109 MCCCCCI, SETTEMBRE. 110 Corfù, capitato a Gotron, al qual, desmontato, fu dato gran ferita, spogliato e tolto i anelli de ditto sul so navilio, nè per esso governador fu fato demostra-tion de voler punir di soi erori. E, inteso questo, rimase stupefato, considerando esser di cargo di la Signoria nostra e ruina di subditi nostri ; e andoe per sorzer a la bocha del porto, a zio tal ladri non fuzisse. E, stando in geto di bombarda, la terra, el castello e corsari li trasse molte bombarde e passa volanti, tamen non li feno algun danno; e, sapendo esser pace tra il re di Spagna e la Signoria, non volse far alguna demostration verso la terra, ma comenzò con le artilarie bombardar i navilij era in porto, a tal, che, se non fosseno stati in terra, molti seria afondati ; e, se ge podeva acostar con nave, al dispeto di la terra li trazeva fuora. Ma sependo, cui 10 mandò in ditto loco, la natura dii porto, li dovea dar una galia sotil, chè feva dir di la soa barza per tutto il mondo; e fato el pezo che ’1 potè tornò in geto di bombarda, per non esser bersajatoda la terra e castello. Dove sorto spazò uno messo al governador, con letera dolcissima, comemorando la pace è tra i soi reali e la nostra Signoria, e che tal oltrazi, fati ai nostri subditi e a lui, con le sue artilarie, che era segno di guera e non di pace ; e che ’1 pregava, da parte di la Signoria, li debbi restituir le nave, navilij e merchadantie e homeni tenivano per forza. Zonlo el messo davanti ditto governador, lo rebufò forte, menazando esso patron, che stava tropo lì, e che faria si smentigaria la via del stramazo; e che ben cognosceva chi era venitiani; tamen li scrisse una letera, per la qual si doleva che ’1 havesse bombarda in porto regio le nave era in quello; et che quel è sta fato, e per l’avenir se farà, è fato con ju-stitia ; c che questo si feva per una ripresaja de una nave (di) ditto Chiaran, corsaro, che fo brusata in Barbaria, per sier Jacomo Capello, capetanio ; e che in ditto porto non era corsari; e in fine di la letera scrive, che doman ge lo mostreria, quello è stà fato era di hordine di la majestà dii suo re; e che ’1 credesse non lo dieea con malicia o tradimento ; e pro-misse di mandarlo fino in nave. Et messo in hordine 11 tutto, credendo quel tradilor baterlo in fondi, li trasse tutti i passavolanti e similiter le nave in un subito; tamen, gratia Bei, tute andò per poppe e prova, che nulla vene in nave, ezepto do, che rompete certe garide. E lui, con la nave, avanti torna-seno a cargar le bombarde, si aproximò verso lhoro, trahendo dove era i passavolanti, i qual abandonati scampono in la terra ; e, si ’1 havesse anta galia, el 1 ' toleva tute le nave. F., vedando non.poterli far al- gun danno, si misse solo le mure, e con bombarde grosse ruinò gran pezo di muro e ruinò tre caxe. Cognoscendo alhora el gran mal podeva far, non trasse più, temando non far dispiacer a la Signoria nostra. Alhora tutto Cotron si levò a remor, cridalido, che questo li venia per tansar ladri, et che non termenava fosse ruinado le so caxe per niuno; e, per quel li avisò el consolo da poi, che si ’1 seguiva più oltra. el populo occideva el governador, che vo-ria averlo inteso a bona bora. E, per dar a cadami la sua, si misse a frachassar le nave di corsari, erano in.porto, et tute fo fondrate, e se ’I fosse stà fondi tutte se perdeva. Da poi el tornò al suo loco; e la matina li fo mandato una letera, mananzandolo e inzuriandolo, la qual fo portata per el bregantiu, el qual, credendo porzer la letera e andar con Dio, esso patron fè armar la barella e quello prese. Et exami-nato, si lì era li corsari, perchè li voleva tutti api -charli per la golla, li mostrò patente esser a soldo dii gran capetanio di Spagna ; e, certifichato, lo tene quella notte, e mandò la barcha per aqua, secura-mente ; e spazoe la gondola a la volta di Otranto, a zò che ’1 rezimento desse notizia al provedador Zan-tani, che li mandasse una galia, che senza dubio recupererà tutto el nostro e prendeva le nave di corsari; dove stete aspetar fin a dì XI ditto. Vedendo niun pareva, e non era possibele, lui solo trazer 0 dii porto, fece consejo con tutti i soi oficiali, e termi-nono de brasarli in porlo; dove feno zatre, conze-gtiale con bruscha e pegola e polvere. Etium impi-teno una barcheta, preparata per la note ; e fece capo dii lutto Marco Mocenigo, homo di conseio, qual lui medemo si oferse. E la note, dove i venti dovea trar in mar, segondo el consueto, quella noie fu vento frescho da terra, per tal che non fo fato altro ; ta men ditto Mathio andò scandajando el porto et per qual via si poteva meio far per la note sequente. La matina, a sol levado, li fo mandato una letera di terra del gran capetanio di Spagna, per la qual se meravegliava de le cosse fate per lui, non essendo avisato la terra; et le nave havea dato principio dii tutto, ancor che quello era stà fato, in piar ditti navilij, era per la ripresaia di Chiaran, fo patron di la nave brusata in Barbaria; et, a schivar qualche gran inconveniente, la Signoria l’aria rnejo acontenlarlo di quel lui li havemo tolto. Et vedendo’ el tenor di tal letera, et inteso, che ’1 re era contento di tal ripresaia, non li parse de impazarsi più; ma dii tulio dar aviso a la Signoria nostra, che quella proveda ; et luti li homeni di la soa nave l’à biasimato, vedendo tal letera, per esser incagliata contra i cor-