233 MCCCCCI, FE1Ì11RAJ0. A dì 18. In pregadi, fo posto do decime ai go-vernadori, videlicet perse, per l’anno presente, vi-delicet numero 70 et 71 ; e questo per il gran bisogno si havea di recuperar danari, per proveder a le occorentie di la terra, sì da mar, come per i movimenti di Maximian. Item, fo electo capetanio al collo sier Marco Antonio Contarmi, quondam sier Alvise, da Santo Agu-stin, fo sopraeomito. Et rimase, per aversi ben portato in armada ; et il zeneral scrisse gran ben di lui. A dì 12 ditto. Fo publichato nel mazor conscio, esser sta nel conseio di X banditi, absenti, ma chiamadi, sier .... Contarmi, di sier Zuane, da San Slai, e sier Andrea Soranzo, quondam sier......, quali erano compagni di sier Etor Barbarigo, confì-nado in la prexon Forte; videlicet che ’1 Contarmi sia confina in Candia, et il Soranzo a Chersso ; et non obedendo di andar a’ llioro confini, siano in bando 110 di terre e luogi, con taia, chi li amazerà babbi li-. re 1500, e chi li darano vivi in le forze lire 3 milia di so’ beni, e, non havendo, di danari di la Signoria nostra ; et questi poi siano conduti qui et apichadi. Et questo fo per li soi mesfati, fevano molli inconvenienti, adeo che non si poteva viver con loro. A dì 20 fevrer. Fo posto parte, per i consieri, a gran conseio, et etiam fo in opinion li caì di 40, atento il conseio dì X era di summa importantia, et, licet fusseno sta eleti li ordenarij, ne manchavano perhò do ; per tanto messeno parte, di elczer quelli dii conseio di X, sì ordenarij come li extraordinarij, per scurtinio dii conseio di pregadi, et 4 man di eletion. Ave la parte, '6 non sinceri, di la parte 062, di no 801 ; e fu preso di no ; et fono electi, juxta solitum, per 4 man di eletione. Et rimaseno do nuovi ozi, sier Stefano Contarmi, fo podestà a Bergamo, quondam sier Bernardo, et sier Bernardo Barbarigo, fo savio a terra ferma, quondam el serenissimo principe; e fo ben preso. Item, fu decreto, per parte presa, ut supra, che Stefano Barbarigo, fo fìol naturai di sier Andrea, fo dii serenissimo, el qual za anni 3 è bolador, con el qual oficio sustenta si e la fameia fo dii padre, perhò fo confirmado in ditto officio, come se ’1 l'usse stà balotado in coleio, justa la parte in la coretion presa. Ave 997, 335 di no, et 5 non sinceri. A dì 24 ditto. Nel mazor conseio fo electo pro-vedador in armada, sier Hironimo Contarmi, fo capetanio di le galie di Barbaria, quondam sier Francesco, ditto Orilo, qual vene dopio, e romase da sier Toma Duodo, è patron l’arsenal; et aceptoe Urentissime. A dì 23. Si ave da Roma, el pontifice esser partido et andato per mar a Piombino, aquistato per suo (ìol, ducila Valentino, novamente, per veder quella terra, licet fusse, ditto era fuzito di Roma, per non aspctar li re dieno venir in Italia, dubitando esser deposto dii papado. In questo tempo, in Franza el Cardinal Ascanio fo relasado dal re, e rendutoli i soi benefìcij ; et era in grafia dii re. Et il re Fedrico bave il stato prò- • messo in Franza, con intrada di franchi 40 milia, e, tra Franza e Spagna, provision di franchi 60 milia ; e lui renoncia ogni raxon ha nel regno, et fa render Taranto a’ spagnoli. Nel qual tuta via è dentro suo fìol, ducha di Calabria, con zente; e vi mandò domino Zuan Balista Spinelli, fo orator in questa terra, a Taranto, a far tal consignatione a’ spagnoli. Et in questo mexe el re di Franza diceva, voler far armata in Franza e a Zenoa in ajuto di la Signoria nostra contra turchi, cussi persuaso da sier Dome-nego Trivixan, el cavalier, e sier Hironimo Donado, dotor, oratori nostri, che lo persuadeva assai. In questi giorni a Verona lo armato una altra galia, soracomito Alvise da Castion, dito el Frate, et fece la mostra, come ho scripto di sopra, a Verona ; e li homeni di capo dati a Veneeia. Etiam podio da poi armò una altra Baldisera da Lestagna, et fece la mostra, ut supra ; et a Veneeia vene le zurme ben in bordine eie. A la fin di questo mexe, a dì 17, la duchessa di 110' Urbin, madona Ixabella, e la marchexana di Mantova, e madona Emilia, fo inoier dii conte Antonio, l'radelo dii ducha di Urbin, e la marchesana di Co-tron, che stava a Mantoa, andono a piacer per Fo a-Veneeia, con il prothonotario, l'radelo dii marchexe di Mantoa ; et veneno incognite. Et Francesco Trivixan, fa li fati dii marchexe, li preparò la caxa ili sier Nicolò Trivixan, procurator, a San Stai, e ivi arivono. La Signoria mandò a visitarle li savij ai ordeni, oferendosi; e foli fato uno presente di con-fetion e cere, per valuta di ducati 25. Andavano per la terra stropate, veteno il tutto e poi si partino. Et dii mexe di marzo partino per terra, veneno a Verona el mercore santo, alozò in caxa dii conte Ba-charin di Canosa ; et sier Zorzi Corner, el cavalier, capetanio, volse presentarli, per nome di la Signoria, certi pessi ; e poi la zuoba sancta si partino et andono a Mantoa, auto gran piacer. In questi zorni vene in questa terra tre citadini veronesi, domino Justo di .Justi, dotor et cavalier, domino Zen Novelo, so fradelo, et suo cuxin, domino Agustin, el forino a coleio, exponendo, che forino