739 MCCCCC1JI, FEBBRAIO. 740 Fu posto, per sier Polo Barbo, procura tor, sicr Marco Antonio Morexini, el cavalier, sier Marco Sa-nudo, sier Alvise da Molili, savij dii cooseio, atento li oratori veronesi sono venuti qui a dolersi, che non ponno andar a le possession, e si provedi, che per il colegio sia fato uno capo, con 20 cavali, tra i qual sia 8 balestrieri, con molte oplime clausule. ltem, de ccetero, si uno bandizà per homicidio puro ban-dizi uno altro, etimi ad inquirendum, sia asolto. Itern, sia comesso al capetanio di Verona fazi processo contra li capelanij dii devedo, e la soa compagnia sia cassa etc. Fo leto una letera, di sier Bernardo Bembo, doctor, cavalier, podestà di Verona, con-Ira li capetam.j dii devedo, et una di sier Zuan Mo-ceiiigo, capetanio, in suo favor; e aricorùa si scrivi sia mantenuto cerio statuto etc. Et sier Antonio Trun e sier Piero Duodo, savij dii conscio, messeno a l’incontro scriver al capetanio ili Verona fazi processo contra li capelanij dii devedo, et lo mandi a la Signoria, e in questo interini fazi lui col podestà uno capo, che, con le zente d’arme e provisionati, dicitur debi cazar li calivi dii teritorio etc., ut in ea. Parlò sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, in favor di la sua parte. Li rispose sier Piero Duodo. Et Jo, Marin Sanudo, per esser stato camerlengo a Verona, et ben instruto. et e ti am perchè sier Marco Antonio Morexini mi nominò in renga, parsemi dir qualeossa ; et cussi parlai, e rispusi a sier Piero Duodo, laudando la provision ili altri savij, ma il conseio non li pareva cassar li capetanij dii devedo senza processo, nè e ti,ani Jo li voleva cassar. Or andò le parte : 8 non sincere, 9 di no, 53 di 4 savij dii conscio, 93 di do savij dii consejo ; et questa fu presa. A dì 17 fevrer. In colegio. Jo non fui, andai a Mestre con sier Marco Sanudo. Vene l’orator di Pranza, per cosse particular; etiam l’orator di Spagna. Ancora fo consultato alcuni ordeni, fati in Cy-jirò per sier Bernardin Loredan, fo synico, voi siano confirmati per pregadi ; quaili Jo alias vidi, et mi parve boni. Introe i capi di X; et, nescio qua de causa, o per qual a visi abuti, fo terminato mandar domino Antonio di Pij, con la sua coiidula, sul Polesene, e scrito a Jacomin di Val Trompia, havia fato li fanti a Brexa et poi suspesi, che li debbi compir, et che li prediti rectori di Brexa lo mandi sul Polescuc. 331 * Da Milan, dii secretarlo, di 11, date a Mor-tara. Come è venuto li per visitar il gran maistro, qual va a piaceri per quelli castelli, e li disse che havia auto letere dal comissario di Belinzona, che scrive aver auto, da li soi capi sguizari, dolersi di la coraria fata; e si duol, dicendo è sta banditi e fuo-raussili di Lugano e di 7 cantoni; e che voi ben convicinar col re. Itern, che questi movimenti di Valentino li dispiace; et za il reverendissimo Cardinal so barba li è venuto in noia etc.; e che missier Zuan Jacomo Triulzi, il gran canzelier e lui gran maistro si strenzeno insieme, tulli conira il profato ducha Valentino. Dii capetanio dii colfo, date in Arie. Come li messi do, bufò in terra, anderà temporizando, aspe-lamio la risposta. À ricevuto li ducati 500, por suo fiol ; ringralia etc. Di Zagabria, di 20 zener. Solo scripto: Fi-dmn mancipium, pater Thomas Niger, archi-prcesbiter spalatensis. Et comenza : /Serenissime princeps, humili commendatione prcemissa fe licitatemi et omne bonum. Come per neve, jaze e inondation tandem è zonto lì. Et il duca Zuan Corvino era lontan 6 zornate de lì, a una terra chiamata Valpo, dal conte Piero Gerob, governador di luto il regno e primo baron poi il re, el qual è a la morte e non poi scampar; e poi ditto ducha va a Buda, tamen lui voi andar a trovarlo dove el sia, licet habi triste cavalchadure, si ’1 dovesse spender la vita. Da poi disnar fo consejo di X, con zonta di danari, e a colegio, compito dar la commission a sier Antonio Condolmer, va synico e provedador in Cy-pri. Itern, vene letere di Roma e di Ravena. Di Roma, di V orator, di 11. Come ora venuto uno homo dii conte Lodovico d’ Alviano, dicendo la dona dii signor Bortolo era sta liberata, pur era'a Orvieto, ma havia auto salvo conduto dii ducha di andar dove la voleva. Itemi, che sol uni Guardare, castello dii dito signor, era stà saehizato da li homeni di Amelia; et che Alviano stava forte, ma per do volte è stà bataiato. Item, à inteso, da domino Lodovico da Castro, fa le fazende per il Cardinal Corner, à letere di Vilerbo, il duca aver fato la mostra : à 000 homeni d’arme, 600 cavali lizieri, 2000 alemani, 2000 tra francesi e guasconi, senza i altri comandati ; ha artilarie su 20 cari. Dii dito, di 12. Come Zuan Zordan Orsini à manda da li oratori francesi, a pregar voy ajutarlo ; e che lui tien quel stato suo per il roy. Voria aver uno salvo conduto di poter venir a Brazano ; et per do mexi lo terrà a nome dii roy ; e voi dar a’ dilli oratori ducati 1500, et che ihoro li tenga il suo stato. E questo disse presente il Cardinal Orsino, qual, insieme con li oratori francesi, rimesse andar dal papa a bore XXI, e cussi andono ; e il papa stava a veder maschare. Or il papa disse voi omnino il stato suo;