421 MCCCCClI, Da Ferara, dii vicedomino, di 2. Do zelile pasate de lì, e domino Carlo venuto dal duella, per nome di missier Zuan Benlivoy, per tralar acordo; et zente francese passa tuta via. Vene 1’ orator di Franza, e lassò alcune teiere in francese, abute di Reame; di le nove, le qual fono Iranslatade et sarano poste qui avanti la copia di quelle. Da poi disnar li savij si reduseno a consultar. Copia di letere dii vice re di Napoli, di 22 oc-tubrio, a li ambasadori dii roy a Roma, iranslatade di francese in vulgar. Signori mei. Jo scrivo per la presente posta al re, come son ritornato di terra di Otranto, la qual ho messa a obe-dientia del dito re, excepto Taranto e Galipoli, che sono tutte circondate da mar. Et, per non perder tempo davanti le ditte terre, non ho feto allro salvo ‘ passar, per vederle, perhò che non haveva con me l’armada da mar del re, la qual io haveva fato seo-rer la costa di la Calabria, in questa ferra de Bari ; dove, da poi che son arivato, subito ho messo più terre a la obedientia del re. Et come era venuto aio-zar mia 5 de questa terra de Bitonte, che è una de le più grosse et miglior terre di Barri ; pur dimane era per meter obsidione, ma quelli di la ditta terra, come ben consigliati, non 1’ hano expelata, ma subito levorono le bandiere del dito signor, et veneno li syndici davanti di me, et feceno sagramento de fidelità, metendoli a la obedientia de ditto re. Jo spero, avanti che sia 8 zorni, aver preso tre altre terre, che sono assai bone, come Malfeta, Jovenazo et Barri, la qual è forte terra, e Barlcta, ne la qual Consalvo Forando è in grandissima necessità. A la qual terra me aproximarò con monsignor de Obi-gnì, per far al ditto Consalvo Forando tutto quel mal io potrò, sì per mar come per terra, perchè io ho a presso di me le galie di Pier gam ; et ho mandato etiam a monsignor de la Lode, che jo havea mandato in la costa de Calabria, che venir el debia a con-zonzerse con el ditto Pier gam ; et similiter ho mandato el scutifero Joan Goiber, che meni qui le nave Zaranta et Codechera. Et dovete saper, che lutto el paese de la Calabria è a la obedientia del re, excepto qualche loco, che i spagnoli tengono sopra la marina; et quanto a la industria che usa el ditto Consalvo Ferando, che è da trovar novelle et cosse fido et husie por lutto, perhò io credo che '1 non farà cosa alcuna a'sua utilità. m Del soecorsso che ’1 dice dover vegnir, sì de Ale-magna come de Franza, io ho persone per tutto, che meadvisano, non esser cossa presta, luta volta, quando el venisse, le cosse del re sono sì ben disposile de qui, che 1 non sequirà inconveniente alcuno. De quello acadera in la corte vostra a Rotaia ve prego vogliate certificarne, et io farò el simile a voi; et perhò prego Dio, signori mei, che ve doni qQcllo desiderale. Scripte a Bitonte, a dì 22 oetubrio 1502. Lò tutto vostro. Loys. Ceduta in la ditta letera. Signori mei. Io deliberai venir in questa terra de Bitonte per meterli l’obsidione, ma quelli de la terra hebeno paura, et, comme ben consigliali, non la expetorno, ma subito levorono le bandiere del re, mandando verso me li syndici soi a far la obedientia ; et Io mc-desmo zoruo ho fato li justicieri. Ho trovalo etiam, che ’1 ce era ancor una grossa torre in un di cauli do la ditta terra; che spagnoli lenivano ancora,.et ce erano dentro da XX in XXV, i qualli tiravano l’ar-tilaria a forza ; ma subito che io missi el piede a terra, senza andar a visitar la ditta torre, et fato meter 195 le zente et artilarie in bordine, subito che io feci tirar do cobi di canon, la ditta terra fo presa de asalto, et è quasi uno miracolo, perhò che la dilla torre non è inanello forte che la torre grossa de Bruges. Io scrivo al re la presa de questa terra de Bitonte ; et altro non occore da novo. Copia di letere di Odoardo. Honorandissimi signori mei. lò credo che sapetej comme Betonte è stà presa, con una grossa torre, che è dentro di la terra, senza colpo alguno, la torre de asalto batuta de artilarie, et quelli che erano dentro sono stà morti. Similiter è stà presa ne la Calabria una bona et grossa terra, nominata San Severi; et similiter el paese è preso et a la obedientia del re. Io ve aviso, che mai ho ha-vuto meglior speranza de haver Ischia, che al presente; et da poi che io son venuto, hanno dato al marchese tutto quello che l’à dimanda; et za ha de-livrato la più parte di luochi che ’1 dimanda. Da poi la mia venuta, domenega, arivò davanti el dillo Iodio de Yschia G harze spagnole, per saper quello voleva dir dillo marchese; il hanno trovalo dispo- NOVEMBRE.