. Scrisse al vice re, monsignor di la Peliza; li rispose era contrabando, e chi fè la patente non havia libertà; sì che non hano auto ni ’I tormento ni li danari. Item, quel conta’ è molestado assai, si da’ francesi come da’ spagnoli. 312“ Di Cadore, di sier Federigo di Renier, ca-petanio, manu propria, di primo. Come à, per le- febbhajo. 698 tere di sier Marco Antonio Marcello, castelan a Bu-tistagno, di ultimo, e mandò dilli' letere, che tuta via fanti alemani passano, e per Ire vie, videlieet Lonz e do altre, vanno a Trieste. Fu fato cassier, per uno mexe, sier Pollo Capello, eKcavalier, savio a terra ferma, balotadi luti li altri di quel bordine. Da poi disnar fo colegio, e consultato, tra li savij, di mandar fanti e provisionati a Ravena, è terminato far provisionali. Da Roma, di V orator, di 28. Come l’orator di l’hongaro fo dal papa, a dirli era venuto a tuor la benedition, senza dimandarli altro consenso ; et il nostro orator andò con lui. E il papa li disse avia piacer, il re lassasse la libertà a li christiani post mortemi turci; el li disse la resolution fata in concistorio, come scrisse. Poi si voltò al nostro orator dicendo : Scrivè a la Signoria, li sia ricomandà in questa paxe la Chiesia. L’orator rispose sempre la era etc. E, tornato a caxa, ave letere dìi conte Lodovico di Pi-tiano, zercha li danni fatoli.per il ducha in tuorli va-che etc.; e manda la letera li scrive, che dice, si non li sarà resi, etiam lui farà guerra al ducha. Dii ditto, di 29. Come fo dal papa a dolersi di danni fatti a Pitiano. Li rispose, si doleva assai, escrisse brevi li fusse restituì el tolto. Poi chiamò 1’ orator da parte dicendo: Domine orator, che vuol far quella illustrissima Signoria dii ducha? L’à mandà tante zente a Ravena oltra quelle sono; sapete, vi l’avemo ditto più volte, desideramo aver bona intelligentia con lei. Dii ditto, di 30. Come era fama, Fabrieio Co-lona esser venuto con zente in l’Apruzo e aver tolto Civita di Chieti; e vien con favori di Spagna, e havia mandà ajuto di fanti e arlilarie a Troylo Savello; di che il papa si à dolio col Cardinal San Severin e lo episcopo di Velia, che promesse ai papa per lui. Item, di Siena, che Pandolfo era per partirsi. Item, è zonti a Roma 12 oratori di Porosa per tratar ijovo governo ; si crede il papa li legnini assa’ de lì. Item, dìi brieve, fo mandato da la moglie dii signor Bortolo d’ Alviano, non ha alcuna nova ; et che missier Hadriano, secretano dii papa, li disse, come il ducila è liol di quella Signoria etc. E 1’ orator li disse, la Signoria nostra li corispondeva ben etc. Et l’ora-lor yspano li mandò a dir, era nova di l’ussir di Pandolfo Petruzi e Zuan Paulo Bajone di Siena e Antonio Bizi, citadino, e andati versso Lucha; e che il ducha era intrato in Siena. Dii dito, di 31. Come fo dal papa per intender qualcossa di novo; e.li disse la nova di l’ussir di