807 MCCCCCIII, MARZO. 808 vendicar de, li danni reccvuti. Ultimo loco li disse: Aspetame qui per fina al mio ritorno, vojo che tu vegni con mi dal mio signor, e beato ti, el te farà 361 * pur asse’ ben, e si te adopererà ne li servici soi etc. Jo, serenissime princeps, li ho persuaso che ’1 vadi per intender quello che ’1 potrà, e poi tornar qui da mi ; non so quello che ’1 farà, per aver gran diside-rio de andar de longo in Rossia a trovar uno suo barba, lo qual è secretano del signor. Altro per bora non mi occore significar a la Signoria vostra. Jdio conservi quella in stato felice, a la qual iterum Tnumiliter mi ricomando. Partisse dito ainbasador de qui a dì primo di l’instante. Data in Zozavia Muldavice, die 5 januarii 1502. Subscriplio : Excellentissimce serenitatis vestite servitor Matheus Murianus, artium et medicince doctor. A tergo : Serenissimo principi et domino ex-cellentissimo domino Leonardo Lauredano, in-clyto duci Venetiarum, domino osservantissimo. La qual letera il doxe la leze ; non fo leta, ni in colegio, ni pregadi. Et da poi disnar, ozi jn colegio, reduto el principe, consieri e savij, per aldir il credito dii chalafati. Parlò sier Francesco Foscari, in suo favor ; et Jo li rispusi e mostrai T inganno di la Signoria grandissimo, adeo tutto il colegio fo contra il Foscari, qual non sape che dir. Et fui laudato dal principe e tutti di colegio. A dì XI marzo. In colegio. Veneno X oratori novi padoani, et do erano qui per altre cause. E in-troduti si dolseno, e parlò missier Bertuzi Bagaroto, doctor, che la Signoria havesse dato commission a li p'rovedadori va sul Polesene. che aprisse la rota Sa-badina etc., che saria anegar tutto il padoan etc. ; et pregò la Signoria fusseno prima alditi. Et fo concluso, ozi da poi disnar aldirli in colegio dal principe e tutti, et etiam aldir li oratori dii Polesene, e inter-vengi li proveditori electi a questo: sier Marin Dandolo e sier Nicolò Pasqualigo e Alexio, inzegner. La nome di X oratori padoani. Domino Hannibal Caodilista, el cavalier, » Jacomo Zabarela, doctor cavalier, Domino Berluzi Bagaroto, » Jacomo da Lion, » Alexandro Musato, » Lionello da Brozuol, » Francesco da Ligname, » Zuan Buzacharini, » Antonio Cao di Vacha, » Lodovico Conte, * » Gaspar Orsato, doctor, > » Alberto Trapolin, i erano Pnma et insieme il canzelier di la comunità. Vene il signor Bortolo Alviano, dicendo sempre è stà qui. À nove, che Julio Orsini, è in Ceri, non poi fuzer, il campo vi è atorno ; il loco è forte, ma dubita di animi. Pandolfo è tra Lucha e Pisa, ma si Pisa fa mutatone sta mal, perhò è in so libertà, volendo la Signoria, a intrar in Siena, per tanto lui voria licentia andar sollo e farà gran cosse, saltim si dicha quello abbi a far; et che à molti a so spe-xe etc. signori. Li fo risposto aspetasse, non era tempo prò nunc etc. Da Brexa, di rectori, di 8. Come hanno le- 362 tere, di 5, di Valchamonicha, di domino Petro de Federicis, qual le mandò ; et li avisa aver, per uno viandante come francesi e sguizari è stati a le man, et sguizari hanno auto la pezor, in vai di Lagan. Da Bavena, dì 9, hore 24. Come erano zonti lì el signor Zuan Maria di Camerin e domino Ra•• nuzo de Matelicha, parliti di Palombara a dì X, vie^ neno a la Signoria, dicono Urssini con collonesi esser in bona intelligentia. Essi rectori li mandono a visitar a l’hostaria etc. Item, esso capetanio, volendo, justa i mandati, andar a Zervia col capetanio di le fantarie, non à potuto, per esserli venuto certo lluxo di sangue a dilto capetanio di le fantarie, e non voi fin qui medici. El qual fece la mostra di soi provisionati, comme mandò, bellissima etc. È da saper, vanno a Zervia per remuover la rocha, dove l’hè al presente. Da Verona, di sier Zuan Mocenigo, capetanio. Cereha alcuni oficiali voleno taia di uno, sialo in galia, è stà fruslà etc. Da Traù, di sier Dolfin Venier, conte, di 13. Come à ricevuto nostre vendi li biscoti, e cussi farà. Item, per una altra, scrive aver auto lelere, dal vescovo di Seardona, che, per quelli di Corbavia, fata la preda su quel di Traù, tre homeni di suo fratello, conte Stefano, avia auto 20 animali menuti e conduli lì, perhò li volea restituir. Esso conte mandò per li gastaldi di le ville, acciò andasse a tuorli; ri- doctori