217 MCCCCCI, GENNAiO. 218 valico con gran galla, havendo una schiavina in dosso, la quale havea la più parto di pilli de oro. A dì 3 febraro, la majestà cesarea oldite la messa in pontificale; ove non intervene altro oratore che lo veneto sollo, per esser li franzosi, yspa-110 e burgognoni ad Alla, distante da Yspruch uno miliare todesco, dove anda la majestà cesarea per parlare con lhoro ; et il veneto restò in Yspruch. A li 13, circha le 19 hore a la italiana, se andò a la giostra, quale era ordinata a la italiana, zioè con sbare, armature et selle. In la qualle veneno 8 gio-stradori, et con questi era la cesarea majestà, con uno sirello di veluto biancho e cremesino, con al-guni traversi e taliamenti ; il scuto era coperto di damasco biancho, con una aquila entro di veluto cremesino ; e per cimiero havea proprio quello segue ad essa arma, zoé doe alle negre con una corona d’oro. La giostra durò circha una bora e me-za, in la quale la cesarea majestà, a dir il vero, se diportò che homo che fosse. Durando questo specta-culo, caschò una caxa di legname ivi vicina, sopra la quale erano più de 250 persone, di la qualle, ancora che nullo morisse, molte restarono con gambe e brazia e teste rote. Finita la giostra ogni homo andete a casa sua. La sera circha a le due hore a la italiana, se incominziò a baiar su la festa. Era la re- 101 gal majestà, li oratori franzosi, Spagna e burgogno-ni, in absentia dii veneto, quale era rimasto ad Ili-spurch. Ballato che fo alquanto, venne la cesarea majestà, el ducha de Methilburg, e il maestro de stalla cesareo, stravestiti a la italiana da vilani, con vestimenti, zazare e barete, e ballati tutti tri a la italiana separatamente, fra li altri la cesarea majestà baloe do gianolo, o bel gianolo, caza fora le cavre, con tanta gratia dii mondo. E, forniti questi balli, la sacra majestà se retirò in turba, e spoliatossi di quelli panni de dosso, tutti tri rimaneteno con tre ziponi di seta, tre gonelle di panno d’ oro a la italiana; et, baiati alguni balli a la todescha, sua majestà ritornò con una belissinia turcha di panno d’oro, rizo, soprarizo, fodrata di armelini ; e alhora se finite là festa. A dì 13 febraio, che fu la prima domenica di quadragesima, la cesarea majestà ordinò uno tornia-mento, quale si fece in questo modo. Primo era sbarata la piaza de Hispurch, e coperta di sabia. Da uno di li canti de essa era uno tribunale, sopra el • quale stavano li judici infrascripti : monsignor Tfu-chono, monsignor Cunctavilla, dui de li oratori bur-gognoni, monsignor araldo dii christianissimo re di Franza, el conte di Zolaro. E, circha a le tre hore da poi mezo dì, a la foza todescha, vene la cesarea majestà, acompagnata da 8 combatenti, armati con ¡inno, lanze et barde a la italiana, e ha veva barde dorate simplice, e chi sopraveste. La sua majestà era sopra uno cavallo biancho, belissimo corsiero, haveva uno paro di barde di panno d’oro rizo, la giornea a la italiana del medemo panno d’oro, per foza una sirena in testa, picola, con algu-ne penne, molto aptamente facta. Avanti lhoro andavano ragazi, vestiti di cendado con diverse divise ; ciaschuno di essi regazi portava uno scuto dorato de le arme di combatenti. Intrato in el stechato con molti trombeti, se presentorono al tribunale di ju-stizia, con presentare ciaschuno di lhoro le sue ar • me, et scuti a li judici preditti, qualli fuorono ata-chate al tribunale, et, atratosi da uno capo dii sle-chato, fecero alto. Immediate da l’altro capo venero altri novi combatenti, con lo medemo ordine de regazì ; et, fata la monstra al medemo loco e modo, presentorno li lhoro scuti, et ritornosene al capo opposito, dii stechato et fecero alto. Como di sopra erano deputati qui alguni zentilhomeni a cavallo, che invitavano le parte al conflitto. La forma dii combatere fu in questo modo. Corevano dui, uno per parte, con lhoro lanze a l’incontro, et corsa la lanza veniano a li stochi, et, menatosi algune botte, quelli che erano deputadi per lo invitare, erano ancora li mediatori ; et cussi li combatenti ritornavano a li soi lochi. Cussi di parte in parte, uno per parte, corseno menando molti colpi di spata, et foralo sparliti. Poi tutti insieme restreti se corseno a dosso l’uno a l’altro senza rispeto, et ivi con molte spadazate si bastonorono, per modo che tutti erano strachi. Et cussi, fornito el torniamento, la sera si baloe ; ove era la cesarea majestà, li oratori francesi, spagnolo et burgognoni in absentia dii veneto ; et durò fino a sei hore la lesta. Dacij afitadi ne V anno 1501. Dazio di la tavola di V intrada, per anni 2, comenzò a dì primo marzo 1501, a sier Jacomo Arian, per ducati a l’anno . . 17,010 Dazio de l’insida, per anni do, comenzò a dì 18 mazo 1501, afità a sier Marin di Prioli, per ducati a l’anno .... 9,600 Dazio di un per cento nova, fo afità, per anni do, a dì primo zugno 1302, a sier Jacomo Arian ; non ave effetto, et si scose per conto di la Signoria nostra . ...... Dazio di do e tre per 100, per anni do, co-