233 Mccccci, Et el zorno di San Zorzi portò la spada sier Ili-ronimo Conlarini, va provedador in armada, e parte subito. Di Cremona. Come si atendeva a fortiíichar la rocha e far una cenia a torno, dove lavorava 3000 persone al zorno et 600 para di buo’. E, cavalcando sier Domenego Bolani, capetanio, per la terra, per le caxe erano poste fuora una bandiera di San Marco, in segno voleano esser marcheschi. Voleno mandar XX oratori a Venecia ; et sier Polo Pixani, el cavalier, podestà, stava malissimo. Da Roma, di 12, vidi una letera. Che quelle zente nominate di sopra, videlicet Orsini, Vitelli e Zuan Paulo Baion, andavano ad Orvieto, a meter in caxa alcuni geliti ioraussiti, poi, si dice, anderano col ducha a pigliar Camerin e Urbin. Item, morite il signor Vicino Ursino, e il signor Franzoto successe nel dominio. E nel Reame, si dice, francesi e spagnoli erano in discordia ; et preso da’ spagnoli il principe di Salerno, el principe di Bisignano, el marchexe de Bitonte ; ma non fu vero. Fu preso in pregadi, menato per li avogadori, sier Alvixe Barbo, quondam sier Francesco, era camerlengo a Brexa, fo podestà et capetanio a Mestre, e questo, per manzarie fate a Mestre, e haver lassa uno di prexon, meritava la morte, con danari; e fu preso di reteñirlo. Ma lui si parti di Brexa, vene a Verona, andò frate nel monasterio di Santa Maria di la Sehalla ; non potè star, ussite, e la sua cossa non fo expedita. In questi zorni, a Venecia fonno retenuti do zen-tilomeni per debito : sier Bernardo Boldù, di sier Filippo, ducati 300; et sier Hironimo da Mosto, di Barbaria, per ducati 500, qual tolse la fida per ducati 3000. A dì 30 aprii. L’aqua di l’Adexe cressete tanto e più di l’usato assai, adeo a Verona su li ponti leva paura a vederlo, et rompe sul Polesene di Rui-go ; .anegò 22 ville e tutto Ruigo e il Polesene quasi anegato; fo grandissimo danno; e fo per negligen-tia di custodia. A dì dito. A Verona, hessendo sta eleto per la comunità, insieme con domino Antonjó di Verità e domino Andrea di Pelegrini, doctori, zudexi, arbitri di dito e di fato in la diferenlia longa haveano con li Bivilaqui, tandem, auditis partibus, publicas-semo la nostra sententia, la qual fo laudata, e da li Bivilaqui, e da li provedadori di la terra, domino Jacobo de Mafeis, e domino Dante de Aligerijs. aprile. - 254 Dii mexe di aprii 1501. 120 Vene in questa terra, a di primo, el ducha Zuan Corvino, fo liol di re Mathiasdi Hongaria, qual è signor di la Corvatia. Vene con lOO boche; ¡(lozò in 'caxa dii marchexe di Ferara, dove li iu preparato. Va a Santa Maria di Loredo, per voto, et poi dieno ritornar in questa terra; e li sarà fato grande honor. A dì 3. Fono electi li consieri nuovi di là di canal ; et rimase, dii sestier "di Santa f, venuto fuori per scurtinio, sier Andrea Griti, quondam sier. Francesco, noviter venuto da Constantinopoli. El è stà la prima dignità have in questa republica, nè più è stà balotado, si non 1’ altro zorno in pregadi, che fo tolto savio di terra ferma, cazete, ma fo soto. Questo sier Andrea Griti sarà degno citadin, per haver ogni bona parie : primo è bello di corpo, liberar, bona loquela etc., sì che si potrà dir gratior est pulcro veniens in corpore virtus. Fu adoncha electo in recompensation di soi meriti, che, peradvi-sar la patria, scriveva letere da Constantinopoli, dando adviso a la Signoria nostra di li successi et veri apparati di armada faceva il turco ; et fo trovate so letere, adeo fo in pericolo di esser decapita- . to, come ho scripto di sopra. A dì 7. In do quarantie fo bonifìchà, de una batata, la sententia di ducati 600, .con tra sier Piero Marzello, va provedador a Bergamo, quondam sier Jacomo Antonio, el cavalier, fata per sier Antonio Condolmer e compagni, savij sora i conti di amba-sadori e provedadori, per una partida posta su li soi conti, hessendo provedador a Bibiena. Cum sit, che la Signoria mandasse ducati 3000 per cavalaro, el quelli recevete ; da poi ge fo mandà lì in Bibiena ducati 600, per Marco di Santi, suo secrelario, qual zonse la sera che spazavano el corier a Veniexia ; unde esso provedador scrive, avanti habbi li danari, ho ricevuto per el mio secretario ducati 600, zonto in questa hora. Or acade, che, avanti ge fusse dato li ditti danari, vien mandato el canzelier predito in altro loco e fo preso i soi chariazi, e dicono, i danari fonno perduti. Ma achade, che ditto Marco di Santi morite, secretario di sier Andrea Loredan, su la nave Pandora, brusada da’ turchi. Or diceva sier Piero Marcello: I’ó ben scrito de averli auti, ma non li avi mai, perhò non li diebo pagar; tamen al 3.” conseio, poi longe disputation, fu ditta sententia boni-fichà. Da Corfù, di 23 marzo. Come, a dì 15 ditto, I vene a la Parga una fusta turcha con uno bregantin,