G83 MCCCCClll, f.KKKAJO. Spagna, tamen con Franata vetri'» la guerra, e va conira ¡1 ducha di Geler, e sarà con lui el ducha di 305* Lorena, e par el passi perei suo paese. Et in questo interim esso orator atenderà tenir ben edifìchato la cesarea majestà, e aviserà ogni successo. Dii dito orator, date a dì 4. Come eri al tardi il re tornò li in Cologna ; et fo ozi da soa majestà; e vene col fiol dii marchese di Brandibug, con cavali 200, e li andò confra li consoli etc. Or scrive colo-quij abuti insieme, qual li contò alcune antigi'à di Basilea; e fo a visitar li corpi di Ire magi e di Santa Orsola. El ozi si parte in nave, per il Ben; va si dice per dar arsalto a le terrò dii ducha ili Geler; e ha-verà con lui il ducha di Cleves; e voi li oratori lo aspeli li a Cologna, poi va a Barbatili» ; e si dice l’ar-ehiducha torna di Spagna etc. Dii dito, date a dì X, ivi, venute in prega-di, con un podio dì zifra. Come erano venuti li do oratori anglici, con cavali 49, et cavali 200 di scorta, per esser le strade mal sicure. Sono persone pratiche, nominati domino Thomaso Brando, cava-lier, primario, e domino Thomaso Vesl, capelan dii re et doctor; ha studiato a Bologna. Sono venuti per quanto intende, per obviar, la cesarea majestà, non dagi favori a la rosa biancha, dicto conte di So-phol, qual aspira a quel regno, et è in Aquisgrana, do zornate di Cologna, e quel re lo teme assai. Etiam è venuti per tratar de componendis le dife-rentie tra Pranza e Spagna. E lui oralor nostro li visitò e fe colation, more suo, con lltoro. Poi vene l’o-rator yspano a visitarli, qual la sera cenò con lui ; e scrive coloquij abufi insieme; e li concluse non farà pace tra Pranza c Spagna ni trieve. Item, con li oratori anglici parloedi Sophis etc.; et si sonoadmirati di la partita dii re, qual è andato a li confini dii ducha di Gelder; et ozi è passà de lì li soi cariazi, con 200 cavali di scorta; sì che esso re ara cavali G00 armati con quelli dii marchexe di Brandiburg e altra-tanti li manda el ducha di Cleve, eh’ è nimico dii ducha di Gelder, e si dice 0 farà; e dito ducha di Gelder è ito dal re di Franza, per do rote abute su la campagna dal ducha di Cleve, ajutalo da’ signori vicini ; altri dice ditto ducha è morto. Item, el morbo è lì a Cologna. Da Molla, di sier Hironìmo Navaier, gover-nador, di 12 zener. In una narra molli danni fati de lì per franzosi e per spagnoli ; e fo mandato a mostrar la lefera a li oratori, sì di Franza come quel di Spagna. Item, per un’altra letera, pur di 12, scrive aver scrito a’francesi, convisinase ben con lui, e mandò lo synico e uno citadin de Mola al vice re di Pitia, a pregar Volesse restituir cerle jumente tolti per soi ; 0 valse e scrive la risposta. E non voi vilua-rie vengi in Mola, ma ben merchantie ; e à retenuto salme di oio; sì che francesi fa gran danni; sì che è gran danno a quella doana. Item, di novo ha, da 306 uno nepote dii quondam domino Trojano di Trani, che eri vene di Barleta, come el gran capetanio, con el gran dispensiero ntazor, sono restati in Barleta con 1000 fatili, 200 cavali lizieri, 100 homeni d’arme, lo resto di la soa gente, con li infrascripti conduttori et capi, vano a Seniso, loco fortissimo, al con fin di Calabria e Basilicata, videlicet el signor ducha di Termidi, con 100 homeni d’ arme, Thodaro, greco, con 300 stratioti, Fabricio et Prospero Cotona 300 homeni d’arme, zanitari 200, fanti 3000, per unirse con le gente sono in Calabria, quale sono 300 homeni d’arme, 500 janitari e fantarie, al numero persone 6000, a questo fine, per andare a la volta di la doana di le pecore. E si dice, in Calabria spagnoli aver roto monsignor d’ Obignì, morii assai, e presi cavali 300. E a Barleta è arrivato 4 barze con tormenti e orzi per la Signoria di 400 cara, et si aspeta una caracha con 700 cara ; e lo ponte di Barleta, qual era sta roto da’'francesi, tuthora si redi-fica. El gran capetanio havia preparato 8 canoni, con le sue caretc, per mandar a Senise, con le sue carete. Da Raspo, di sier Francesco Gradenigo, capetanio, di 22 zener. Come à ’uto letere dii capetanio di Pisin, molto humane; e voi ben visinar, e li fè risposta; e se niun nostro li fesse danno li punirla. E poco da poi, per messi di la comunità di San Lorenzo, inlese animali e altro esserli sfa tolto, e volendo proveder, ave letere di dito capetanio di Pisin, si doleva, San Lorenzo li havia tolto animali, e ordinò li rendesse e le mandò il suo canzelier con li messi, acciò etiam restituisse ai nostri ; e cussi fè restituir. E, scrive dito capetanio di Raspo, il mal vien da li oficiali nostri etc..; voria commission di far restituir, et maxime fin si discèrna el confin. Da poi disnar fo pregadi, et vene letere di Ravena. Di Ravena, di 29, ìiore 3 di nocte. Come, per uno messo, partì marti dii campo, hanno che nel passar dii ducha a li ponti de le Chiane, su quel, di Siena, fè tajar la testa al signor Paulo Orsini e duca di Gravina ; e chi fè bular zoso dii ponte e anegar un missier Lodovico, zerman cusin dii signor Bortolo d’Alviano ; e che el si era firma col campo su quel di senesi, e sperava aver Siena a soa devu-tione. Dove era reduto Zuan Paulo Bajone, e il fiol dii signor Paulo Orsino ; e Pandolfo Petruzi havia fato venir 2000 corssi. Etiam hano di eerteza, la