- 63 - movimento culturale accennasse mai a tendenze politiche. Anzi un atteggiamento blando, quasi di simpatia verso il Sultano rosso, che ha fatto le spese di tutte le farmacie di villaggio e che in fondo s’intende abbastanza bene, solo che si voglia fare un po’ d'esame di coscienza sulle condizioni di tutti i popoli poveri e esclusi dalla vita civile. Chi più amico all’Austria ed al Borbone del nostro contadino lombardo e calabrese ? ma era l’Austria di Belfiore ; era il Borbone di Palermo ! E donde il classico mercenario, se non dalle povere montagne del Carso e dell’ Europa centrale, lo Svizzero od il Croato? Pur la Svizzera è oggi civile e gli jugoslavi si avviano a diventare sempre più tali. Così durante il regno di Abdul Hamid l’Albania, non troppo malmenata da quella tirannide in certe province bonaria (perchè bisognava pur trovare in qualche parte lo * strumento cieco d’occhiuta rapina "), viveva in uno stato d’animo irresoluto e non certo propenso a ricorrere ad e-stremi rimedii. Ciò si spiega abbastanza: il popolo minuto (e tanto più quanto è più rozzo e primitivo) suol giudicare dai fatti immediati e vicini. L’azione di questo lontano signore che regnava cinto di soldati e di ministri albanesi (come il gran visir Ferid pascia, che era stato il primo presidente della storica società albanese di Costantinopoli) non gravava troppo la mano sulla loro patria: non tasse esorbitanti, non servizio militare pei membri di comunità cristiane, libere le scuole private nazionali, intatti i privilegi tradizionali delle tribù. In tali condizioni, ogni mutazione appariva più gravida di pericolose incognite, che fiorita di liete promesse. La mentalità popolare non coltivata è dovunque siffattamente pigra. Ma venne la costituzione improvvisata del Luglio 1908 e gli albanesi intelligenti e progressisti non si dolsero dav-